CAPITOLO 20

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Unavolta messa la maglia scelta, Marco si voltò verso Annabel, chechiuse la porta dopo aver dato una rapida occhiata nel corridoio.Marco aveva un'aria distrutta, sciupata e malaticcia, con due grosseocchiaie sotto agli occhi, il viso scavato e i capelli scompigliati.

<<Siediti>>disse la ragazza indicando il letto, ma lui preferì sedersi sullasedia sotto la finestra.

<<Acosa devo questa inaspettata visita? Non ci siamo mai neanche rivoltila parola.>> fece notare lui. Anna si sedette sullo spigolo delletto, ma poi si alzò, come se quel punto che aveva scelto non fossegiusto per il discorso che doveva fare, quindi si appoggiò con laschiena all'armadio traballante, proprio di fronte a lui e iniziò aparlare:

<<Marco,so cosa stai provando ora. Il tuo migliore amico è morto e ti sentiresponsabile, pensi che Daniele non ti potrà mai perdonare perquello che è successo, ma sono qui per convincerti che non è così.Ma per poter dare sollievo alle tue pene, prima devi fare ungiuramento solenne.>>

<<Ungiuramento solenne? Per sentirmi dire le solite frasi fatte del tipo"Non è stata colpa tua" oppure "Ora è in un posto migliore"o "Puoi comunque andare avanti come se non fosse successo nulla"?Se sei venuta solo per questo puoi anche andartene. E chiudi la portaquando esci.>> rispose lui girandosi verso la finestra aperta eaccendendosi una sigaretta.

<<Haidetto un sacco di cose giuste, ma anche stupide.>> disse leisenza smuoversi. <<E se ti dicessi che posso farti dire questefrasi scontate...proprio da Daniele? Qui e ora? Devi solo fare ungiuramento solenne.>>

Aquelle parole Marco la guardò con la fronte corrugata.

<<Noncredo in queste cose...>>

<<Noncredi a che cosa?>>

<<TavoleOuija, riti, apparizioni...credo che siano tutte frutto della propriamente che cerca di nascondere il dolore. Sono solo stupidaggini.>>sbuffò il ragazzo continuando a guardare la giovane che mano a manoinclinava un lato della bocca verso l'alto.

<<Quindinon credi in queste cose. Molto bene. E se ti dicessi che Daniele èqui proprio ora?>>

Conquesta frase Annabel riuscì ad ottenere ancora di più l'attenzionedi Marco che la guardò con gli occhi che brillavano e il labbrotremolante.

<<Luiè qui? Cosa stai vaneggiando?>> bisbigliò ancora lui.

Annaguardò Daniele che era appoggiato alla porta per paura che qualcunopotesse entrare, annuì, afferrò la sveglia che era sul comodino ela fece cadere a terra. Marco però non potendolo vedere, fu assalitoda un insieme di emozioni che andavano dallo sgomento all'eccitazionee si soffocò con il fumo della sigaretta che spense prontamente nelposacenere prima di alzarsi e iniziare a tossire.

<<Digliche mi dispiace e che gli voglio bene, e che mi manca, e che non saquanto sia dispiaciuto per ciò che è successo alla festa, e che ionon ne sapevo niente, posso giurarlo...>> iniziò a inveiremuovendosi con piccoli saltelli sul posto spostando lo sguardo dallaporta al letto alla sveglia.

<<Nonsono un piccione viaggiatore punto primo, punto secondo ti sente e tivede benissimo e il modo in cui stai saltellando mi ricorda unbambino che...vabbeh mi ricordi lui. E terzo, se vuoi parlare con luiti ho già detto cosa devi fare. Allora? Stringiamo un patto disangue?>> fece lei. Alla parola sangue, Marco si irrigidì.

<<Nonera un patto solenne?>>

<<Esecondo te con cosa si consolida un patto?>> fece osservarelei. Il giovane perse ogni minima parte di indecisione quando videl'angolo del tappeto bianco a righe nere ripiegarsi e stendersi dasolo, come era solito fare Daniele quando andava a casa sua perstudiare.

Il viaggio nell'oblioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora