Capitolo 14 - Tristezza

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Sarei voluta scappare per via di quel gesto spontaneo che ho fatto ma la tenerezza che ho letto nei suoi occhi è stata in grado di farmi restare, nonostante il silenzio calò tra di noi, per pochi attimi però, perché Don Pippo interruppe quel momento, portandoci le sue adorate patatine che lui sa quanto io adoro, permettendoci di prendere posto vicino alla stufa dove abbiamo chiacchierato per tutto il pomeriggio e quando ormai il buio coprì il cielo lui è stato un gentiluomo, accompagnandomi a casa e nonostante avesse la macchina parcheggiata preferì camminare, cosa che io ho apprezzato molto dato che ho avuto modo di passare più tempo insieme a lui.

<<Signorina, mi scusi...Diana?>> la voce di Dimitri mi distrae dai miei pensieri e quando alzo lo sguardo dal mio blocco di disegno lo vedo fermo davanti alla porta del mio nuovo ufficio. Questa mattina mi sono svegliata ottimista, essendo questo il mio primo giorno di lavoro, così, dopo essermi preparata sono corsa al lavoro, recandomi alla casa di moda Julie, dove la signora Petrov mi ha augurato buona fortuna per questo nuovo inizio e da allora mi sono chiusa dentro questo studio che mi è stato concesso, mettendomi al lavoro, creando delle nuove idee per il mio capo.

<<Dimitri? Cosa ci fai qui? Anche tu ci lavori?>> domanda incredula ma al tempo stesso felice di vedere almeno un viso conosciuto.

<<Non proprio. Tu, come, quando, da quando lavori qui?>> domanda curioso mentre avanza dentro il piccolo studio, avvicinandosi alla scrivania, colma di disegni.

<<In realtà questo è il mio primo giorno. Te l'ho accennato ieri>> rispondo, facendo riferimento alla chiacchierata che ci siamo fatti davanti alla stufa.

<<Sono tue?>> domanda nuovamente in modo curioso mentre guarda le bozze che occupano la scrivania.

<<Si, anche se sono dei semplici schizzi>> rispondo mentre abbasso di poco lo sguardo, incapace di guardarlo a lungo. Nonostante quello di ieri non è stato un bacio io mi vergogno ugualmente, soprattutto adesso che sento i suoi occhi bruciarmi la pelle.

<<Adesso capisco l'euforia di mia madre>>

<<Come?>> domando confusa mentre alzo lo sguardo.

<<Sicuramente si riferiva a te>>

<<A cosa ti riferisci?>>

<<Ieri mi aveva chiamato, parlandomi di una ragazza, molto brava a disegnare i vestiti. Non sapevo che fossi una designer>> dice sorpreso mentre fa il giro della scrivania, fermandosi alla mia destra. Il suo braccio sinistro si appoggia sullo schienale della sedia mentre la mano destra sulla scrivania, abbassandosi di poco con il busto verso di me.

<<Non, io, sono una semplice sarta a cui piace disegnare>> rispondo in modo impacciato quando la sua bocca si trova ad un palmo di distanza dalla mia.

<<Sono davvero magnifici>>

<<Cosa?>> domando deglutendo mentre i mie occhi guardano in modo intenso i suoi.

<<I tuoi, i tuoi disegni>> sussurra piano mentre solleva la mano, prendendo fra le dita una ciocca dei miei capelli, giocandoci in seguito con essa.

<<E anche i tuoi occhi>> sussurra in seguito, facendomi strabuzzare gli occhi per via delle sue parole.

<<I miei occhi?>> domando balbettando come se volessi una conferma a quello che ho appena sentito.

<<Sono brillanti, proprio come i tuoi disegni>> sussurra nuovamente mentre mi rivolge un piccolo ma tenero sorriso in grado di farmi arrossire.

La ragazza del bosco Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora