La grande furia del Celadon

25 9 3
                                    


I tre ragazzi tornarono in auto e si misero in contatto con il Rettore.

«Allora come sta andando la missione che vi ho affidato, ragazzi?» chiese l'anziano.

Si notava che fosse seduto sulla poltrona del soggiorno e usava ancora piuttosto bene il Loomis-phone.

«Non ci hai aggiornati su nulla, nonno. Perché hai omesso delle informazioni utili?»

Namjoon cercò di contenere il proprio nervosismo, sebbene gli fosse difficile farlo.

L'uomo rimase in silenzio, sentendo quelle parole pronunciate a denti stretti, e poi si affrettò a rispondere con una calma disarmante.

«La ragione di questo comportamento ha un nome che fino ad oggi non ho avuto il coraggio di nominarla. Non è una cosa che posso raccontare dietro un Loomis-phone, Namjoon.»

Il ragazzo comprese di non poter avere alcuna spiegazione al momento e sospirò, abbandonando quell'argomento e spostandosi verso il fulcro della loro missione.

«Abbiamo parlato con l'ultima vittima del Celadon di Goryeo e lui ricorda un uomo con in mano l'incensiere. Poi, è stato travolto dalle allucinazioni.»

«Avete verificato il suo racconto con quello delle altre persone?» domandò il Rettore.

«Sono appena entrato nel server dell'istituto, dove abbiamo incontrato Jeon Jeongguk, la vittima in questione, e in cambio della privacy, i ragazzi hanno testimoniato di aver visto un'insolita luce e poi accrescere dentro di sé una forte rabbia. Ma nessuno di loro parla di un uomo con il Celadon di Goryeo.» spiegò Hoseok, leggendo la documentazione attraverso lo schermo del suo computer portatile.

Le sue dita si muovevano velocemente sulla tastiera mentre il suono che accompagnava il suo lavoro occupava l'interno dell'abitacolo con maggiore frequenza.

«Ascoltate, ho fatto delle ricerche su quel talismano.» disse il nonno di Namjoon. «Le allucinazioni sono in grado di manifestare una forte rabbia distruttiva solo se la persona si sente oppressa o confusa.»

«Chiunque può essere un bersaglio, allora.» disse Seokjin.

«No.» rispose il Rettore. «I talismani risuonano attraverso le vibrazioni emesse dall'essere umano. La sua energia dà vita al potere dell'oggetto e lo alimenta in una relazione biunivoca.»

«Odio le espressioni matematiche.» sbuffò Seokjin, pizzicando con le dita il labbro inferiore carnoso.

Namjoon, invece, ebbe modo di comprendere ciò che suo nonno stava tentando di spiegare e bene o male anche Hoseok sembrò seguire il discorso senza alcuna difficoltà; Seokjin, al contrario, si arrese dopo le prime quattro battute.

«Come facciamo a capire se il Celadon di Goryeo potrà risvegliare in noi una rabbia incontrollata?» chiese Hoseok.

«Questo non lo so, dipende da voi.» sentenziò il Rettore, interrompendo il contatto.

«Oh, questo sì che è rassicurante.» fece il maggiore dei tre.

«D'accordo, dobbiamo ritornare da Jeongguk-ssi e fargli ulteriori domande.» disse Namjoon.

«Gli vuoi parlare ancora? Non era già abbastanza sconvolto?» alzò gli occhi al cielo Seokjin.

«Non mi convince.»

«Che cosa?» domandò ancora il maggiore del trio, Seokjin.

«Quando siamo usciti, sono certo che la sua espressione avesse mutato aspetto e che da una spaventata sia tramutata in una più compiaciuta o almeno dava l'impressione di sapere più di quanto non avesse già detto.»

Museo 6 (BTS fanfic)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora