MATTHEW
Quando riapro gli occhi e mi metto in piedi mi rendo subito conto di essere nel giardino dei Miller. Lo so perché nel loro giardino c'è anche la piscina, la quale ha un enorme mosaico sul fondo con una lettera M al centro. Quindi per la prima volta ho compiuto un viaggio all'interno di Los Angeles...
Ok, devo andarmene di qui prima che qualcuno mi veda. Cammino a testa bassa e a passo spedito – ovviamente adesso mi sento benissimo e non ho alcun sintomo, l'andatura da pazzo ubriacone era qualcosa che poteva capitarmi solo davanti a Megan – quando sento qualcuno camminare nella mia direzione... è il Sig. Miller!«Buongiorno Signor Miller» mi affretto a dire sorridendo, «ero giusto venuto a dare un'occhiata al suo giardino, Jason in questi giorni è fuori città e io lo sostituisco.» Sto ancora sorridendo, confido profondamente nel fatto che se mi mostro sicuro non avrà alcun dubbio. Inoltre, i vicini conoscono tutti molto bene Jason e gli hanno affidato da tempo le loro chiavi di casa, quindi la mia presenza qui non dovrebbe destare alcun sospetto.
«Buongiorno Matthew! Allora, come l'hai trovato il mio giardino? Sai che mia moglie ha una vera e proprio fissazione per questo prato? Prenditene cura, mi raccomando!» mi risponde. Direi che sono salvo... ma di lavorare adesso proprio non se ne parla, devo defilarmi e mi serve una scusa. Inoltre, non indosso neanche la divisa da lavoro, quindi sono ben poco credibile in questo momento.
«E' decisamente in ottime condizioni, lei è davvero fortunato ad avere Jason come giardiniere! Direi che possiamo rivederci al suo rientro, per qualche giorno il suo prato è a posto» dico, ovviamente non mi va di lavorare qui in assenza di Jason. Se sparissi all'improvviso e ci fosse lui con me a lavorare sarebbe un conto, ma rovinarmi la reputazione facendo la figura del giardiniere fannullone che svanisce nel nulla proprio non mi va.
«Perfetto! Porta i miei saluti a Jason, mi raccomando!»
«Lo farò» rispondo sorridendo ancora.Ho capito di essermela cavata abbastanza bene e quindi mi affretto a lasciare la casa dei Miller per dirigermi verso casa di Jason... anzi no, mi tocca andare prima da Anthony, ha lui le chiavi.
I successivi dieci minuti li trascorro per la maggior parte a capire come funziona il sistema per aprire le serrande di casa di Jason, poi finalmente posso rilassarmi un po' e buttarmi sotto la doccia. Anche in questo caso la tecnologia di casa di Jason mi coglie impreparato, appena ho aperto il rubinetto una cascata d'acqua mi ha travolto da una fessura al lato della cabina doccia... al diavolo tutta questa tecnologia del pianeta Terra!Dopo la doccia avrei voglia di un caffè, ma per la seconda volta decido che provare ad utilizzare l'aggeggio infernale che per Jason è una macchinetta, non è una buona idea, quindi scelgo una bottiglia di vino dal frigo e me ne verso un bicchiere. Mi accomodo sul divano e cerco il numero di Valery... sono ansioso di parlare con lei e di raccontarle gli ultimi avvenimenti relativi ai viaggi. Compongo il numero, lei risponde dopo diversi squilli.
«Sei tu, Matthew?» chiede.
«Sono io sì, come sapevi che...»
«Me l'ha detto Jason. Sa che non rispondo a numeri di telefono che non conosco, mi ha chiamato per dirmi che avrei dovuto aspettarmi una tua telefonata. Come stai, Matthew? Mi hai fatto prendere un bello spavento l'altra volta! Sei praticamente sparito sotto gli occhi miei e di Jason... mai visto niente del genere, davvero. Direi che quella è senza dubbio stata la seduta di ipnosi più interessante della mia carriera... e pensare che credevo si trattasse di uno scherzo!»
«Sì, beh... io te l'avevo detto...» rispondo.
«Mi hai anche fatto perdere la scommessa con Jason!»
Sorrido.
«Allora, Matt, come stai?» chiede poi lei.
«Bene direi... ma confuso. E stanco. Possiamo incontrarci, Valery?»
«Nel primo pomeriggio ho un impegno. Che ne dici se passo verso le sei?» chiede.
«Sarebbe perfetto. E Valery, se non dovessi...»
«Lo so, Matthew, non preoccuparti. Se non dovessi rispondermi quando suonerò il campanello capirò il perché. L'ho visto con i miei occhi, non devi spiegarmi più niente.»
Ok, non mi resta che aspettare, penso stendendomi sul divano.
Valery è decisamente molto disponibile. Certo, per lei devo rappresentare un paziente molto interessante, ma non so per quale motivo ho sempre pensato che le persone potrebbero scappare via terrorizzate davanti ad un fenomeno come quello che sono costretto a vivere io.
Forse Caleb non ha tutti i torti, forse se le mie sparizioni si verificassero davanti ai nostri genitori non necessariamente mi prenderebbero per pazzo ma mi aiuterebbero e starebbero dalla mia parte... ma cosa farei se invece non riuscissero a convivere con questo problema? Non so se sono pronto a scoprirlo.
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Oltre ogni logica
Science FictionPrimo di una trilogia che condurrà i lettori Oltre ogni logica, Oltre ogni confine e infine Oltre ogni possibilità. A raccontare le vicende di Matthew Milligan e Megan Mitchell sono i protagonisti stessi. Si alternano, infatti, nell'intera narrazio...