CAPITOLO 7

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Ebbenesì: Daniele pianse, ma pianse come mai aveva fatto in vita sua, siliberò si svuotò completamente da quel senso di oppressione che lotormentava da anni. Voleva rispondere a quel messaggio, ci provò intutti i modi, ma non riusciva neanche a digitare le lettere sullapiccola tastiera del suo telefono. Cacciò un'esclamazione potente,urlò, calciava l'aria, se la prendeva con nessuno e tutti allostesso tempo, finché, sfinito, lasciò cadere a terra il telefono esi portò le mani alla faccia. Sentì un rumore provenire dal pianodi sotto e una serie di mormorii che aumentarono di secondo insecondo. La nonna e la mamma di Daniele fecero irruzione nella suacamera con tanta violenza quanta agitazione

<<Dov'è?Dov'è mio figlio? L'ho sentito, l'ho sentito ti dico!>> fecela madre urlando e ispezionando con lo sguardo la stanza: continuavaa guardare prima verso il ragazzo e poi alla scrivania, poi di nuovoil ragazzo e poi l'armadio, per poi tornare sul ragazzo e così via,ma sembrava non riuscire a vederlo. Nonna Matilda si sedette sulletto proprio sui piedi di Daniele e tristemente diceva:

<<Erocosì sicura che fosse lui! Ne ero sicura!>>

L'uomobarbuto entrò nella stanza dopo le due donne e con viso assonnato emolto irritato guardava la compagna che invano cercava nell'armadiola prova che il figlio fosse tornato a casa.

<<Okay,ora basta! Mi sono stancato di tutto questo trambusto ed esseretristi. Daniele non c'è più, se ne è andato e non tornerà.Mettetevi il cuore in pace e facciamola finita...>> fece lui.

Lindacadde ai piedi dell'armadio sulle ginocchia e con voce fioca e vintarispose:

<<Sì.Hai ragione....torniamo a letto...>>

<<Ehno!>> interruppe Matilda <<Te sarai anche in grado di farcredere a quella poco di buono di Linda che Daniele non c'è più, emagari hai anche ragione: ma una vera madre non si arrenderebbe maial pensiero che il proprio figlio sia morto. IO non mi arrenderei enon mi arrendo.>>

<<Comecon tuo figlio, giusto? Vecchia decrepita. Lo sappiamo tutti che tuofiglio è morto, e anche tu in cuor tuo lo sai.>>fece l'uomo.

<<Etu gli permetti di parlarmi così? Dopo tutto quello che ho fatto perte e per i tuoi figli?>>

<<Qualifigli, Matilda? Quali? Lucrezia? Che mi è stata portata via da quelDio che tu veneri tanto? O Giacomo? Che dopo la scomparsa dellasorella ha fatto le valige e si è arruolato nel corpo dell'esercito,e lì è sparito? O Daniele? Che hanno ucciso senza ritegno e senzavergogna su uno schifo di strada? Quali figli?>> rispose Lindatra un singhiozzo e l'altro, alzando la voce a poco a poco.

<<Lovedi? Se fossi una vera madre non ti arrenderesti. Spereresti finoalla fine che in realtà i tuoi figli siano ancora vivi e li andrestia cercare.>>

<<Sentime donna. Tu dovresti solo stare zitta, visto che figlio haicresciuto: un farabutto che non è stato in grado di fare l'uomoquando avrebbe dovuto.>>riprese il baffuto

<<Nonti permettere di parlare così di mio figlio.>>

<<Ah,giusto! Il tuo caro Saverio: poveretto. Morto anche lui, sicuro!>>

<<Miofiglio e mio nipote non sono morti. Io non mi arrendo. Non miarrenderò mai!>>esclamò l'anziana donna.

L'uomo,stanco e arrabbiato, se ne tornò a letto farfugliando insulti,seguito dalla morosa, che piangeva in silenzio, per evitare diinfastidire ulteriormente l'uomo tutto baffi.

NonnaMatilde rimase lì. Per tutto il tempo Daniele è rimasto lì, con ipiedi sotto al peso della vecchietta, e rispondeva a gran voce aquello che i grandi si dicevano, ma nessuno lo sentiva.

Il viaggio nell'oblioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora