Lo amavo, Lo amo, Lo amerò

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Le nostre labbra erano pronte a sfiorarsi ma Alex abbassò lo sguardo "non posso farlo" sussurrò.

Rimasi immobile, quasi impassibile, forse era la fine. Andai in cassa a pagare l' abito, mi avvicinai mantenendo la distanza
"Scusami..." Era l'unica parola che riuscì ad uscire dalla mia
Piccola bocca..
Alzò lo sguardo, mi fissò
Lo fissai
Scappai via.

Quella sera fu bestiale, non riuscivo nemmeno a guardarmi allo specchio e mi sentivo in colpa per tutto, avevo combinato un casino. Dovevo dimenticarlo, sapendo che non ce l'avrei mai fatta. Era più importante la sua felicità, la sua storia di quasi due anni e io dovevo rimanere nell'ombra.

I giorni a scuola seguenti non ci guardammo nemmeno in faccia e stavo morendo della sua mancanza. Stringevo tra le mani quella collana che mi aveva regalato, ripensando alle sue parole.. Era come se mi fosse rimasto solo il suo ricordo che mi rompeva le viscere. Io lo amavo, lo amo e lo amerò.
****

Era passata una settimana e nessuno poteva immaginare quanto mi mancava. Passavo le giornate con le cuffie alle orecchie perché sentivo che niente a parte la musica riuscisse a farmi sentire viva come faceva lui.
Decisi che finita la scuola sarei tornata nel parchetto dove lo avevo conosciuto. Avevo con me un pennarello indelebile nero e su una panchina lasciai questa scritta "ti assicuro che ti avrei sempre scelto a prescindere da tutti perché uno come te non lo trovo da nessuna parte. Non siamo un *noi* da sempre ma promettimi che lo saremo per sempre. TI AMO"

Da una parte speravo che passasse di li e lo leggesse, dall'altra speravo di rimanere nell'ombra per non peggiorare ancora di più le cose.

Rimasi nel parchetto tutto il pomeriggio ascoltando musica e ricordando ogni nostro momento.

Erano le 6 di sera decisi di rientrare...

...
"Camilla dove sei stata?" Mi chiese mia madre innervosita
"Fuori." Risposi arrogantemente
"Sta sera niente cena!" Urlò incazzata nera.
"Va bene!" Risposi per non farmi vedere debole.
Salii in camera, mi feci un bagno caldo e misi i pantaloni della tuta e una canotta nera. Mi coricai intorno alle 22,00 con le lacrime agli occhi.

Ero stanca della mia vita.

Mi svegliai da sola la mattina seguente, strano che mia mamma non fosse venuta a svegliarmi.
Indossai una camicetta con sopra un maglione, i jeans e le Nike.
Mi truccai e feci una treccia. Poi andai in camera di mia madre per vedere se era tutto a posto

"Camilla, ho già avvisato il mio capo, ho una forte nausea e molto mal di testa, oggi starò a casa" mi disse con voce sofferente.
"... D'accordo..." Risposi insicura. La guardai meglio, qualcosa non andava per niente.. Ma feci finta di nulla e scesi a fare colazione...
Quella mattina a scuola ero preoccupata non so nemmeno io per quale motivo.
Continuavo a girarmi verso Alex che mi fissava ininterrottamente.
Avevo bisogno di lui.
In tutti i sensi.
"Ho bisogno di parlarti, é ungente!" Mi disse
Non so cosa mi prese ma annuii.

Immersa nei miei pensieri, intorno alle 13,00 mi squillo il telefono....

Tra amore e amicizia c'è la distanza di un bacioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora