MEGAN
Quando rientro a casa trovo mio padre in abbigliamento da corsa. Fatto davvero anomalo per due motivi: il primo è che in genere a quest'ora Showman è ancora a lavoro, il secondo è il modo in cui è vestito. Indossa un completino da corsa, probabilmente nuovo di zecca, che però gli sta un po' troppo stretto.
«Ciao Megan, stavo per andare a correre, ti unisci a me?»
Si dà il caso che io non corra da circa dieci anni, ovvero da un'assurda domenica mattina in cui io e Hailey, che era venuta a Los Angeles per qualche giorno, ci incaponimmo di doverlo fare. Dopo una preparazione maniacale, finimmo in tuta ginnica in un parco dall'altro lato della città. Passammo la maggior parte del tempo su una panchina a prendere il sole, salvo brevi camminate veloci per raggiungere il chioschetto e prendere da bere. Al ritorno tornammo a casa in autobus e ripensandoci non posso fare a meno di sorridere ricordando una delle mie più memorabili performance quanto a goffaggine: nel tentativo di prendere al volo un autobus cominciai da lontanissimo a corrergli dietro, per incitare Hailey a fare altrettanto urlavo ci vede, ci vede! e in effetti il conducente mi vide, ma tirò dritto addirittura accelerando un po'.«Gradirei una risposta qualunque, Megan, ma almeno rispondimi» è mio padre, naturalmente per pensare agli affari miei mi sono totalmente astratta.
Vorrei rispondere che se mi conoscesse un minimo saprebbe che ad una richiesta del genere non può che seguire una risposta negativa.
Invece mi limito a scuotere il capo e andare via. Allontanandomi sento che mio padre borbotta qualcosa... capto solo una frase... come sua madre... ma non ho proprio idea di cosa voglia insinuare. E in verità non mi interessa.Entrando in salotto trovo mia madre intenta nella sua abituale attività: starsene seduta sul divano a guardare la televisione. Più che altro la sta fissando, non sembra guardarla o ascoltarla davvero.
Più per fare conversazione che per reale interesse le chiedo come mai papà è già rientrato in casa.
«Deve parlarci... di qualcosa» dice con la solita aria noncurante che la contraddistingue.
In me scatta come una sorta di segnale di pericolo: se mio padre vuole parlare anche con me, di certo c'è una ramanzina in arrivo. Stasera però ho troppo da fare per il blog per potermene stare seduta in un cantuccio a subirmi i suoi sproloqui.Ho deciso... la cosa migliore da fare è non farmi trovare in casa! Cercherò una caffetteria con il free WI-FI e prenderò qualcosa da bere... di certo sarò molto più stimolata a scrivere in un ambiente come Starbucks piuttosto che rintanata nella mia stanza in attesa del rientro a casa di mio padre.
Per questo faccio una doccia rapida ed esco di casa in tempi record.Opto proprio per uno Starbucks che non è lontanissimo da casa mia.
Per fortuna quando arrivo non c'è nessuno in fila e neanche in sala c'è molta gente, per cui mi accomodo su uno dei tavolini con i divanetti.
Prima ancora di tirar fuori tutto l'occorrente per scrivere il post decido di lasciarmi andare a qualche riflessione... l'incontro di prima con Matt è andato abbastanza bene. Mi ha finalmente rivelato qualcosa di sé, inoltre credo di avere avuto la conferma del fatto che anche io gli piaccio.Mio fratello Caleb sa tutto di te.
Queste parole continuano a tornarmi in mente, nel momento in cui Matt le ha dette sono rimasta immobile e senza nulla da rispondere, ma internamente mi sentivo come in estasi.
Matt...
Così misterioso, così enigmatico...
Oggi ho scoperto qualcosa di lui, molto poco in realtà. Tuttavia ho ancora la sensazione che ci sia qualcosa di molto serio e importante di cui non mi ha parlato.
Sembra restio a volermi dire dove abita... probabilmente è solo una mia impressione, fatto sta che a tutt'oggi ancora non mi ha rivelato un'informazione così semplice.
Mio fratello Caleb sa tutto di te.
Questo ovviamente lascia presupporre che suo fratello Caleb sappia che Matt è interessato a me... ma allora perché non chiedermi il numero di telefono per assicurarsi di potermi sentire in qualsiasi momento?
Mi rendo conto di essermi dilungata troppo in queste riflessioni quando guardo il bicchiere di caffè che ho ordinato e lo vedo vuoto.
Avanti, Mitchell, è il momento di mettersi a lavoro, mi dico.
STAI LEGGENDO
Oltre ogni logica
Ciencia FicciónPrimo di una trilogia che condurrà i lettori Oltre ogni logica, Oltre ogni confine e infine Oltre ogni possibilità. A raccontare le vicende di Matthew Milligan e Megan Mitchell sono i protagonisti stessi. Si alternano, infatti, nell'intera narrazio...