Un nuovo Collezionista

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«Alla faccia dei semplici Collezionisti.» sentenziò Yoongi dopo una lunga spiegazione.

Non voleva saperne di accontentarsi di quella semplice uscita da cliché di serie televisive; così si era messo in macchina e li aveva seguiti per un tratto di strada prima che Seokjin accostasse e lo guardasse con uno strano interrogativo.

Del resto Min Yoongi poté dire di aver vissuto un'esperienza fuori dal comune e Hoseok con i suoi amici sapeva più di quanto avesse detto in quell'appartamento.

«Perché ci hai seguito?» chiese Namjoon.

«Ho detto che volevo delle risposte, non una frase fatta.» sentenziò Yoongi.

Di fronte a quell'espressione che la diceva lunga su quanto tempo avrebbe impiegato ad arrendersi il giovane artista, i tre si arresero.

«Non ti arrenderai tanto facilmente, giusto?» fece Namjoon e Yoongi ghignò. «Già, come sospettavo.»

«Allora cosa volete fare?»

«Seguici.»

Tutto si sarebbe aspettato Yoongi, tranne ritrovarsi in una parte isolata di Seoul e poi accompagnato all'interno di una hanok, dove ad attendere il ritorno dei ragazzi vi era la famiglia di Kim Namjoon.

I genitori del ragazzo erano una coppia normale, l'uomo più anziano era seduto sul divano e guardava fuori dalla finestra con una strana espressione e, infine, la sorella di Namjoon, una dolce e riservata ragazza dagli occhi scuri e i capelli d'ebano, gli aveva appena accennato un sorriso, prima di dedicare la sua attenzione esclusivamente all'anziano.

«Oh, avete fatto amicizia. Sono contenta per voi, ragazzi.» fece la madre di Namjoon.

«Mamma, lui è Min Yoongi e sa tutto.» rispose il ragazzo senza troppi giri di parole e a quella rivelazione l'intera famiglia Kim cambiò espressione.

La donna allora si pronunciò con queste parole:

«Devo prendere per caso quell'artefatto?»

Seokjin scosse la testa.

«No, non funzionerebbe. Questo ragazzo è testardo. Ricorderebbe lo stesso i fatti.»

«Volevate cancellarmi la memoria? Sul serio potete fare una cosa del genere?»

Yoongi rimase esterrefatto.

«Nessuno farà nulla. Vuoi la verità e noi te la daremo. Starà a te decidere se crederci o meno e in ogni caso non penso che negherai ciò che avverrà a breve.» disse Namjoon.

Tutti i presenti si alzarono in piedi e percorsero la via della collina per accedere al Museo 6: in quell'istante, quando la porta di casa Kim si aprì, il vento si alzò da terra e scosse l'erba insieme alle foglie degli alberi emettendo un dolce sospiro.

La salita portò la comitiva dinanzi alle porte del Museo 6, un secondo edificio in stile tradizionale con la porta d'ingresso in ferro battuto e i suoi cardini erano di poco arrugginiti: Yoongi ne rimase estasiato.

Namjoon, insieme al Rettore, fece accomodare tutti nell'ufficio del Museo 6.

Lì si poté tranquillamente avere una lunga conversazione tranquilla in un ambiente accogliente e ricco di testimonianze che il mondo ancora teneva in gran segreto al resto della gente comune. Le parole echeggiavano nella sala con toni risoluti di un maestro che ancora insegnava bene e ricordava gli eventi del passato come se ce li avesse avuti davanti: la spiegazione del Rettore terminò quando ormai la luce artificiale sostituì quella del sole; Yoongi apprese le origini del primo museo fino all'ultimo, ogni dettaglio non venne trascurato sotto la supervisione di Seonjae e della famiglia Kim.

Museo 6 (BTS fanfic)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora