L'inganno

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Seokjin raggiunse in tutta fretta Namjoon, trovandolo accasciato al suolo con le nocche insanguinate.

Una scena che mai nella sua immaginazione avrebbe potuto osservare a pochi passi e così dannatamente straziante.

Il viso livido di rabbia, gli occhi lucidi e furenti con le labbra secche e le vene ingrossate sul collo lo rendevano una bestia smaniosa di affondare i propri canini e maciullare la carne della sua preda.

«Maledizione!» tuonò il Rettore mettendosi in piedi.

Namjoon fece qualche passo con i pugni saldi lungo i fianchi e la collera nel volto e non vide altro che la sua furia.

Niente e nessuno poteva persuadere la sua anima nella ricerca della verità e della vendetta: negli attimi a seguire l'unico suo pensiero era vendicarsi delle bugie in cui era vissuto.

A quel punto Seokjin, notando quella nube scura sul giovane Rettore, gli prese il volto tra le mani e cercò ostinatamente il suo sguardo nell'innocente tentativo di placare quell'ardore distruttivo.

«Namjoon... devi rimanere lucido.» mormorò.

Il Collezionista non riuscì a pronunciare altro poiché l'ira del Rettore colpì anche lui.

Namjoon sembrava essere stato colto dalla pazzia. Un'espressione come quella Seokjin non l'avrebbe mai attribuita al Rettore: solitamente il ragazzo era più pacato, riflessivo e non una bestia selvaggia e iraconda.

«Hyung, dammi tregua! Lasciami da solo!» lo spinse con forza lontano da sé.

«E farti compiere gesti avventati? Sei nervoso e non ragioni lucidamente.»

Il maggiore si sistemò la maglia e nuovamente cercò un contatto con Namjoon, che non avvenne.
«Come potrei farlo quando mio nonno mi ha solo che mentito per tutta la mia cazzo di esistenza!» gridò. «Vattene, hyung. Non voglio vedere nessuno!»

«Ma io...»

«Ma nulla! La tua presenza non ha alcun potere su di me, tu non sei nessuno di così importante! Togliti dalla testa qualsiasi strana fantasia.»

Il Collezionista scosse la testa.

"Sta dicendo sul serio? La sua rabbia è tale da rinnegare persino quello che noi stavamo tentando di nascondere?"

«Come?»

«Tra noi non potrà esserci mai nulla!» gridò di nuovo Namjoon. «Non pensare di potermi avere come amante o sciocchezze del genere Seokjin hyung!»

Seokjin lo vide sparire dal suo campo visivo e quando toccò la sua guancia, si accorse che aveva iniziato a piangere.

Il suo nome unito a quell'appellativo, tutte le parole taglienti e la cattiveria negli occhi di Namjoon lo avevano lasciato con uno strano nodo alla gola e una fitta allo stomaco.

Lui era solo sconvolto e non le pensava davvero tutte quelle cose o così tentò di convincersi il Collezionista che si asciugò in fretta le lacrime e nascose il fiume in piena per non far preoccupare nessuno.

I suoi sentimenti non erano una priorità, il suo dovere di Collezionista gli impose il ritrovamento dei talismani rubati e impedire che gli Anti Collezionisti li usassero per scopi abietti e meschini.

«Come sta?» domandò Hoseok non appena vide Seokjin rientrare nel Museo 6.

Era lampante quanto stesse male: era pallido, gli occhi leggermente gonfi e arrossati, infine tremava dalla testa ai piedi come una foglia.

L'altro si schiarì la voce prima di rispondere.

«Questa è la prima volta che mi respinge con così tanta foga.»

Museo 6 (BTS fanfic)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora