Nonera mai stato il ragazzo più popolare della classe, ne della scuola,e nessuno aveva mai provato a parlarci, fatta eccezione per Marcoovviamente, che però non aveva mai pensato di invitarlo a uscire conlui. Tranne quella mattina. La giornata era iniziata normalmente, maappena arrivò a scuola Marco sembrava più allegro del solito, edopo avergli avvolto il braccio attorno al collo, lo fissò benenegli occhi mostrando un sorriso a trentadue denti e gli chiese:
<<Cosafai stasera di bello?>>
Danieleperplesso rispose:
<<Nientedi importante, perché?>>
<<Allora,caro il mio depresso amico...>>
<<Nonsono depresso>> fece lui. Ma il suo amico non lo ascoltò
<<Honotato che in questo periodo sei un po' giù di corda, perciò hopensato di invitarti a una festa. Non accetto un no come risposta.>>
<<Marc,grazie per esserti preoccupato per me, però....>>
<<Nono. Niente però! Tu vieni e basta! Non sai che casino ho fato perriuscire a convincerli a farti venire. Non puoi deludere le loroaspettative!>>
<<Aspetta....dichi è la festa?>>
<<Nonci crederai mai...è di Patrisha Carati.>>
<<Oh....nograzie. Preferisco restarmene a casa a deprimermi>>
<<Nobello. Tu ci vieni punto e basta.>> a questo punto Marco avevaincrociato le braccia sul petto, ma Daniele le aveva incrociate primadi lui, quindi secondo il regolamento inventato dai due, il primo cheavrebbe fatto cadere le braccia, avrebbe regalato la vittoriaall'altro. Di solito era Daniele quello che ne usciva vincitore,siccome era quello più paziente dei due. Questa specie di gioco chei due amici avevano inventato altro non era che un modo per farcapire all'altro che non aveva intenzione di fare ciò che gli erastato proposto e capitava di rado che Marco proponesse a Daniele difare qualcosa che andasse bene a entrambi, come quella volta in cuicercò di convincere Daniele a farsi portare a casa in motorino senzacasco. Quella volta Marco si fece il percorso camminando senzaombrello sotto la pioggia e imprecando contro l'amico come mai prima.
<<Marco,mi dispiace. Ma dopo quello che è successo in terza elementare,preferisco evitare.>>
<<Avantiamico! E' successo un secolo fa! E poi hanno detto che cercheranno dievitarti in tutti i modi.>>
<<Fattosta che quello che è successo se lo ricordano ancora tutti. E poisai benissimo che lei è fidanzata con Benny.>>
Aquel punto Marco abbassò le braccia: la vittoria era di Daniele.Almeno che...
<<Vieneanche Annabel.>> fece Marco.
Danielecambiò espressione di viso e rilassò leggermente gli arti, e nonsolo quelli superiori.
<<Miprendi in giro? Ti stai prendendo gioco di me?>>
<<Nofra! E' vero. Patri ha invitato tutta la scuola. Così, magari, edico, magari, avrai una possibilità in più per avvicinarti a lei.Sai dopo qualche bicchierino di vino, qualche long-drink e qualchebirretta diventa più semplice scogliere la lingua. In tutti isensi.>>
Inutiledirlo, dopo quello sviluppo, si lasciò convincere. Tornato a casa,raccontò alla nonna che sarebbe andato a una festa, e la nonnasembrò felice:
<<OhDani caro. Che bella notizia mi porti! Però mi raccomando, staiattento e guida piano. Quella trappola mortale che guidi prima o poiti farà rompere l'osso del collo.>>
<<Staitranquilla nonna, sarò prudente..>> disse per rassicurarla el'abbracciò.
<<CheDio ti benedica. Sei veramente un ragazzo d'oro. E' un peccato che tudebba sopportare tutto questo da solo, ogni giorno, tutto il giorno.Sono talmente addolorata per la tua situazione. Ma non temere: Dio tidarà un premio per l'enorme sacrificio che stai facendo. Dioricompensa solo chi è degno, caro nipotino, e tu sei una delle pochepersone in questo mondo che merita. Sono convinta che se continueraiad andare avanti per questa strada, le porte del Paradiso sispalancheranno a te. E allora sarai in pace.>>
<<Grazienonna. Ora vado, se no faccio tardi. Ti voglio bene>>
tagliòcorto Daniele con gentilezza, abbracciandola come mai aveva fattoprima.
Poiimboccò la porta, si girò verso la figura china sul rosariodell'anziana e se ne andò mandandole di soppiatto un bacio con lamano.
UNPICCOLO ANEDDOTO DELLA VITA DI NONNA MATILDE
Matildenon è sempre stata così spirituale: è nata cinque anni prima delloscoppio della seconda guerra mondiale, e quando si è così piccoli,non si riesce a capire a pieno il vero significato delle cose. Suopadre era morto nel vano tentativo di riuscire a portare a casa ilpane; dal fornaio al portone d'ingresso c'erano si e no dieci metri.Dieci stra-maledettissimi metri senza copertura.
<<Cela posso fare. Se ce l'ho fatta fino adesso, ce la posso fare anchequesta volta>> così diceva. Arrivò senza problemi alla portadel forno, quel fatidico giorno, l'aprì leggermente e sparìnell'oscurità. Dopo pochi minuti fece nuovamente capolino, ma questavolta non corse abbastanza veloce. Lo colpì un proiettileesattamente dietro al collo. Non si era sentito neanche lo sparo. Ilbisnonno cadde di faccia e fece ruzzolare via il pane. Matilde erarimasta per tutto il tempo sull'uscio del portone e vide la scenacome al rallentatore, ma non capì subito cosa fosse accaduto, così,da brava bimba curiosa che era, uscì anche lei, si avvicinò alpadre, si sedette accanto a lui e lo prese per mano, sentendo chepiano piano il calore di essa diminuiva. Apparve un uomo, unosconosciuto che la guardò sorridendo. Aveva il fucile in una mano eil pane nell'altra.
<<Ehibella bambina. Lo vuoi il pane? Ecco, prendilo. Il tuo papà non c'èpiù. E' morto ormai. E se non ti muovi a tornare in casa, anche tumorirai.>> fece l'uomo senza far cadere quell'inquietantesorriso. Matilde prese il pane con entrambe le mani e lo fissòancora.
<<Facciamoun gioco: io conto fino a tre, se al tre tu non sei in casa, io tiuccido. Ora comincio...>> e iniziò a contare lentamente. Labambina, così magrolina, rossa in viso e bruna di capelli, si voltòdi scatto e iniziò a correre quei cinque metri che la separavanodalla salvezza, quei cinque metri che potevano salvare anche suopadre. Matilde non era sicura che l'uomo avesse effettivamentecontato fino a tre, ma era sicura che se il misterioso uomo colfucile avesse avuto una mira migliore, lei sarebbe morta sull'usciodella porta.
<<Nondimenticherò mai quegli occhi...>> diceva sempre a Danielequando gli raccontava questa storia.
<<Eranonerissimi. E pieni di cattiveria e di stizza. Mi guardavacompiaciuto, come se uccidere il mio povero babbo fosse stata la cosamigliore che potesse capitargli. Sembrava quasi che non li avesse gliocchi da quanto erano scuri. Quel mascalzone! Si è permesso diprendere la vita al mio papà. Ricordati Daniele: chi ruba una vita,vende la sua al Diavolo. Non dimenticarlo mai.>>
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Il viaggio nell'oblio
Teen FictionCosa succederebbe se per un motivo sconosciuto la tua esistenza venisse spazzata via all'improvviso? Daniele si ritroverà senza un apparente motivo, a vivere all'Inferno, dove conoscerà alcuni dei personaggi più famosi della letteratura italiana, pr...