Tuoni e fulmini

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Jisung pov

Un forte lampo fece eco tra le 4 strette pareti in cui ero rinchiuso, facendomi svegliare di scatto.

Accesi la luce e mi guardai in giro per la stanza, cercando di fare lunghi respiri profondi e tranquillizzarmi.

Mi girai e alzai la tapparella, rivelando il vetro della finestra zuppo d'acqua.

Controllai attentamente l'esterno e si poteva chiaramente vedere che c'era un forte vento, dato che gli alberi continuavano a svolazzare a destra e sinistra.

Mentre guardavo un piccolo pino, una scia luminosa tagliò la notte, seguito subito dopo da un assordante scoppiettio.

Richiusi tutto immediatamente, ma proprio mentre stavo per schiacciare il piccolo pulsante della tapparella, percepì un tocco sulla mia spalla.

Balzai in aria, girandomi di scatto e finendo di conseguenza, col culo sul pavimento.

Udì una flebile risata da me conosciuta ormai benissimo a pochi passi da me.

Infatti, quando alzai lo sguardo, le mie ipotesi si avverarono.
Io: "bastardo" mugugnai portandomi una mano sul culo dolorante, che adesso iniziava anche a bruciare;
Minho: "dovevi vedere l-la tua faccia" sibilò continuando a ridere e indicarmi, come se avesse appena visto un film comico;
Io: "YA" urlai aggrappandomi al letto e sollevandomi "sei uno stronzo Lee" lo attaccai mettendo il broncio.

A quel gesto, il maggiore sembrò calmarsi e provò ad avvicinarsi a me, aprendo le braccia.
Io: "via, vattene affanculo" proferì facendo un passo indietro e incrociando le braccia al petto;
Minho: "dai Han, scusa" si scusò continuando ad avanzare;
Io: "no" mi impuntai fissando un punto indefinito del muro sulla destra;
Minho: "non lo faccio più, tesoro" promise cercando il mio sguardo, che ovviamente non voleva saperne di incontrarlo.

Peccato che non riuscì ad impedirlo, appena il suo nomignolo giunse alle mie orecchie, tamburellandomi insistentemente i timpani.
Io: "come mi hai chiamato?" sussurrai sentendo le mie gote accaldarsi;
Minho: "tesoro" ripetè dandomi una piccola spintarella sul petto.

Dato che i muscoli delle mie gambe erano praticamente inesistenti a causa di ieri sera, caddi sul materasso, facendo anche dei minuscoli rimbalzini.

L'altro dal canto suo, si mise a cavalcioni su di me, intrappolandomi e posizionando le mani accanto alla mia faccia.
Io: "c-cosa fai?" balbettai afferrandogli le braccia, ma non provando nemmeno a spingerlo;
Minho: "niente, volevo solo farti scomparire il broncio" spiegò sorridendomi;
Io: "okay l'hai fatto, ora levati" lo snobbai provando ad alzarmi;
Minho: "solo se mi fai un sorriso" insistette afferrandomi le mani e bloccandole accanto al mio viso, obbligando le nostre dita ad intrecciarsi;
Io: "te lo sogni" commentai distogliendo lo sguardo dal suo;
Minho: "guarda che non ho problemi a stare in questa posizione" disse sollevando un angolo della bocca, formando un ghigno;
Io: "fammi ridere tu allora" lo sfidai inchiodando finalmente le nostre pagliuzze luminose;
Minho: "mi stai sfidando, tesoro?" domandò calcando bene l'ultima parolina, detta con una vocina alquanto fastidiosa.

Sbuffai, alzando gli occhi al cielo, ma annuì comunque alla sua domanda.

Avuto la mia conferma, si avvicinò a me, arrivando a far toccare le punte dei nostri nasi, il suo più aguzzo, mentre il mio leggermente schiacciato.

Non mi mossi, deglutendo a vuoto e non distogliendo mai lo sguardo.

Ci eravamo baciati miliardi di volte, anche la sera prima per esempio, ma perché mi sentivo così in ansia?

Il nuovo professore~Minsung Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora