OTTO

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Abel uscì dal bagno, sfoggiando un elegantissimo pigiama di pile, rosa, con tanto di cappuccio con orecchie e corno glitterato.

-Un unicorno- disse Florian e lui gli rivolse un'occhiataccia.

-Sei tornato-

Il vampiro indicò con un gesto approssimativo le buste sopra il tavolo. -Sono andato a fare la spesa-

-Te lo avevo detto- disse Reik.

Abel sbuffò e si precipitò verso Florian, abbracciandolo di slancio in vita. L'uomo lo ricambiò con incertezza e – anche se Abel non lo stava guardando in viso – era certo che il suo compagno stesse facendo qualche smorfia in direzione dell'altro, forse in cerca di spiegazioni per il suo strano comportamento. Dopotutto, era risaputo che Abel non era avvezzo a regalare coccole con tanta facilità. Se ne era privato per tanto tempo da essersi creato una nomea di persona quasi del tutto anaffettiva.

-Tutto bene?- gli chiese e lui annuì, strofinando una guancia contro il tessuto sottile della sua camicia. Gliel'avrebbe volentieri strappata di dosso, per entrare in contatto diretto con la sua pelle, ma sapeva che Florian si sarebbe lamentato per i dannati bottoni. -Sicuro di stare bene?-

Sciolse l'abbraccio. -Sei troppo elegante- borbottò, fissando la mise sfoggiata dal suo amante: un completo di sartoria, che pareva essergli stato cucito addosso per fare risaltare ogni millimetro del suo corpo. Pantaloni, giacca, gilet, camicia e persino cravatta.
Troppo elegante.

-Sei tu che hai uno stile discutibile- ribatté Reik.

Abel si alzò il cappuccio sulla testa. -Mi distinguo dalla massa-

Reik rise e scosse la testa, mentre lui correva a sedersi sul piano da lavoro della cucina e Florian iniziava a svuotare le buste e a sistemare la spesa, aiutato dall'altro.

-Quindi... anche tu credi che il mio amore fantastico, meraviglioso, anzi no. Idilliaco e immortale, per Hauke, è una cosa con cui non potrai mai competere?- chiese a bruciapelo e Florian trasalì.

Reik gli rivolse uno sguardo severo.
Litigare. Wow. Come sono bravo a litigare. Perché non metteva un punto a tutta quella storia e si decideva di andare avanti sul serio?

Non posso andare avanti così, non posso lasciarmi questi dubbi. Aggrottò la fronte. Stava cominciando a dubitare dei suoi amanti?

Florian scrollò le spalle con eleganza e si aggiustò il nodo della cravatta con tocchi distratti – era già stato perfetto prima, ma evidentemente aveva avuto bisogno di una distrazione. Florian non era mai stato tipo da tante parole – Abel aveva sempre compensato per lui. E Reik: Reik aveva, addirittura, spesso parlato direttamente al posto suo.
Chissà come se la caverà stavolta.

-Dipende da come deciderai di reagire, amore...-

-Detesto quando mi chiamate amore in situazioni come questa- lo interruppe.

-Stai litigando pure con Florian?- chiese Reik, occupando una sedia. Sbuffò e si passò una mano tra i capelli.

Abel si strinse nelle spalle e prese a dondolare i piedi con fare infantile. -Non avevi cose più importanti a cui pensare?-

-Non litigate...- disse Florian e fece scorrere lo sguardo tra i due, mantenendo un'espressione tesa. -Di nuovo- aggiunse con un sospiro cupo.

-Reik è geloso del mio amore per Hauke-

-Non ho mai detto questo-

-Che cosa cambia dal dire che non puoi competere con questi miei sentimenti per lui?- urlò Abel. -Cosa sono? Una cazzo di pignatta? Non può esserci vincitore quando non c'è neanche il premio!- e scese dal piano da lavoro della cucina, indicandosi approssimativamente con il cenno stizzito di una mano. -Sono questo. Prendere o lasciare-

ARABESQUE ~ Capitolo 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora