Viaggio

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Jisung pov

Changbin: "ma ti muovi che sei in ritardo" si lamentò picchiando i pugni sulla porta del bagno, nel quale ero rinchiuso da ormai più di 15 minuti buoni;
Io: "arrivo arrivo" risposi rimettendo il mio kit di trucchi nel cassetto.

Mi specchiai ancora una volta allo specchio, facendo un breve check generale.

Come avrete intuito, mi stavo preparando per andare da Minho, perciò dovevo essere più attraente possibile naturalmente.

Per questo, mi ero vestito con dei jeans aderenti molto strappati, una camicia bianca smanicata leggermente trasparente e in più mi ero addobbato con il piecing al sopracciglio, diversi accessori sia sul collo che sulle orecchie, il mascara sugli occhi e dei brillantini sparsi sul viso.

Sorrisi, fiero del mio lungo lavoro e aprì una volta per tutte quella povera porta, che era stata maltrattata nei numerosi minuti precedenti.
Changbin: "sembra che devi andare a spose" commentò squadrandomi da testa a piedi;
Io: "dici è che troppo?" chiesi dubbioso;
Changbin: "nah, lui sicuramente è più che felice e poi devi fare colpo" mi tranquillizzò dandomi una pacca amichevole sul sedere;
Io: "ho già fatto colpo" precisai sorpassandolo;
Changbin: "la valigia è già in macchina" disse interrompendo subito la mia camminata;
Io: "oh, grazie" risposi facendo retro front e andando direttamente all'ingresso.

L'altro mi seguì e io mi misi le scarpe, per poi uscire e chiudere la porta a chiave.
Changbin: "passerò io ogni tanto" avvisò andando verso la macchina;
Io: "hai ancora la chiave?" domandai abbastanza stupito;
Changbin: "non sono smemorato come te" mi ricordò salendo in auto.

Concordai e mi sedetti accanto a lui.
Changbin: "sicuro di aver preso tutto?" ribadì insicuro;
Io: "yess, partiamo" affermai allacciando la cintura.

Lui annuì, inserì la chiave e premette sull'acceleratore, sfrecciando sull'afoso asfalto estivo.

Abbassai il finestrino e mi godetti l'aria in piena faccia, rinfrescandomi almeno un pochetto.
Changbin: "mettimi la posizione" mi ordinò tenendo lo sguardo fisso sulla strada.

Estrassi il telefono dai miei pantaloni e andai sulla chat di Minho, il quale mi aveva mandato ciò che mi serviva giusto poche ore prima.

Appena trovai il messaggio, appoggiai il dispositivo nel buco poco distante dal volante, in modo tale che il castano potesse vederlo senza distrazioni.
Io: "metto Jessi" lo avvisai accendendo la radio.

Mi passò il suo telefono e io lo collegai alla macchina, mettendo il suo Spotify.
Io: "a caso?" chiesi andando sull'artista prescelta.

Lui annuì, così cliccai sulla freccetta nera e verde, facendone partire una a caso.

Alla fine, passammo tutto il viaggio a cantare e fare dei piccoli balletti stupidi, facendoci anche dei selfie osceni.
Changbin: "dovrebbe mancare poco" annunciò imboccando una stretta via ghiaiosa;
Io: "sempre che non abbia cliccato qualcosa e stiamo andando ad Italy city" precisai guardando gli alberi che ci scorrevano lentamente accanto;
Changbin: "speriamo" sussurrò accelerando lievemente.

Continuò la stradina per alcuni metri, ma finalmente essa si espanse in una piccola piazzetta.

Scorsi una piccola casa in legno nascosta dietro qualche albero e il maggiore parcheggiò.
Changbin: "non devo entrare, vero?" domandò girandosi verso di me;
Io: "e se lì ci vive un vecchio pazzo con il fucile?" ipotizzai ironicamente;
Changbin: "non potrà mai essere peggio di Hyunjin" rispose ovvio facendomi l'occhiolino;
Io: "vero" concordai ridacchiando.

