CAPITOLO 22

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Avevo troppa paura per tornare indietro da solo... Ero invisibile e nessuna mi poteva vedere: nemmeno un amico per aiutarmi!

Andai al mio dormitorio, mi misi dei vestiti almeno da definire che ero qualcuno!

Corsi in tutti corridoi della scuola, fino a trovarmi davanti alla porta dell' ufficio dl preside, mi ci addentrai senza nemmeno bussare; lo sorpresi mentre si stava fumando una di quelle comuni pipe che usano gli anziani, e stava leggendo un giornale.

Sembrava non essersi accorto che io ero entrato, forse perchè teneva il giornale alto e ciò gli limitava la visuale: per cui decise di chiarirmi la voce,ma data l' anzianità non si mosse; insistetti ma nulla da fare.

Urlai:"Presideeeeee"

Egli sobbalzò sulla sua poltrona:" Chi è? Chi osa disturbami?"

"Preside, sono io: Alfry! So di essere senza facc..."

Mi fermò urlando a squarciagola:" Stammi distante, fantasma..."

Cercai di spiegarmi ma lui si ostinava a non farmi finire la frase: "Ula volatis eum"

Mi sentii tirare dall' alto, in effetti stavo volando, ma ero immobilizzato, ed ero sotto il controllo del preside.

Guardai in basso per cercare di spiegarmi e chiarire che non ero di certo un fantasma: era solo che non sapevo tornale ai miei aspetti normali! Notai il fumo della pipa provenire da dietro il divanetto:" Preside, sono Alfry un allievo del primo corso... Mi deve lasciar parlare, sono in pericolo, anzi siamo in percolo!"

Lui finalmente mi comprese, ma non era del tutto sicuro, lo notai perchè aveva ancora quell' aria intimorita, ma non tanto dal fatto che mi aveva scambiato per un fantasma, ma piuttosto perchè gli avevo fatto prendere davvero tanta paura quando urlai per cercare la sua attenzione.

Mi fece scendere puntando con la sua mano tremante, la bacchetta su di me e mi appoggiai delicatamente a marmo color bianco perla con delle sfumature nere.

Pensai un secondo come organizzare il discorso senza farlo spaventare un' ennesima volta:

"Prima sono stato ingannato e per sfuggire a.... a quel problemino decisi di diventare invisibile seguendo una formula, ma ora non so più tornare normale: Lei sa qualche rimedio?"

Mi puntò di nuovo la sua bacchetta, cosa che mi metteva un po d' ansia e poi disse:" Riturnum commetisiss primatu"

Mi guardai le man per vedere se ero tornato come prima, fino a quando una forza mi faceva girare su me stesso, dopo qualche minuto si fermò evitando un possibile rigurgito da parte mia!

Mi controllai in uno specchio: ero tornato normale!

Adesso dovevo trovare il modo di dire al preside che non era un problemimo ma era venuta a far visita alla scuola la loro più grande nemica, eravamo tutti in grande pericolo!! Presi fiato e cercai dirlo nel modo più tranquillo che potei:

"Vede... Riguardo al piccolo problemino che intendevo prima, in realtà si tratta di un nemico. Anzi una nemica"

Si vede che il mio atteggiamento gentile aveva funzionato, o forse non aveva ancora capito la gravità del problemino! Cercai di spiegarmi un po meglio:

"Emm... Questa nemica della quale le parlavo si chiama.........."

Mi interruppe mettendomi ansia, avevo paura che cedesse in un infarto

Ripresi:

"Mihalla."

A quella mia affermazione si susseguì uno di quei momenti di silenzio, come quando cerchi di concentrarti nel pieno caos... Ti isoli da tutto

Quel momento non durò molto, dalle vecchie e tremanti mani del preside cadde la pipa, che, anche se caduta su un tappeto, fu come sentire che un edificio stesse cadendo nel pieno di un terremoto.

La faccia del preside andava dal color verde acceso, come quei prati all'inglese delle classiche ville americane, ad un bianco color panna, ogni tanto avorio...

Per un momento ebbi paura che cedesse per terra, ma fortunatamente si riprese tirando fuori da un armadio che aveva in studio una bottiglia di grappa, e il classico bicchierino da grappino post-cena, lo riempì fino all'orlo... Tutto d' un fiato.

Fece un forte sospiro che fu quasi inquietante in quella situazione, avevo timore che se la potesse prendere con me; poi cercò di parlarmi anche se era ancora un po tramortito:

"Quindi Mihalla è venuta a farci visita?"

Lo disse quasi sorridendo, ma poi improvvisamente diventò rosso acceso, anzi più rosso mattone, e urlando mi disse:" Il che vuol dire che c' è il peggior nemico della scuola qui????"

Volevo annuire ma mi trattenni per non peggiorare la situazione, poi riprese con un tono di voce abbastanza forte:

"Ma perché hai aspettato tanto a dirmelo, avevi per caso paura della mia reazione? Bene! Così hai fatto peggio!"

"Dov'è Marcus?? Marcusssss... vieni subito!"

Intuii che fosse il maggiordomo, ma la conferma mi fu stata data solo quando si presentò un uomo in giacca e papillion!

" Si sign.re Preside?"

"Marcus, Mihalla è venuta a trovarci un' altra volta..."

Un' altra volta com'è possibile, vuol dire che Mihalla si era già presentata alla scuola!

Il preside continuò:" Desidero che raduniate tutti i soldati di difesa della scuola, e che tutti gli studenti vengano messi nei bunker! " Poi mi lanciò un' occhiataccia:" Anche tu!"

Ad un certo punto mentre seguivo Marcus per andare ai bunker della scuola, mi strusciò qualcosa sulla spalla, la prima volta intuii che ero solo suggestionato ed un'altra volta sulle gambe ed infine sul collo... Poteva essere Fred che era ancora invisibile oppure poteva essere stata anche Mihalla!

La cosa mi spaventò.

Iniziarono a suonare le sirene, e dalle finestre scesero delle inferiate molto spesse, si sentivano tutte le urla degli studenti, spaventati!

Ci radunarono nel bunker.

Ci assegnarono un numero di riconoscimento ciascuno io ero il numero: 43 B!

Iniziarono a raccontarci la storia di Mihalla:

" Era una studentessa della scuola, e un giorno il nostro pianeta fu attaccato, e gli studenti che avevano i numeri 43B e 44A, furono rapiti ed addestrati come super- cattivi, Mihalla cercò più volte di sfuggire, ma invano... Al che diventò la più grande malefica del mondo....."

Anch'io ero il numero 43B, dovevo trovare il numero 44A...

Ero in grave pericolo!

Intravidi il cartellino "44A", ma nel caos e nella paura degli studenti lo persi...








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