Capitolo 12 - Dolce preoccupazione

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<<Sono magnifici. Solo questo ha saputo dire quella signora?>> domanda Alessia, urlando praticamente dall'altra parte del telefono. Appena ho finito il breve colloquio con la signora Petrov la prima cosa che ho fatto è stato chiamare la mia migliore amica per comunicarle la notizia più bella che ho ricevuto negli ultimi giorni solo che Alessia è così impulsiva che invece di ascoltarmi fino alla fine si è messa a urlare, ripetendo la stessa frase all'infinito.

<<Ale!>> la chiamo, alzando leggermente il tono di voce ma lei invece di darmi ascolto continua a borbottare per i fatti propri.

<<Ho avuto il posto di lavoro! Quando smetterai di parlare a vanvera peggio di una gallina che chiocca di continuo fammi un fischio!>> alzo il timbro della voce, urlando a mia volta contro di lei per poi staccarle il telefono in faccia. Io adoro Alessia ma certe volte è troppo melodrammatica.

<<Attenta!>> un timbro di voce arriva alle mie orecchie nello stesso momento in cui le ruote di una macchina stridono sull'asfalto, provocandomi entrambi i suoni un sussulto accompagnato da un grido di paura.

<<Diana, piccola, stai bene?>> lo stesso timbro di voce di prima arriva nuovamente alle mie orecchie ma questa volta quel timbro di voce mi fa alzare all'istante la testa quando capisco a chi appartiene. Marco e davanti a me, i suoi occhi sono fermi sulla mia figura mentre la sua mano è appoggiata sul mio fianco, stringendo di poco la presa su di me e questo contatto impertinente mi fa allontanare subito da lui quando nella mia mente improvvisamente tornano dei ricordi non proprio belli.

<<Diana, stai bene? Scusami io...>>

<<Dimitri>> sussurro il suo nome appena sento il timbro della sua voce e senza esitare mi giro su me stessa, vedendolo come si avvicina a me, lasciandosi alle spalle una macchina nera con lo sportello aperto.

<<Sei sbucata dal nulla. Io, mi dispiace così tanto di averti spaventata. Stai bene?>> domanda preoccupato ma anche mortificato è solo allora capisco che al volante di quella macchina c'era lui.

<<Se mi facevi fuori chi ti avrebbe portato nuovamente a vedere il tramonto o l'alba?>> domando ridacchiando, cercando di riderci di sopra nonostante il cuore all'interno del mio petto sta battendo come se fosse un tamburo. I suoi occhi tristi che mi guardano hanno la capacità di farmi sentire tutto il dispiacere che in questo momento sta provando. Mi sento come se i suoi occhi fossero in grado di comunicare con i miei, senza usare troppe parole ed è strana questa connessione che sto provando in questo momento.

<<Idiota! La prossima volta stai più attento!>> la voce strillante di Marco spezza il nostro contatto visivo e quando mi riprendo la scena che ho davanti mi fa strabuzzare gli occhi. Le mani di Marco tengono strette a pugno la giacca di Dimitri mentre lo scuote leggermente, continuando a urlargli contro.

<<Lascialo stare>> dico frettolosamente mentre mi avvicino ai due ragazzi.

<<Marco!>> lo chiamo con fare di rimprovero ma lui sembra non darmi ascolto visto che l'attimo dopo tira un pugno a Dimitri che non tarda a ricambiare, facendolo barcollare.

<<Bastardo!>> urla Marco arrabbiato più che mai mentre si raddrizza e quando capisco che sta per avventarsi nuovamente su Dimitri mi metto davanti, impedendo a Marco di colpirlo nuovamente dato che si ferma con il pungo in mezzo all'aria, guardandomi incredulo per la mia azione, o forse è proprio la mia vicinanza a Dimitri che lo sconvolge. Purtroppo lui mi conosce benissimo e sa che io non mi sarei mai intromessa in una discussione, in una rissa, non fisicamente perlomeno, perché a parole sono sempre stata brava a calmare chi intorno a me litigava, e vedermi in questo momento difendere qualcuno, questo lo sconvolge tantissimo e questo lo capisco dal modo in cui respira. Marco è sempre stato bravo a nascondere le sue emozioni ma quando si cresce insieme ad una persona si ha la possibilità di conoscerla in tutto e per tutto e so che il suo respiro irregolare è dovuto al mio comportamento e non per via dell'affaticamento di prima.

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