Lui mi sorrise e mi abbracciò.
Changbin: "scrivimi per qualsiasi cosa e usate le protezioni" proferì mentre io uscivo dall'auto;
Io: "in realtà fino adesso non le abbiamo mai usate" esposi andando verso il baule.

In risposta, sentì la portiera aprirsi e vidi il castano guardarmi basito.
Changbin: "MAI?" urlò stupito;
Io: "eravamo in università, come facevamo?" mi difesi estraendo la valigia e richiudendo lo sportello.

L'altro mi guardò ancora più scandalizzato e io mi avvicinai a lui, ridendo.
Io: "ci sentiamo Bin" lo salutai stringendolo di nuovo tra le mie braccia.

Mi diede qualche pacca sulla spalla e ci dividemmo una volta per tutte.

In poco tempo scomparì dalla mia vista e io afferrai la valigia, dirigendomi verso la casa.

Scavalcai diverse radici sporgenti e bussai alla porta d'ingresso.

Sentì diversi trafficamenti dall'altra parte, ma finalmente la porta di aprì.
Io: "ciao Min" lo salutai sorridendogli;
Minho: "entra" disse spostandosi di lato.

Gli sorrisi ed entrai, trascinandomi dietro la valigia.

Chiuse a chiave e io mi guardai attentamente intorno, scannerizzando la stanza.

Era una semplice casina di montagna, con un divano, una tv, un tavolino per quattro persone e la piccola cucina attaccata al salotto.
Minho: "non è molto, ma ci sono due stanze" definì alzando le spalle;
Io: "è quasi più grande di casa mia" commentai rilasciando una breve e sottile risata;
Minho: "vieni che ti mostro la stanza" disse strappandomi di mano la valigia;
Io: "a-ah, grazie" balbettai facendogli un piccolo sorriso.

Lui ricambiò e mi guidò su per le scale infondo alla stanza.

Arrivammo al corridoio del secondo piano e ci si pararono davanti due porte praticamente attaccate, più un'altra poco distante.

Andò verso quella a sinistra e la aprì, rivelando una camera accogliente e luminosa, con un letto matrimoniale al centro e due armadi.
Io: "che carina" esposi guardandomi in giro;
Minho: "ti ho appena cambiato tutto, dimmi se c'è qualcosa che non va" definì poggiando la valigia accanto al letto.

Io mi buttai su quest'ultimo, stringendo la coperta tra le mie dita.
Minho: "sei stanco?" domandò guardandomi preoccupato;
Io: "no, volevo solo provare a vedere se era morbido" spiegai sedendomi.

Il moro mi fissò per qualche secondo, facendo scorrere gli occhi su tutta la mia figura.
Io: "ho qualcosa che non va?" borbottai controllandomi l'outfit;
Minho: "no, sei bellissimo" spiattellò bloccando le sue pupille sulle mie.

A quelle parole, il mio corpo avvampò completamente e i miei occhi si spalancarono dalla sorpresa.
Io: "g-grazie" balbettai abbassando lo sguardo, imbarazzato.

Rimanemmo in silenzio per un po', fino a quando il maggiore lo spezzò.
Minho: "sistema pure la valigia, io vado giù" disse iniziando ad indietreggiare;
Io: "certo, arrivo subito" affermai alzando la testa.

Mi sorrise e uscì dalla stanza, mentre io mi alzai e aprì la valigia.

Divisi tutti i miei indumenti e li sistemai ognuno in dei cassetti diversi, in modo tale da organizzarmi almeno un minimo.

Tolsi le converse nere e le misi accanto alla porta, per poi indossare le ciabatte che stranamente mi ero ricordato di portare.

Finito di sistemare tutto, potei finalmente scendere e stare col padrone di casa.

~
E si parteee😈

Il nuovo professore~Minsung Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora