L'arma più mortale

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Nel palazzo Contarini, situato nei pressi di Dorsoduro, si stava consumando un determinato dibattito tra gli Anti Collezionisti.

Seduta sul divano nell'elegante soggiorno del palazzo signorile vi era Arianna Veronesi, l'Anti Collezionista più giovane del gruppo; di lei non si sapeva molto solo che prima di entrare a far parte del mondo del Museo, era sempre stata una studentessa veneziana di inclinazioni particolari e non sempre genuine.

I suoi lunghi capelli corvini erano raccolti in ogni occasione: per lei era fondamentale che non le fossero di alcun impiccio durante il lavoro e che in un corpo a corpo i suoi avversari non arrivassero a tirarli per farla desistere dalla violenza che perpetrava come una vocazione.

Gli occhi erano l'emblema del male. Scuri quanto l'oblio della morte, sembravano connessi con le tenebre e la malvagità.

L'occasione per diventare un'Anti Collezionista le venne data quando divenne abbastanza grande da poter essere giudicata dalla legge degli adulti, anche se molto spesso dimostrava la sua immaturità con i suoi atti di violenza e le sue scarse argomentazioni.

Era una giovane donna in apparenza, ma ancora infantile dentro.

«Dunque è questa la famosa Bussola di Alessandrite.» ghignò Arianna.

Da dentro quel cofanetto di metallo, il Tesoro dell'Occulto risplendeva di una luce sinistra e attirava su di sé delle energie negative chiare e inequivocabili.

Il potere dell'alessandrite si era incrementato grazie ai lunghi anni passati a divorare il male dentro le persone. Le scritte cuneiformi sovrapposte ai geroglifici egiziani erano di una bellezza unica e allo stesso tempo una vera maledizione.

La Bussola di Alessandrite riuscì ad ammaliare la giovane Anti Collezionista con un solo sguardo e con esso si nutrì della sua malvagità, amplificando il proprio potere e la sua forza persuasiva.

«Un oggetto come questo non può essere governato da una ragazzina qualunque.» mormorò Matteo, l'altro Anti Collezionista.

«Quel vecchio ci ha fatto penare parecchio per riuscire a prenderlo.» rise Arianna.

«Tutta la malvagità della storia racchiusa in un oggetto così piccolo e in apparenza anonimo quanto innocente.» continuò l'uomo, fissando con insistenza il manufatto antico.

«L'odio di un uomo alimentato da altro odio di molti e dal sangue delle sue vittime ha un fascino irresistibile.»

La voce di Francesco vibrò nell'aria bassa e in piena adorazione per il gioiello maledetto.

Gli parve impossibile da credere che tale manufatto si trovasse a pochi centimetri da lui e poté avvertire la sua immensa forza e il desiderio di bagnarsi del sangue delle sue vittime.

Era un'energia che rafforzava il suo lato più scabroso e perverso, assopendo il senso di paura che la gente comune avrebbe provato al suo cospetto.

«Il tuo cuore potrebbe facilmente essere manipolato dalla Bussola di Alessandrite per quanto ostile tu sia verso chiunque.» commentò Matteo mentre distoglieva rapidamente lo sguardo dalla Bussola di Alessandrite per ammonire la brama scabrosa della ragazza.

Lui non riusciva a sopportare quell'insolenza tipica degli adolescenti: credevano sempre di sapere tutto e impersonavano gli adulti per sentirsi tali. Poteva avere ventitré anni, ma con il cervello che aveva, Matteo scommise sulla Bussola di Alessandrite stessa che ne avesse solo quindici, se non meno.

«Quando scenderanno le tenebre nel mondo, so già che cosa farò.» disse Arianna, ridacchiando.

«La sete di potere è qualcosa che non sparirà mai poiché è insita nell'uomo di natura.» esordì poco dopo con aria severa l'altro Anti Collezionista.

Museo 6 (BTS fanfic)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora