Oltre ogni logica

Capitolo XVIII

                                MATTHEW

Chiudo la porta alle mie spalle e mi ci appoggio sopra. Sono totalmente senza parole per quanto è appena successo.

Amo Megan. Finalmente l'ho capito.
L'ha capito Caleb, l'ha capitolo Jason e a quanto pare l'ha capito pure Valery. Adesso ci sono arrivato anche io.

Lei è appena stata qui a farmi una dichiarazione d'amore.
Beh, in effetti non sembrava proprio una dichiarazione d'amore, sembrava più che altro una dichiarazione di guerra.
Ma era chiaro che Megan intendeva il contrario di quello che diceva ad alta voce.

E mentre lei parlava... il modo in cui mi fissava e si rivolgeva a me... tutto mi ha fatto capire di amarla e di voler stare insieme a lei!
Megan... che non conosce praticamente niente di me ma riesce ad amarmi lo stesso.

E io cosa ho fatto?
Come al solito me ne sono stato immobile ad ascoltare l'ennesimo suo monologo, incapace di reagire o di proferire parola... anche perché in tutta onestà mi preoccupava principalmente capire se lei stesse bene.
Avrei voluto risponderle in modo tale da farle capire che il suo interesse è ricambiato, ma praticamene non mi ha dato modo di farlo...
Lei non merita di soffrire a causa dei miei viaggi, delle mie assenze, del fatto che provengo da una realtà parallela. Il pensiero di non farla soffrire prende improvvisamente il sopravvento, forse non dovrei abbandonarmi a questo sentimento se comporta l'eventualità di far soffrire la persona che amo.
Ma no! Devo comunque lottare per lei!
Devo comunque provarci, perché adesso so che non è solo quello che voglio io ma anche quello che vuole lei.

Devo trovare un modo per avere la meglio sui viaggi, devo riuscire a controllarli e a viaggiare quando decido io per poter andare da una realtà all'altra quando ne ho bisogno. Deve esistere una cura e io devo trovarla.
Mi aiuterà Caleb, mi aiuterà anche Valery se sarà necessario... non posso lasciare che i viaggi nello spazio ostacolino la mia felicità.
Sono ancora appoggiato con le spalle alla porta quando Valery interrompe in miei pensieri.

«Ehi Matt, tutto ok? Che ci fai lì impalato?»
Improvvisamente mi scuoto dallo stato di trance in cui ero entrato e mi sento invaso da una nuova energia. Riapro la porta colto da una nuova impellenza: Megan non era del tutto lucida e ho bisogno di sapere che sta bene. Ma sull'ingresso di Jason lei già non c'è più.
«È tutto ok, Matt?» ripete ancora Valery.
«Devi aiutarmi, Valery. Non voglio più viaggiare nello spazio involontariamente. Dobbiamo trovare una soluzione a questa cosa» mentre lo dico l'ho già afferrata per un braccio costringendola a seguirmi nel soggiorno di Jason.

Ci mettiamo a sedere sul divano.
«Certo che ti aiuterò Matt, ci sto già provando. Sei tu che ancora sei indeciso.»
«Come sarebbe?» chiedo.
«Sarebbe... insomma Matt, sei restio a parlare di te, ecco cosa c'è. Se avessi un po' più di fiducia negli altri e ti aprissi di più forse sarebbe più facile aiutarti.»
«Ma se mi sono lasciato ipnotizzare e sono sparito sotto i tuoi occhi...»
«E perché non mi avevi detto di Megan? A quanto pare è una persona importante in questa storia, eppure io ho dovuto scoprire della sua esistenza da Jason perché tu per qualche strano motivo avevi dimenticato di dirmi che lei poteva essere la causa dei tuoi viaggi volontari.»
«Io... sì, beh in effetti...» inizio a dire, ma non termino la frase perché  non saprei come giustificare la cosa se non dicendo che provo imbarazzo per la mia condizione.

Ho appena capito che amo Megan ma mi sento a disagio a parlarne a voce alta perché sento che in qualche modo non è un sentimento lecito.
Io, un ragazzo proveniente da un'altra realtà, che arrivo qui e mi innamoro di Megan pensando che il nostro potrebbe essere un sentimento legittimo al di là di ogni normale concezione.

«Ma certo, Matt, come al solito...» dice Valery.
«Ok, ok» dico io interrompendola, «possiamo parlarne Valery, ti dirò tutto quello che hai bisogno di sapere. Voglio smettere di viaggiare involontariamente e voglio farlo solo quando ne ho bisogno. Inoltre, credo di doverti parlare di un periodo di sette mesi in cui...»
Non faccio in tempo a terminare la frase che mi accascio sul divano e sparisco.