Unica così come sei, io direi meravigliosa

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Entrai in quella che sarebbe dovuta diventare la mia camera da letto.. Era abbastanza grande con le pareti bianche sporche e senza mobili, si vedeva che era in disuso da molto tempo

"Andiamo ai grandi magazzini. Li troveremo sicuramente qualcosa per arredarla.."

Per le pareti scelsi un blu scuro per quella principale e il bianco ghiaccio per le altre; poi comprammo un armadio bianco lucido, comprammo anche un letto e una scrivania; mancava solo una libreria ma Alex si ricordò di averne una vecchia in garage.
Micol, suo padre, scelse un tappeto blu per completare l'opera e l'ordine partì, ci sarebbe voluto qualche giorno per le consegne.

Tornammo a casa entusiasti, io un po meno cercando però di non darlo a vedere per non creare soggezione. Erano le 16,00 di pomeriggio.. Io e Alex infilammo due vecchi grembiuli, aprimmo la vernice e iniziammo a tinteggiare la stanza..
Dopo qualche pennellata, mi si avvicinò con il pennello imbrattato di tinta passandomelo in viso
Rise
Risi
I nostri occhi si incontrarono ancora, come al nostro primo incontro e tutto mi riportò al bigliettino che mi aveva scritto il giorno prima a scuola prima che corsi via dove diceva che doveva parlarmi...
"Alex" si girò di scatto verso di me "cosa dovevi dirmi ieri in classe?"
Mi guardò con sguardo impietrito, forse sperava me ne fossi dimenticata "Camilla sei sicura di volerlo sapere proprio adesso?!" Rispose
"Si, non preoccuparti" ci guardammo
"Camilla durante queste settimane non ho fatto altro che pensare a quello che stava per succedere dentro al negozio, ed era sbagliato per me e credo anche per te. Eppure qualcosa ci spingeva a farlo.. Non ne capisco il motivo.
Eppure tu lo sai, tra due settimane circa farò il secondo anniversario con Fannie , rivedendola e tutto ritornerà come prima anche se ultimamente la sento sempre più distante.
Ad ogni modo Quello che volevo dirti é che mi sei mancata Cami, non puoi nemmeno immaginare come hai sconvolto la mia vita rendendola unica e meravigliosa, ti voglio bene piccola mia."
Mi si avvicinò e mi strinse tra le sue muscolose braccia, mi sentivo protetta da ogni pericolo del mondo.

Avevo le lacrime per quelle parole, come avevo potuto pensare di rovinare il nostro rapporto per una botta di testa.. Lui doveva essere solo un mio amico, eppure più cercavo di impormelo mi rendendolo conto di quando fosse impossibile.
Non risposi, aveva detto troppe cose che mi avevano scombussolata ancora di più. Tolsi il grembiule, presi la borsa e avvisai che non sarei tornata dopo un'ora ma ora avevo bisogno di andare a trovare la mamma.

Quell'immensa struttura grigia mi incuteva paura ma ora ero lì per altri motivi.
Mi diressi alla stanza 1910 dove c'era mia madre. Appena la rividi le lacrime iniziarono a uscire da sole ed un dottore mi si avvicinò
"Hai paura non é vero? Ma ricordati che ogni paura diventa gioia, come la preoccupazione in sollievo; tutto ha una fine, non solo le cose belle, ma questo davanti a te non sará un punto semplicemente una virgola che serve per prendere fiato e ritornare a respirare" si voltò andandosene senza darmi il tempo di rispondere.

Forse aveva ragione, non bisognava dare sempre tutto per scontato ma lottare per ciò di cui si ha davvero bisogno. Rimasi lì per circa un'ora e mezza ma nulla oltre agli occhi gonfi e la gola secca aveva un vero senso. Erano quasi le 19,00 e rientrai in casa.

Entrai nella camera di Alex e lo trovai li, con le ginocchia al petto a piangere.. Appena si accorse della mia presenza cercò di coprirsi il viso ma era troppo tardi.

Vi avvicinai e mi sedetti al suo fianco, lo strinsi tra le mie semplici braccia e gli accarezzai dolcemente la testa.

Passano la serata tra lacrime amare, tra sguardi sofferti, senza parlare dei nostri problemi.
Ero innamorata di lui anche per questo, perché anche nel bel mezzo di un piccolo disastro, lui era l'unico che riusciva a farmi sentire ancora adeguata a questo mondo.

Sentimmo bussare alla porta, era Anne, sua madre "ragazzi la cena é pronta, avete fame?"
"Arrivo..."le rispose Alex
"Io non ho fame ma vengo volentieri a farvi compagnia"risposi
"D'accordo, ma dovrai pure mangiare qualcosa... Non puoi vivere d'aria" mi sorrise lei..

Dopo cena Alex mi prese per mano portandomi in camera sua
"Cami ti infastidisce dormire con me queste notti finché non arriverà il tuo letto?" Mi chiese imbarazzato
"N-no.." Sussurrai

In realtà non aspettavo nient'altro.
Ci cambiammo, e ci rannicchiamo sotto le coperte. Eravamo appiccicati, come se ci unisse una calamita.
Iniziò a baciarmi il collo, salendo sempre più sfiorando la mia bocca non osando però toccarla.

Lo fissai profondamente, qualcosa in lui non andava
"Alex, perché piangevi?" Chiesi sussurrando tutto d'un fiato
Mi guardò
"Vedi Cami, sento che con Funnie le cose non vanno. Non mi scrive più, non riusciamo a chiamarci e usa come scusa i troppi impegni scolastici.. Non sono stupido, so che c'è qualcosa sotto che ho paura di scoprire. Tra due settimane la rivedrò a sua insaputa e sono curioso della sua reazione"

"Buona notte Piccola" mi disse concludendo
"Buona notte" lo accarezzai.

Mi girai sul fianco ed improvviso sentii il suo profumo sul mio collo
"Sei stupenda quando sorridi, sei bella quando mi guardi, sei unica quando cerchi di consolarmi, sei semplicemente la mia piccola"

Passai quella notte ad occhi chiusi senza dormire a pensare alle parole che mi aveva detto Alex prima di andare a dormire.

Erano circa le due di mattina e un braccio mi strinse la vita..

Tra amore e amicizia c'è la distanza di un bacioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora