Fiducia

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Nella settimana successiva James provò più volte a parlare alla ragazza di ciò che era accaduto con April e tra loro nella tenda ma lei aveva sempre glissato la conversazione, proprio come stava facendo in quel momento.

I due grifondoro erano ormai da ore chiusi nella stanza delle necessità ad allenarsi, avevano un mese fino alla terza ed ultima prova.

<< Sai... prima dell’incontro con Denver mi avevi detto che avremmo parlato >> le fece notare un James Potter ormai disperato. 

Voleva davvero chiarire le cose con lei, senza accorgersene Dakota era diventata il centro del suo mondo e adesso che non poteva averla vicino si sentiva come svuotato.

<< penso che dovremmo allenarci ancora anche sul tono muscolare, cioè tu fai comunque attività fisica con le tue...amiche ma io no quindi penso dovrei fare un po’ di muscoli >> disse Dakota non ascoltando il ragazzo ma non riuscendo a trattenersi dal lanciargli una frecciatina.

James sbuffò per l’ennesima volta, voleva giocare in questo modo? Allora sarebbe stata accontentata.

<< se vuoi potrei far allenare anche te... >> disse con tono malizioso il corvino avvicinandosi alla ragazza che invece arretrava.

<< io non sono una delle tue puttane James, ho bisogno di un uomo non di un cane in calore che non riesce nemmeno a capire con chi sta scopando >> rispose acida la ragazza guardandolo fisso negli occhi, James la stava sfidando. Lo sapeva bene e di sicuro non sarebbe stata lei quella a cedere.

<< oh no... so benissimo che non sei una delle mie solite amiche, ma lascia che ti dimostri quanto uomo posso essere. Dimmi dove vorresti che ci allenassimo? Nel bagno dei prefetti? In uno degli sgabuzzini di Gazza? O magari ti piacciono le cose più romantiche come la torre di astronomia? >> la provocò ancora James. 

Voleva ottenere una sua reazione, aveva solo bisogno di farla sbroccare dopodiché lei avrebbe sfogato tutta la sua rabbia e sarebbe stata disposta a parlare. Se per recuperare il loro rapporto allora avesse dovuto sentirsi urlare i peggiori insulti, lo avrebbe accettato volentieri. Tutto pur di non perderla.

Dakota serrò la mascella e prima che potesse accorgersene il palmo della sua mano aveva schiaffeggiato il viso di James.

Il ragazzo spalancò gli occhi, quella ragazza era così focosa che non riusciva proprio a resisterle. Proprio in quel momento sentiva il bisogno di buttarla su una di quelle panche da allenamento e farla sua in modo quasi primitivo.

Le si avvicinò ancora, il loro nasi si sfioravano.

<< non sai quanto sei sexy. Hai quella luce negli occhi. Vorresti odiarmi, vorresti non provare nulla eppure la tua fantasia ha aperto nuovi scenari quando ti ho detto dove avrei potuto scoparti. Tu mi vuoi e questo ti infastidisce. Mi vuoi a tal punto da avere paura di rischiare tutto, non è così? >> le disse allora il ragazzo portando una ciocca bionda della grifona dietro l’orecchio.

Dakota sobbalzò dalla sorpresa, ancora non capiva come Potter fosse in grado di leggerla così bene dentro. A quel punto, decise, era inutile mentire a sé stessi. Avrebbe messo tutte le carte in tavola.

<< si James, mi hai scoperto. Provo qualcosa per te, qualcosa di forte ma non riesco a lasciarmi andare, ok? Ho paura, non so se posso fidarmi di te. Ma riesci a biasimarmi? In sette anni di scuola ti ho visto cambiare più ragazze che mutande. Non voglio essere la ragazza che ci è cascata, quella che pensava di poter cambiare James Sirius Potter e invece era solo una fottutissima sbandata >> buttò fuori la grifona sentendosi improvvisamente più leggera.
<< non sei mai stata solo una sbandata, non sei mai stata una delle tante. Tu sei lei. Quella alla quale pensavo ogni mattino fin dal primo anno. Quella che guardavo da lontano sperando che prima o poi mi avrebbe rivolto anche solo uno sguardo. Ho cercato in tutti i modi di avvicinarmi a te. Tutte quelle ragazze? Speravo solo che attirassero un minimo della tua attenzione. Nel momento in cui ti ho vista sette anni fa su quel treno la mia vita si è completamente fottuta. Al centro di ogni mio gesto c’eri tu, quando ho iniziato a fare scherzi speravo sempre che tu mi affrontassi, che mi dicessi che ero infantile, uno stupido. Qualsiasi cosa pur di vederti rivolgere a me. Quando al secondo anno ho messo della pozione chiarificante nello shampoo delle ragazze e tu sei venuta a farmi una ramanzina è stato il momento più bello della mia vita. Eri così bella. E finalmente ti eri accorta che io ero lì. Ti guardavo e mentre i miei compagni pensavano che tu fossi troppo dura con me o troppo scocciante io pensavo che fosse una benedizione anche solo poter sentire la tua voce inveire contro di me. Sei la ragazza che al quarto anno è sbocciata e dio solo sa quante notti mi hai fatto passare nella mia camera da letto a pensare a come fossero le tue labbra, a come fosse accarezzarti. Quella che ogni estate stava con noi e ogni fottutissima estate dovevo far forza su me stesso per non toccare, per non baciare, eri lì facendo finta che io non esistessi mentre io ti guardavo e sognavo di te ogni notte. Ti sognavo in ogni posizione, ogni luogo ed ogni contesto possibile. Tu sei sempre stata la mia dannazione e devi credermi ora se ti dico che rinuncerei a tutto pur di non perdere te, ora che ho avuto un assaggio di quello che potremmo essere non sono assolutamente pronto a rinunciarvi, credi che avrei mai potuto fare qualcosa che ti allontanasse da me? Se solo penso che adesso tu potresti lasciarmi e ... guardare, abbracciare, baciare o concederti a qualcun’altro divento pazzo. Tu sei la ragazza perfetta per me e con il cazzo che ti lascio andare, quindi puoi rimanere arrabbiata con me quanto vuoi ma io non smetterò mai di provarci, perché so che io e te siamo l’unica cosa giusta che abbia mai fatto in diciassette anni di vita. >> James le disse tutta la verità, se lo era tenuto dentro per ben sei anni ed adesso era finalmente libero. Aveva il fiatone, i suoi occhi erano incatenati in quelli plumbei della ragazza ma era finalmente libero.

James Sirus Potter e il torneo degli elementiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora