Casa tua o casa mia?

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Jisung pov
2 settimane dopo*

Minho: "JIS" mi chiamò urlando dal piano di sotto per la centesima volta, così da farsi sentire;
Io: "ARRIVO" strillai in risposta, cacciando nella valigia tutti i miei indumenti a cazzo di cane.

Diedi un'ultima occhiata veloce alla camera e assicurato che non ci fosse più niente, scesi di corsa le scale, sbattendo la valigia da tutte le parti.
Minho: "vuoi demolirmi la casa per caso?" chiese ironicamente guardandomi con un sorrisetto divertito e le braccia conserte;
Io: "nah, dobbiamo tornarci prima o poi, quindi intanto la risparmio" negai accostandomi a lui.

Mi sorrise e mi strappò di mano la valigia, uscendo dalla casa.

Chiuse la porta, inserendo poi le chiavi nella testa di una piccola statuetta di un gatto sul davanzale della finestra a destra.
Io: "wow" borbottai sorpreso;
Minho: "lo so, sono un genio" si vantò andando sul retro.

Alzai gli occhi al cielo e lo seguì, arrivando all'altro garage, in cui era conservata la sua macchina.

Alzò la cler e infilò i bagagli nel baule, mentre io salivo già a bordo.
Minho: "ti porto a casa, giusto?" domandò accomodandosi accanto a me e chiudendo la portiera;
Io: "sì beh, a meno che vuoi chiedermi già di trasferirci insieme" risposi con un filo di ironia, anche se in realtà lo speravo veramente;
Minho: "se vuoi la mia casa è abbastanza grande" espresse facendo retromarcia, inoltrandosi nella via ghiaiosa;
Io: "scherzavo, non voglio disturbarti" ribattei allacciando la cintura di sicurezza;
Minho: "lo sai che non mi dai mai fastidio e poi mi sentirei meno solo" ribadì richiudendo tramite il telecomando la cler e imboccando l'unica via d'uscita;
Io: "davvero?" bofonchiai ancora esitante;
Minho: "beh, anche tu vivi da solo, no? Non ti senti solo?" chiese tirandomi una veloce occhiata furtiva;
Io: "a volte" affermai guardando la strada davanti a noi, che man mano passava sempre più velocemente;
Minho: "ecco, allora problema risolto" concluse restando concentrato sulla guida;
Io: "allora andiamo da te?" domandai per sicurezza;
Minho: "esatto" assentì poggiando una mano sulla mia coscia, stringendola tra il suo palmo.

Le mie labbra reagirono da sole, sollevando automaticamente gli angoli e dando vita ad un sorriso luminoso, che solo il maggiore riusciva a farmi nascere.

Poggiai la mia mano sopra la sua, portando le nostre dita a legarsi, gesto ormai volontario e notai con la coda dell'occhio il moro sorridere come me.
Io: "quando inizi a lavorare?" chiesi dopo qualche minuto di silenzio;
Minho: "in teoria lunedì" rispose dubitante;
Io: "anche io devo andare in università" bofonchiai poggiando il mento sul mio pugno, sorretto dal gomito posizionato accanto al finestrino;
Minho: "abbiamo ancora 3 giorni per riposarci almeno" commentò esponendo il lato positivo della situazione;
Io: "e poi inizieranno gli insulti e le occhiatacce disgustate" borbottai ancora più infastidito;
Minho: "se succede dimmelo che vengo lì e li ammazzo tutti" promise con tono duro.

Risi, scuotendo la testa a destra e sinistra, divertito dalla sua determinazione.
Minho: "che ridi? Sono serio io" controbatté guardandomi male;
Io: "ti amo" dichiarai continuando a ridacchiare;
Minho: "io di più" sentenziò sorridendo tra sé e sé.

Occupammo il viaggio a parlare, scherzare, insultarci e cantare la musica della mia playlist, ammazzando il tempo molto più velocemente.
Io: "siamo già arrivati?" mi stupì notando la casa del guidatore in lontananza;
Minho: "yea" confermò rallentando.

Parcheggiò nel garage e dopo aver preso le valigie, ci dirigemmo all'ingresso della dimora.

Sgargiò per 5 minuti buoni nella tasca della sua giacca, ma alla fine trovò la chiave di casa e aprì la porta.
Minho: "dopo di te" disse spostandosi di lato.

Gli sorrisi e lo sorpassai, facendo il mio ingresso nella casa, che da oggi in poi non sarebbe stata sua, bensì nostra.
Minho: "non è grande lo so, ma sto già facendo le mie ricerche per trasferirci" mi avvisò poggiando tutte le valigie all'ingresso;
Io: "ma no Minho, non devi" lo tranquillizzai continuando a mostrare sempre di più i denti;
Minho: "sì invece, ora andiamo che sistemiamo le cose" impose allungando una mano.

La presi e mi guidò nel corridoio accanto, raggiungendo la porta infondo.

Abbassò la maniglia, rivelando una camera da letto con un letto matrimoniale.
Minho: "ti fa niente dormire insieme? Sennò posso dormire sul diva-" esitò preoccupato;
Io: "no, è perfetto" lo interruppi immediatamente guardandomi in giro per la stanza.

Lo vidi sorridermi di sottecchi, così mi girai completamente verso di lui, circondandogli il collo con le braccia.

Mi avvicinai e feci combaciare le nostre labbra, creando un bacio soave e dolce, che il moro non esitò a ricambiare con grande soddisfazione.

Quando ci staccammo dopo qualche boccheggio, iniziammo a disfare le valigie.
Io: "dato che userò principalmente i tuoi vestiti, i miei li metto in quello piccolo" decisi aprendo il cassetto dell'armadio sulla destra;
Minho: "e se io non volessi?" protestò poggiando i pugni sui suoi fianchi;
Io: "li ruberò" risposi ovvio dividendo i miei boxer dai miei calzini.

Lo sentì ridacchiare e si dedicò anche lui alla sistemazione dei suoi vestiti, posizionando tutto il più decentemente possibile.
Minho: "cosa vuoi per cena?" domandò sfregandosi via la polvere dalle mani;
Io: "pesce" risposi dopo qualche secondo di ripensamenti;
Minho: "dobbiamo andare a fare la spesa" annunciò stiracchiandosi;
Io: "ancora? Ma ci siamo andati manco 3 giorni fa" mi lamentai sbuffando e sollevandomi, dato che ero accovacciato a sistemarmi le ultime maglie;
Minho: "ma se eri tu che volevi a tutti i costi il pollo" precisò guardandomi con faccia accusatoria;
Io: "shh, quelli sono dettagli" lo zittì controllando l'ora sul telefono "sono le 18.21" lo informai sbadigliando;
Minho: "andiamo allora" proferì acchiappandomi una mano e strattonandomi fuori di casa.

E così, ci ritrovammo ancora a vagare per le strade di Seoul.
Io: "dovrò venire sempre anche io?" chiesi sbuffando;
Minho: "sì, se vuoi prenderti ciò che ti piace" confermò facendo passare un'anziana sulle strisce pedonali;
Io: "posso scriverti un bigliettino" proposi speranzoso;
Minho: "potrei accidentalmente perderlo" rispose schiacciando sull'acceleratore;
Io: "accidentalmente" ripetei alzando gli occhi al cielo.

Rise, dandomi una pacca sulla coscia e appena arrivammo a destinazione, prendemmo tutto l'occorrente in poco meno di mezz'ora, caricandoci con 2 sacche colme di cibo, per poi ritornare a casa e prepararci insieme la cena.

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Attenzione, gli Skz (veri) si stanno trasformando, maranza alert 🚨

Il nuovo professore~Minsung Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora