CAPITOLO 13

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Quandotornarono all'Inferno, il Diavolo si fiondò nel suo ufficio mentre iragazzi andarono nella camera di Annabel che era ancora furiosa colpadre, anche se non lo dava a vedere. O almeno, non l'ha dato avedere fino a quando nella sua stanza la porta non fu chiusa.

<<Bastardo!Quel vile. Bugiardo. Menzzoniero. Farabutto! Aveva promesso che nonl'avrebbe più fatto, ecco come mantiene lui le sue promesse,infrangendole come un bicchiere scaraventato contro un muro!>>sbottò lei mentre si toglieva il vestito indossato il giorno prima ementre scagliava le scarpe dentro l'armadio come fossero pietre.

<<Quindi...miha letto nel pensiero? Ma cosa ha visto di preciso? Cosa può vederelui?>> chiese lui un tantino preoccupato. Insomma, avevamentito, chi al suo posto non si sarebbe preoccupato per la propriaincolumità?

<<Tuttoquanto. Lui può leggere ogni singola cosa presente nella tua mente,persino cose che magari te non ricordi neanche. Solo dopo anni diallenamento e una volontà di ferro puoi contrastarlo e impedirgli divedere certe cose. Infame!>>

Danielesgranò gli occhi. Quindi sapeva che gli aveva mentito. Era maledettoora? Lo avrebbe punito con scariche di fulmini? Cosa gli avrebbefatto? Nel frattempo Bella si stava infilando un paio di pantalonicorti di un pigiama blu e una canottiera azzurra.

<<Nulla.Non ti farà nulla. Stai tranquillo. Sì gli hai mentitospudoratamente, ma temevi per la tua incolumità, non per qualcheoscuro motivo. Non so su cosa tu gli abbia mentito, ma non devitemere nulla.>> disse Anna ad alta voce, come se...

<<Mihai appena letto i pensieri anche te? Mi sento violato due volte.>>

<<Nosciocco, non ti ho letto nei pensieri, ho solo visto la tua faccia eso cosa si dice su mio padre. E quando abbiamo discusso nel suoufficio mi ha detto un paio di cose.>> disse lei sedendosi allasedia con lo sguardo verso il muro.

<<Sonouna persona tranquilla e pacata. Ma se c'è una cosa che non sopportoe che non ho mai sopportato neanche da viva, sono i bugiardi.>>

Dettoquesto si voltò verso di lui lo guardò con la stessa espressionecon cui Satana aveva fissato lui durante la lettura della mente eaggiunse:

<<Eda qualche decennio non sopporto neanche gli autolesionisti...>>

Gliguardò le braccia, lui fece lo stesso. Si coprì i polsi, ma lei loafferrò per il braccio con prepotenza, tirò su la manica e osservòquelle linee storte che seguivano tutta la lunghezza del polso.Quelle righe così sottili, ma che all'epoca portarono Daniele inpronto soccorso, ora sembravano una di quelle cicatrici con unastoria divertente da raccontare. Lei lo guardò dritto negli occhi:aveva ancora quello sguardo. Lui cercò di distogliere gli occhi equando gli lasciò la mano disse con disprezzo e cattiveria:

<<Tipico...>>

<<Cosaè tipico? Ah...capisco. Ora credi che io sia una di quei bimbiminchia che si taglia per attirare l'attenzione, per farsi dire"poverino, ha dei problemi": Sappi che non è così. Se hofatto ciò che ho fatto è perché non trovavo una via d'uscita dallabirinto e quella di morire mi sembrava l'unica maniera.>>

<<Proprioquesto è tipico.>> rispose lei di scatto dirigendosiall'armadio e guardando al suo interno un vecchissimo pezzo dipergamena, che poi strappò via.

<<Credonoche il senso della vita sia quello di resistere e basta. Resisterecontro le ingiustizie, le cattiverie, i problemi e le situazionidifficili che gli si presentano davanti, ma queste persone non hannocapito proprio un cazzo.>> si fermò per prendere fiato etenendo sempre in mano quella pergamena, si diresse alla scrivania etirò fuori un foglio marrone apparentemente invecchiato dal tempo eproseguì a parlare.

Il viaggio nell'oblioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora