Storia del primo tesoro

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India 1698.

Un mercante e politico britannico di nome Thomas Pitt aveva appena ottenuto due misteriosi diamanti.

La loro bellezza era senza eguali e in Inghilterra essi vennero lavorati al fine di creare due preziosi gioielli; il primo finì in Francia mentre l'altro andò a decorare un anello vistoso che passò di mano in mano nel corso del tempo.

Ogni proprietario che aveva avuto l'onore di indossare l'anello finiva con l'essere ucciso in modo tragico e il suo nome venne associato al diamante Reggente che occupava un posto tra i gioielli della corona francese.

Il Museo 5 aveva cercato di portare via il gioiello, consapevole che esso fosse un terribile artefatto; il diamante, infatti, era in grado di provocare la morte della sua vittima appena individuava una preda e questa quando lo indossava avrebbe firmato la sua condanna.

L'Anello della Reggenza, infine, raggiunse l'isola di Jeju nei primi anni del 1900; venne ritrovato da una sciamana che lo raccolse e lo mise al dito con ingenuità: le costò la vita indossare il gioiello maledetto perché pochi mesi dopo venne assassinata da una delle sue adepte, gelosa della sua posizione e del rispetto che aveva acquisito una volta ottenuto il ruolo di sciamana.

L'anello scivolò dal dito come se non lo legasse più alla sua portatrice e venne quindi raccolto dall'adepta e anche a lei il destino aveva riservato la medesima sorte violenta: si giunse, infine, all'idea che esso, per quanto fosse una creazione di sublime fascino, era portatore di sventura e relegato in una sala ben custodita, lontano dalle malizie del mondo terreno.

La sottile patina grigia della nebbia non ostacolò il volo e Annalena Vianello, studentessa italiana da due anni in Corea, preferì immaginarsi altrove piuttosto che pensare di trovarsi su un aereo.

Le orecchie erano ormai tappate e per quanto amasse l'aerodinamica e tutto ciò che si collegava agli aerei commerciali, il suo desiderio era quello di atterrare quanto prima.

I suoi capelli castani, raccolti in due trecce laterali, le facevano da cuscinetti dietro la testa e Here comes the Sun echeggiava oltre gli auricolari: il passeggero al suo fianco, infatti, si beava di quelle note che ogni tanto riuscì a captare e fissò con un mezzo sorriso divertito la giovane italiana.

Park Jimin, seduto vicino a lei, non trattenne una risata quando per l'ennesima volta la sentì sospirare amareggiata.

Si lisciò la folta chioma tinta di biondo che mostrava una fronte dalla pelle rosea e i suoi occhi si assottigliarono come due mezze lune per il divertimento provato: le labbra carnose vennero morse dai propri denti e poi lasciate libere dalla presa.

«C'è ancora una mezz'ora di tempo prima che l'aereo atterri.» le disse Jimin.

«Ah, quanto vorrei che passasse in fretta.» sbuffò Annalena.

«Guarda fuori: non si vede nulla che il grigio della nebbia. O sono nuvole?»

«Jimin... no.» scosse la testa la ragazza.

«Non dirmi che hai paura di volare?» la derise la voce profonda di Kim Taehyung.

Lei allungò il naso e gli fece un versaccio: sapeva perfettamente che questo divertiva i due amici.

Conosceva da più tempo Jimin, con lui poteva dire di avere un bellissimo rapporto e allo stesso modo con Kim Taehyung. Quest'ultimo lo aveva conosciuto solo pochi anni prima, durante un'estate movimentata alla scoperta dei talismani più antichi e potenti: Annalena aveva da sempre imparato la storia dei Cinque Tesori dell'Occulto, sapeva quando erano stati forgiati e quali fossero i loro poteri o i loro limiti; i suoi genitori erano stati dei Collezionisti e lo erano tutt'ora, quindi infondere il loro sapere alla loro unica figlia era necessario per continuare la linea di successione.

Museo 6 (BTS fanfic)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora