<<Penso che tu stia iniziando a piacermi>>.
Quella frase stava rimbombando nella testa di Elisa a ripetizione.
Penso che tu stia iniziando a piacermi.
Ma in che senso poi?
Elisa era la prima volta che si sentiva dire una frase così e mai si sarebbe aspettata che uno come Ale potesse dirgliela.
La sua testa stava vagando da un pensiero all'altro, senza un filo logico.
Penso che tu stia iniziando a piacermi.
<<Eli? Tutto bene?>>
Elisa si alzò a sedere, facendo così spostare il cane
<<In che senso?>>
La ragazza era sotto un certo aspetto impanicata, non sapeva cosa dire o cosa fare
<<Sapevo che dovevo starmi zitto>> si disse il ragazzo
<<Nel senso che mi piaci. Mi piace stare con te, il tuo modo di fare, di approcciarti, il tuo carattere. Mi piaci Eli>>
<<Io... non so cosa dire. Mi hai preso in contropiede Ale>>
<<Non devi dire niente. Era un mio pensiero e non voglio che questo adesso influisca su questa nostra amicizia>>
<<Ale. Quelle cose che hai detto, le penso anche io>>
<<Davvero?>>
<<Mhmh. Però voglio raccontarti una cosa prima>>
Il ragazzo annuì, facendole capire che l'avrebbe ascoltata.<<Era il periodo delle medie ed io stavo con questo ragazzino. Me lo aveva chiesto con il famoso bigliettino "ti vuoi mettere con me" dove c'era da crocettare si o no, una cosa che ancora oggi mi fa sorridere.
Tutto andava bene, alla fine eravamo ancora dei bambini alle prese con quello che si definisce "il primo amore".
Già dopo un anno avevo iniziato a sentire che qualcosa non andava, ma non avevo detto niente a nessuno.
In classe, già dalla seconda media, quelli che erano miei compagni iniziarono un po' a prendermi in giro.
Era partito con un "ma perché metti sempre la tuta che devi nascondere?" e io stavo zitta. Non volevo che sapessero che lo facevo solo per nascondere quello che io consideravo un problema.
Ma le cose peggiorarono una volta in terza.
Le prof, essendo io quella più calma della classe, mi mettevano in prima fila di fianco a quelli casinisti sperando che io potessi calmarli; ma non fu così.
Mi iniziarono a fare di tutto. La cosa più brutta? Uno di loro mi aveva messo il suo ehm... quello sul banco, grazie a dio ancora nei pantaloni.
Io non ho mai avuto il coraggio di dire niente per paura.
Quello che io consideravo il mio "fidanzato" ignorava il fatto che stessi male. Iniziò ad essere più possessivo per così dire.
Io, non reggendo più la situazione, decisi di lasciarlo. Il giorno di San Valentino.
Dopo un mese, venne a mancare l'unico nonno che mi era rimasto.
Io stavo dormendo e ho sentito mia mamma che urlava, allora mi sono svegliata.
Ci siamo incrociate sulle scale e già avevo capito. Mi accasciai lì sui gradini e non mi mossi per due ore.
Stavo piangendo e continuavo a dire "no, no, no".
Non andai a scuola fino al giorno prima del funerale.
Tutti sapevano cosa mi era successo. Però nessuno era venuto a dirmi niente.
Dovetti andare a parlare con una delle prof che organizzava la gita, saremmo dovuti partire la settimana dopo e io non volevo andare.
La prof provò a convincermi per mezz'ora, ma io non la stavo neanche ascoltando. Ero occupata a vedere come mi stavano guardando gli altri, grazie a dio in quella classe si trovava il mio migliore amico, l'unico che invece di guardarmi con dispiacere o non so cosa, mi stava sorridendo.
In gita ci andai e me ne pentì comunque.
Arrivata alle superiori mi ero detta "Qua non ti conosce nessuno. Puoi farti degli amici". E fu così. Mi feci tante amiche, e con una di quelle ci sono ancora insieme in università, ma anche amici. Il mio migliore ci è sempre stato, in un altra classe, ma c'era.
Però non riuscii mai a trovare qualcuno che mi apprezzasse. E sai perché? Per il mio aspetto fisico.
Io non sono magra, tutti quelli che incontro vogliono il prototipo di ragazza magra, con un bel fisico.
Ma io non sono così. E non per mio volere, ma per problemi che solo nell'ultimo anno sono riusciti a diagnosticarmi.
Tu non sai quanto ci ho provato a raggiungere un fisico che mi soddisfacesse. Poi è arrivato anche l'infortunio al ginocchio. Sono dovuta stare ferma per un anno e mezzo. Ancora oggi alcune cose non posso più farle.
Io ci sto male per questo. C'erano dei giorni che piangevo e non mangiavo neanche.
Adesso, a 19 anni, ho capito che io sono così. Non posso cambiare da un giorno all'altro solo per sperare di trovare qualcuno che voglia uscire con me.
Ho capito che l'amore viene da sé, non devo cercarlo ininterrottamente perché così non arriva>>
Elisa non osava alzare lo sguardo dalle sue mani.
Se le stava torturando tantissimo. Vide che il ragazzo posizionò le proprie mani sulle sue, come per bloccarla.
<<Eli. Guardami>>
<<No. Non voglio essere giudicata anche da te>>
<<Tu sai che io non lo farò vero? Non sono come quelli stronzi Elisa. So perfettamente come tu possa esserti sentita quando hai perso tuo nonno, lo stesso l'ho provato io con il mio. E hai avuto coraggio, tanto.
Io avevo perso il controllo su di me, ero arrivato a ingrassare tanto. Ma io ho voluto prendere in mano la mia vita. Tu invece non lo hai mai perso il controllo. Tu sei così. E sei perfetta>>
La ragazza stava piangendo <<Non è vero>>
<<Si invece. Guardami>> e Alessio le alzò il viso
<<Tu si bell. Ok?>> <<Grazie per esserti fidata di me, tanto da raccontarmi questo>>
<<Grazie a te. Ti voglio davvero tanto bene Ale>>
<<Anche io Eli. Tanto>>
I due si abbracciarono. Alessio non la lasciò andare nemmeno per un secondo. Se la teneva stretta al petto.Quando iniziò a piovere, i due si dovettero staccare per forza.
<<Mi sa che dobbiamo tornare>>
<<Si. Vieni, torniamo a casa>>
I due fecero su tutte le loro cose, presero Joey in braccio e iniziarono a correre verso l'auto per tornare a casa.M: <<Ragazzi, ma che vi è successo?>>
A: <<Pioggia>>
F: <<Andatevi a lavare, forza. Portatemi i vestiti quando finite che ve li metto ad asciugare>>
E: <<Ma no signora, non si preoccupi>>
F: <<Elisa. Era un obbligo, su andate>>
Il ragazzo trascinò via la ragazza
<<Eli vai prima te a lavarti>>
<<Sicuro?>>
<<Mhmh. Ti aspetto qui>>
<<Ok>> la ragazza prese le proprie cose e andò a farsi una doccia calda.
Alessio, che nel mentre aspettava in camera sua, decise di farle un pensiero.
<<Ale, puoi andare>>
Si risvegliò dai suoi pensieri
<<Okok. Faccio in fretta. Fai quel che vuoi intanto>>
<<Ok>>
Mentre la ragazza era seduta sul letto di Alessio, qualcuno bussò alla porta
<<Oh, ciao Elisa. Stavo cercando Ale>> suo fratello, Daniele.
<<Hey. È in bagno. Avevi bisogno?>>
<<Si... non riesco a fare questi esercizi di matematica>>
<<Se vuoi posso aiutarti. Non garantisco nulla, però in due forse possiamo riuscirici>>
<<Si grazie>>
<<E di che. Vieni pure>>
I due si misero a fare quegli esercizi di matematica
D: <<Quindi è così?>>
E: <<Esatto. Hai capito?>>
A: <<Che state facendo voi due?>>
D: <<Elisa mi stava dando una mano in matematica. È brava>>
E: <<Grazie>>
D: <<Ale, dopo giochi con me alla play?Anche tu Elisa se vuoi>>
A: <<Va bene Dani>>
E: <<Mi limiterò a guardarvi io. Non sono per niente brava>>
D: <<Ok. Vado a finire i compiti. Grazie ancora>>
E: <<Di niente>>Dopo che stettero un po' sul letto a guardare Netflix, Alessio andò da suo fratello come promesso ed Elisa invece si avviò in cucina per dare una mano alla mamma del ragazzo.
<<Ha bisogno?>>
<<Se vuoi darmi una mano a preparare la cena volentieri>>
<<Certo. Mi dica che devo fare>>
Le due iniziarono a cucinare insieme e di tanto in tanto parlavano.
<<Le vorrei chiedere un consiglio dopo. Se non è un problema>>
<<Ma certo. Anzi, chiudi pure la porta e sediamoci>> <<Che succede?>>
<<Ehm... riguarda Alessio. Forse non vuole neanche che lo sappia lei, però in questo momento mi serve proprio un consiglio femmile>>
<<La mia bocca è cucita>>
<<Ok>> e prese un sospirò <<Ale ha detto che forse gli piaccio. Cioè gli piaccio. Ma non vuole rovinare la nostra amicizia>>
F: <<Lo avevo capito tesoro. Sei stata la prima persona al di fuori della famiglia che ha portato in palestra. Quando me l'ha detto ieri che ti avrebbe portata lì non c'è stato bisogno che io dicessi niente che già mi aveva risposto>>
E: <<È che io non so che fare. Oggi gli ho raccontato il periodo più brutto per me. E lui è stato lì, ad ascoltarmi, senza giudicare>>
F: <<E ti ha fatto piacere questo vero?>>
E: <<Molto. Credo che anche a me lui piaccia. Ma ho paura>>
F: <<Di rovinare il vostro rapporto?>>
E: <<No. Ho paura dell'amore. Io non l'ho mai provato, non so cosa voglia dire. È una parola così grossa>>
F: <<Sai, anche io ero come te. Avevo la tua stessa paura. Ma vuoi un consiglio? Buttati. Buttati a capofitto in questo sentimento, che è sia bello che brutto. Non avere paura di sbagliare. È un qualcosa che viene da sé.
L'amore è un sentimento che cresce piano piano, va coltivato.
Il vostro ancora, forse, non lo definireste amore, ma innamoramento.
È qui che le persone si conoscono sotto tutti gli aspetti.
Non abbiate paura di rovinare il vostro rapporto perché non succederà, siete grandi ormai, e abbastanza intelligenti da capire che non ne vale la pena rovinare un'amicizia per un amore andato male.
Se non andrà in porto, pazienza. Vi volete bene e questo è l'importante.
Ti consiglio di parlarci con Alessio e di esporre i tuoi dubbi, come lui i suoi. Mettetevi a nudo prima di decidere come vogliate che vada>>
E: <<La ringrazio. Veramente tanto>>
F: <<Vieni qua. Alessio già te l'avrà detto, ma ormai ti tratto come una figlia. Non avere paura di venire a parlare con me, per qualunque cosa. E non chiamarmi più signora>>
La donna se la tenna stretta nelle braccia.
Elisa ora era più sicura di ciò che avrebbe dovuto fare perché si, anche a lei Alessio piaceva.Author's note:
Voilà. Scusate il ritardo ma oggi è stata una lunga giornata.
Oggi ho voluto scrivere di Elisa, di un pezzo della sua storia.
Spero vi piaccia :)
Bye bye <3
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Ossitocina | Alessio Cavaliere
ChickLitElisa, una ragazza di 19 anni alle prese con l'università e nel far crescere la sua passione più grande, la fotografia. Alessio, un ragazzo di 19 anni con la passione della danza e alunno nella scuola di Amici Cosa succede quando Elisa si imbatte pe...