Il caso del vampiro di Gangnam

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Il cadavere di una giovane donna era stato trovato nel distretto di Gangnam; anche lei, come tutte le altre vittime, era molto bella e pareva che stesse dormendo poiché non aveva alcun tipo di segno riconducibile a un'aggressione.

Pallida come un cencio se ne stava con il viso rivolto a terra di lato e fissava ormai un punto vuoto dello spazio. Le mani erano ben curate, i capelli d'ebano lisci coprivano la schiena e alcune ciocche erano cadute in terra tutte arricciate.

Tra la folla di curiosi vi erano giornalisti e paramedici, ma anche la polizia che tentava di farsi strada per raggiungere i propri colleghi.

«Fermi! Lasciate passare!»

Min Yoongi fu il primo ad arrivare oltre il nastro della polizia e mostrò il suo falso documento, che avrebbe modificato la percezione visiva e intuitiva del malcapitato e dei suoi occhi.

Quella carta particolare, che Namjoon associava alla carta psichica del Dottore, era davvero molto utile quando si trattava di entrare in luoghi che solitamente erano chiusi al pubblico.

Con lui si unirono gli altri Collezionisti e si presentarono al detective di polizia che seguiva le indagini: Kim Sehyeok.

«I giornalisti mi stanno addosso, dobbiamo prendere quel figlio di puttana.»

La sua voce era ruvida e fece trasparire la frustrazione che quel caso mediatico stava trasmettendo: non solo la polizia era sommersa di telefonate e segnalazioni false, ma doveva destreggiarsi con l'isteria di massa e i casi di violenza ai propri danni.

Tutti avevano paura.

Le donne venivano uccise in circostanze misteriose e nessuno sembrava aver capito che cosa le stesse uccidendo dal momento che nessuna mostrava segni di colluttazione o così era emerso dalle prime indagini.

«Questa è la settima vittima in quattro giorni. Quanto ancora dovrà tremare il distretto di Gangnam prima che voi catturiate quel mostro?» si sentì una voce iraconda dalla folla.

«Signora, con tutto il rispetto, stiamo facendo tutto il possibile.» provò a spiegarsi il detective, ma la gente pareva più propensa ad alzare la voce e a mostrarsi aggressiva piuttosto che aiutarli e sparire dalla strada.

«Non mi piace per niente questo caos.» sussurrò Seokjin.

«Neppure a me. La città sta cedendo al panico e se non scopriamo subito se è un talismano il responsabile penso che non ci vorrà molto prima che la polizia si scontri con i civili.» dichiarò Namjoon osservando Sehyeok.

Il detective era indubbiamente sotto pressione e quando si voltò verso il Rettore del Museo 6 quasi non borbottò frustrato.

«Mi ripetete chi siete?»

Namjoon mostrò la carta psichica al detective Sehyeok e parlò a nome di tutti loro.

«Agenti della sicurezza Kim Namjoon, Kim Seokjin, Min Yoongi e Jung Hoseok.»

«Ci è stato affidato questo caso. Indagheremo al vostro fianco. Non vi ostacoleremo in alcun modo.» aggiunse Seokjin.

La sua presenza sembrava aver dato più fiducia alle parole di Namjoon e lui era molto bravo a trattare con le persone, più di quanto non sapesse farlo lui stesso.

L'ammirazione di Namjoon nei confronti del ragazzo più grande era immensa e si sentiva fortunato ad averlo conosciuto.

Seokjin aveva imparato molto velocemente quale compito avesse un Collezionista e cosa doveva fare per il bene non solo del Museo 6 con i suoi talismani, ma anche per il bene della società.

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