Capitolo 15

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Erano passati due giorni dalle visioni nello specchio, Harry e Ginny si comportavano normalmente nonostante il desiderio crescente in loro che lo specchiò prevedesse, solo per una volta, solo per loro, il futuro... Quel giorno sarebbe stato l'ultimo ad Hogwarts prima delle vacanze di Natale e si erano concessi il pomeriggio per prendere una seria decisione per quelle vacanze. Harry, Ginny e Hermione erano all'ombra di un grande albero per parlare un po' tranquilli nonostante il freddo.

'Allora che farai Herm?' chiese Ginny

'Ve l'ho detto; vado dai miei...' ripeté un po' seccata la ragazza per la continua domanda

'E tu Harry? Sicuro di voler tornare dai Dursley?' chiese ancora la rossa

'Si Ginny...' rispose lui. La verità era un po' seccata di non averli vicini a Natale, proprio quel Natale. Harry notò la faccia delusa della sua ragazza e immaginò il perché così disse

'Bhé potremmo venire alla Tana gli ultimi tre giorni magari! Che ne dici Hermione?'

'Ma non so...- biascicò finché non vide il bagliore negli occhi di Ginny -Oh e va bene! Vengo anche io!'concluse. Si abbracciarono tutti e tre e decisero di rientrare. Passò la serata con loro e con Draco dato che non si sarebbero visti fino al loro ritorno a scuola. Appena entrò in camera si mise a sistemare il baule, infilò il pigiama e si buttò sul letto e si lasciò trasportare dal sonno.

Le delicate urla di Calì che annunciavano ''Hermione! Sveglia siamo in ritardo'' le avevano consentito di aprire gli occhi e di constatare di essere in perfetto anticipo rispetto all'orario stabilito la sera prima.

'Si.. certo.. Buongiorno anche a te, Calì' biascicò Hermione buttandosi dal letto e guadagnandosi un'occhiataccia da parte della sua compagna mentre buttava dal letto anche e altre ragazze del dormitorio. Giacché lei, Harry e Ginny si sarebbero smaterializzati da Hogsmeade, indossò jeans e golfino babbani dopo una veloce doccia, un filo di trucco, scarpe e si precipitò nella sala comune dove si respirava aria di Natale ancora più di quella della Sala Grande adorna di decorazioni, dove si recò poco dopo con gli amici. La colazione fu perfetta e dopo essersi salutata con il suo ragazzo e i suoi amici si smaterializzò. Si materializzò nel secondo viale dopo casa sua per poi dirigersi sulla porta. Prese un bel respiro e suonò, volutamente, il campanello. Subito da dentro si sentì la voce di sua madre gridare ''Arrivo!'', e questa apparse davanti alla porta. Subito un enorme sorriso apparse sul volto della donna nel vedere sua figlia, che venne contagiata. La madre si lanciò verso Hermione e la abbracciò stretta. Circa 15 secondi dopo passati in un tenero abbraccio, la ragazza portò in casa il baule e la gattiera per metterli nell'ingresso prima di essere assalita anche dall'abbraccio del padre. Si sedettero in salotto con una tazza di thé e dopo un po' cominciarono a parlarsi...

'Come sei tornata, tesoro?' chiese il padre

'Mi sono smaterializzata fino a dietro casa' spiegò la ragazza

'Oh bene' concluse l'uomo

'Credevamo che non saresti mai più tornata da noi...' bisbigliò la madre con lo sguardo basso

'Ehi mamma ma cosa dici?' disse Hermione alzandole delicatamente il viso per poterla guardare negli occhi 'Tornerò sempre da voi. Quello che ho fatto... non lo avrei mai voluto fare... Ma dovevo farlo... per proteggervi...'

Un altro assordante silenzio pervase la stanza..

'L'ultima volta che sei venuta...' cominciò il padre '..non ci hai detto cosa è successo'. Hermione trasse un profondo e rumoroso respiro prima di narrare gli ultimi due anni; narrò della ricerca degli Horcrux di Voldemort, narrò dello scontro ad Hogwarts e di tutte le vittime della battaglia, con la voce spezzata dal dolore dei ricordi che stava riesumando. I suoi genitori erano molto tristi sopratutto ora che erano a conoscenza della morte di Fred Weasly giacché loro conoscevano i genitori dei ragazzi. Notando il volto della ragazza la madre decise di cambiare argomento e presero a parlare dell'ultimo anno della ragazza ad Hogwarts e del suo futuro. Parlarono e parlarono anche a cena ed Hermione disse loro dei terribili giorni che aveva trascorso nei sogni e a quanta paura aveva per loro. Il padre era fiero della figlia e quando, finalmente, si coricò si mise a pensare al migliore amico della ragazza: Harry Potter. Questo ragazzo, pensò, ha salvato il mondo magico, sconfitto il più potente mago oscuro di tutti i tempi e perso molte persone: i suoi genitori, il suo padrino, i suoi amici, l'uomo che ammirava di più al mondo, il Preside della scuola, aveva perso più di qualunque altro ragazzo di 18 anni che la storia potesse dimostrare e di questo ne era certo. Provò pena verso quel ragazzo e constatò quanto sua figlia fosse forte e ancora una volta si sentiva degno di lei.

I giorni trascorrevano in modo inesorabilmente veloce e presto arrivò per Hermione la mattina della partenza. Assicurò ai suoi genitori che sarebbe tornata per Pasqua e che gli avrebbe spedito dei gufi per farle sapere che stava bene. Quindi li salutò e si materializzò al numero 2 di Privet Drive per raggiungere Harry al 4. Suonò il campanello e subito in tutta la sua ''altezzosa'' enormità le si presentò davanti Vernon Dursley. La squadrò da capo a piedi per poi dire

'E tu sei...?' Hermione cercò di mantenere un contegno puramente babbano nel rispondere all'idiota domanda postagli

'Buongiorno, Signor Dursley, è un piacere rivederla -cosa ovviamente non vera- sono una cara amica di Harry, posso dire che le sta davvero bene questo panciotto?- altra bugia, ma Vernon non captò il sarcasmo e lo prese come un vero complimento- posso entrare?' concluse lei. Il Dursley si tolse dalla porta e la fece entrare, subito una voce che faceva salire il nervosismo squittì

'Chi è, Vernon?'. Petunia Dursley uscì dalla cucina e un misto fra un falso sorriso e un espressione di disgusto le comparse in volto.

'Sei qui per Harry? Non è ancora tornato, non sporcare quando ti siedi in salotto' disse fredda. Petunia aveva cominciato a nutrire un po' più di rispetto dal giorno in cui aveva segretamente parlato col ragazzo. Ma il disprezzo verso i maghi era sempre alto. Erano sedute in salotto e Hermione cercava di comportarsi normalmente.

'Ha una casa davvero graziosa Signora Dursley...' disse in modo cortese e pienamente bugiardo

'Grazie' rispose secca la donna 'Tu sei una strega vero?' buttò lì poi

'Si, ma non sono una purosangue...' le rispose sicura la ragazza

'Purosangue...?' domandò ignara Petunia

'Significa con entrambi i genitori maghi. Solo che i miei genitori non sono maghi nessuno dei due, e noi figli di Babbani veniamo chiamati volgarmente e maleducatamene Mezzosangue... E' così da sempre ormai...'

'Vuoi dire che i figli di.. persone normali come me e Vernon.. vengono insultati giornalmente da anni?'

'Si... alla fine ci si fa l'abitudine... credo che solo una strega come me ha sempre sopportato oltremodo questo titolo così cattivo...' rispose sottovoce Hermione curiosa della imminente reazione al nome che stava per pronunciare '...sua sorella, la madre di Harry, Lily Evans'. Petunia sbiancò e diresse il suo sguardo dall'altra parte della stanza

'Signora Dursley, -disse Hermione seria- mi permetto di dirle una cosa: dovrebbe trattare meglio Harry e glielo dico per lei, non per lui, perché lui crede davvero che voi e vostro figlio almeno possiate cambiare il rapporto con lui. Perché, anche se non ci credete, lui vi ha salvato la vita, innumerevoli volte... Oh eccolo!' ruppe il momento di serietà non appena la porta si aprì, scattando in piedi e correndo verso l'ingresso lasciando la donna in balia di numerosi pensieri muti.

'Harry!' disse Hermione andando ad abbracciare l'amico lasciandolo a bocca aperta

'Herm non sapevo fossi già arrivata!'

'Si sono in anticipo.. che facciamo andiamo?'

'Oh si certo aspettami fuori, prendo il baule e arrivo', la ragazza annuì, rivolse un ultimo sguardo alla casa ed uscì. Meno di un minuto dopo il suo migliore amico uscì di casa e insieme andarono dietro il numero 2.

'Andiamo?' le chiese Harry

'Andiamo'.

Solo io e te <Dramione>Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora