Anime incrinate

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*Non leggete questo capitolo se siete particolarmente sensibili a determinati temi, quali il suicidio. Questa è una storia inventata e le scene descritte non sono reali, ma voglio lo stesso avvertire qualsiasi lettore si possa imbattere in questa fanfiction e in particolare in questo capitolo.  Grazie per l'attenzione e buona lettura.


La brezza autunnale ballava placidamente scompigliando non solo le foglie di acero ma anche i capelli di Kim Namjoon, il quale camminava sovrappensiero lungo la via serpeggiante e dai colori accesi per arrivare al Museo 6.

Non appena varcò la porta dell'edificio, i suoi amici lo salutarono e con un sonoro sbuffo il ragazzo abbandonò il proprio zaino a terra.

«Allora com'è andata all'università?» chiese Seokjin, notando Namjoon con un'espressione cupa in viso.

Hoseok si nascose dietro lo schermo del computer e si sentì improvvisamente felice di svolgere il lavoro che il Rettore gli aveva dato.

In realtà gli piacque anche, del resto stava controllando le notizie in rete relative a casi di natura sospetta che avrebbe potuto richiedere il loro intervento.

«Se potessi, dimenticherei molto volentieri la mattinata. Avevo vicino a me una delle ragazze più logorroiche dell'intera facoltà, oltre ad essere una vera spina nel fianco. Non si scollava più.» dovette a fatica trattenere un grido frustrato. «Non ho potuto seguire storia romana e dovrò farmi prestare gli appunti. Non mi è mai successa una cosa del genere.»

Seokjin gli rise in faccia non curandosi minimamente dello sguardo iracondo del ragazzo e mentre Namjoon si metteva comodo all'interno dell'ufficio del museo, situato in quello che doveva essere nell'ambiente domestico una cucina, il Rettore si schiarì la voce.

«Stamattina io e Hoseok abbiamo controllato alcune notizie. Vuoi continuare tu?» si girò verso il ragazzo in questione, il quale annuì.

Appena sentì quelle parole dal nonno, Namjoon si sentì rinvigorito e attese con impazienza qualsiasi cosa avessero scoperto Seonjae e Hoseok.

«Qui a Seoul, a più di due ore di distanza dal Museo 6, sono stati trovati i corpi senza vita di cinque persone e la polizia pensa che si tratti di suicidio: niente effrazione né segni di collutazione. I familiari delle vittime a fatica hanno raccontato che i loro cari soffrivano già di depressione, ma comunque per alcuni il fatto che ci siano state cinque vittime in tre settimane li ha messi in allerta. Per questo motivo si sta ancora indagando.» spiegò Hoseok.

«Se hanno già dichiarato che sono casi di suicidio, perché continuare a tenere aperto un caso già chiuso?» domandò Seokjin.

«Una persona che vuole suicidarsi non pensa di darsi fuoco.» rispose l'amico. «Sui corpi vi erano segni di bruciature e in modo più evidente sul viso, sul collo e all'interno del condotto auricolare. Per questo si pensa che siano una serie di omicidi, fatti passare per suicidi.»

«Hanno trovato delle lettere o qualche messaggio di addio?» fu Namjoon a prendere parola e Hoseok negò con la testa.

«Motivo per cui continuano a indagare sul caso.» sospirò Namjoon.

«Esatto.» fece l'altro Collezionista.

«Ma quale artefatto può fare una cosa del genere?» si domandò Seokjin.

«Circa la metà degli artefatti.» fece il Rettore. «Del resto le menti che li hanno creati erano instabili.»

«Dobbiamo iniziare con il loro unico punto in comune: tutte le vittime hanno frequentato il medesimo conservatorio.» esordì Namjoon con l'approvazione del resto del gruppo.

Museo 6 (BTS fanfic)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora