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Felix pov:
«LIX? LIX DIVE SEI?» sentì gridare, era mia sorella. nn volevo andarmene. «LIX ANDIAMO POI MAMMA SI ARRABBIA.»urlò ancora. «BU!» «AH! stronzo.» nn è colpa mia se mi piace arrampicarmi. «io nn voglio andare a casa.» sbuffai «neanche io ma poi mamma si arrabbia, nn vuoi che mamma si arrabbi vero?» nn volevo si arrabbiasse anche pk effettivamente si arrabbiava sempre con mia sorella. le faceva male nn volevo. «andiamo a casa.» dissi. «sis come ti sei fatta quella ferita in fronte?» nn rispose avevo già capito come se l'è fatta. «siamo tornati.» «FINALMENTE SIETE ARRIVATI.» ohoh, «vai vai in camera tua, quando nn mi senti più scendi e corri dalla polizia con del sangue in viso. anche se nn è tuo anche se io starò lì piena di sangue tu corri dalla polizia. capito?» io annuì. scappai in camera mia, avevo 10 anni nn sapevo cosa fare oltre ad ascoltare quello che aveva detto mia sorella. sentì diverse urla sia di mia sorella che di mia madre. poi un grande tonfo e silenzio. dopo un po' il pianto di mia madre. scesi le scale. nn credevo ai miei occhi. corsi addosso al corpo di mia sorella. «NO! NO! FAI SCHIFO! COME HAI POTUTO?!» urlai addosso a mia madre. nn ci vedevo più e ho fatto come aveva detto mia sorella. «PRENDIMI SE CI RIESCI!» iniziai a correre ma nn prima di essere sicuro mi stava correndo dietro. «AIUTO! AIUTATE ME E MIA SORELLA! PER FAVORE!» corsi addosso ad un poliziotto. «o mio dio piccolo chi è stato?» «m-mia sorella per favore aiutatela.» «tua sorella? e dov'è?» «a casa.» «FELIX! PICCOLO STRONZETTO DOVE SEI?!» «no aiuto!» ero fortunato tutti mi dicevano sempre che nn sembravo un bambino di 10 anni. a volte ne dimostravo 20 per il mio modo di essere a volte 5 e mezzo per come parlavo. «lei la cattiva.» «SIGNORA SI FERMI.» «prendi il bambino e chiedigli dove abita.» disse il poliziotti ad un suo collega. «si.» successe tutto troppo rapidamente. un momento prima mi trovavo con la mano di un poliziotto muscoloso e in strada il secondo dopo con la mando di una ragazza e in uno studio. mia madre fu arrestata. mia sorella fu messa in osservazione nell'ospedale migliore in quella zona e mio padre fu chiamato per avere di nuovo la costodia mia e di mia sorella. «PAPÀ!» lo andai a salutare. «amore mio per fortuna stai bene.» insieme a lui c'era una donna, nn molto giovane ma nemmeno troppo anziana. «chi è?» chiesi ancora tra le sue braccia indicando la donna. «avrei voluto la conoscessi in un altro momento, è la mia compagna, spero possa diventare la tua nuova mamma, aspettiamo una bambina.» mi disse e la donna mi sorrise. mi piaceva ma avevo paura. «signor lee?» chiamò un dottore che era nella stanza di mia sorella fino a quel momento. «si?» rispose mettendomi giù. «buone notizie, sua figlia respira. dovrebbe svegliarsi a breve.» delle lacrime scesero dal volto di mio padre. «che succede? mia sorella nn sta bene?» «no tesoro tuo padre sta piangendo dalla gioia, tua sorella si sveglierà presto.» mi rispose la donna. «devo chiamarti mamma ora?» chiesi inconsciamente. «solo se lo vuoi.» io annuì. avrei aspettato mia sorella per fare qualsiasi cosa. nei giorni seguenti rimasi a casa ad aspettare che chiamassero per mia sorella. saltai i miei allenamenti di taekwondo. mangiai poco. ero perennemente in ansia. «come sta? la posso vedere?» era questa la cosa che dicevo sempre a mio padre quando tornava. «sta bene, la vedrai quando si sveglia.» sempre la stessa risposta. «IO VOGLIO VEDERLA! FAI SCHIFO COME LA MAMMA!» urlai a mio padre l'ultima volta. «FELIX ASPETTA!» urlò lui a sua volta mentre andavo in camera mia al piano di sopra. poco dopo invece di mio padre venne la sua compagna, papà e mamma avevano divorziato un paio di anni fa e papà si era risposato solo 8 mesi fa. «tesoro, nn arrabbiarti con tuo padre, nn vuole privati di vedere tua sorella, cerca solo di nn farti stare male nel vederla.» mi asciugai le lacrime e il muco con la manica del pigiama. «ma io voglio vederla. sto peggio se nn la vedo.» spiegai.

presto arrivò il mio compleanno e compì 11 anni. mia sorella nn si era ancora svegliata nn avevo voluto fare una festa anche pk di amici nn ne avevo. gli unici erano jungsu, beomgyu e mia cugina rosè. volli aspettare sul divano davanti alla porta ancora mia sorella tornava. arrivarono le 21 di sera. mi chiamarono per andare a cenare e io mi alzai, dopo tanto tempo, dal divano. «che c'è da mangiare?» «il tuo cibo preferito.» mi rispose mia sorella. aspetta MIA SORELLA?! «sto sognando nn è vero?» «no campione sono reale, sei stato bravissimo.» mi disse lei e io andai ad abbracciarla. tutti continuavano a ripetere che eravamo uniti peggio di due cozze. quelle si riescono a staccare noi due no, una volta che ci staccavamo la nostra vita diventava un inferno. «I MISSED YOU SO SO SO MUCH» «anche tu.» «la mamma nn c'è più. è andata in carcere.» «nn chiamarla mamma anzi nn pensarla proprio più. ora la nostra nuova mamma è la compagna di papà.» disse lei senza quasi neanche respirare. io annuì.

poco dopo nacque la loro bambina ma io e mia sorella eravamo sempre insieme, la notte quando tutti erano impegnati ad occuparsi della neonata noi eravamo in camera mia abbracciati e che dormivamo come se nn ci fosse nient'altro attorno a noi. avevo 11 anni e mezzo e avevo ancora bisogno della mia sorellona, ne ho bisogno ancora ora a 23 anni che ci posso fare? è l'unico elemento femminile sensato nella mia vita oltre a mia cugina. con loro due mi aprivo. le prime due persone a scoprire del mio orientamento sessuale indovinate chi sono state? esatto mia sorella e mia cugina. mia cugina fece coming out insieme a me come bi e mia sorella ammise di essere pan. la mia vita da quell'anno andò come la vita di un normalissimo bambino di 12 anni: andavo a scuola, tornavo e studiavo, restavo il resto del tempo con i miei amici e mia sorella. arrivava l'estate e andiavamo al mare. ora vi chiederete : ma pk sei arrivato ad arruolarti? avevi tutto, una sorella da cui nn riuscivi a staccarti e degli amici. be cari miei, sapete mia sorella minore? è crescita come una bambina viziata e omofobia. nn pk i miei la viziavano o le dicevano che l'omosessualità era una malattia ma per colpa della società. fu lei a mandarmi qui. nn avevo altra scelta che asecondarla. pk? pk mi aveva incastrato. o mi arruolavo o mi faceva saltare tutti i miei sforzi a scuola. e poi ci volevo andare già da un po' ai militari. io e mia sorella diventammo delle fontane quando dovetti andarmene. salutai la mia ormai mamma e mio padre e partì.

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angolo autore
scusate fa cagare questo capitolo. btw forse addio è stato bello.

passati raccontati:
seungmin.
Felix.

nn la smetterò fino a quando nn ci riuscirò-hyunlix Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora