Capitolo 30 - Cruda verità

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<<Posso tornare a casa?>> domanda mentre si accoccola ancora di più fra le mie braccia.

<<Ecco, dovremmo aspettare per vedere cosa dirà il medico>> rispondo, cercando di non farla spaventare. La caduta non le ha causato alcun tipo di problema ma il medico si preoccupa per il suo stato di salute, per via della sua malattia. Da quando qualche giorno fa ha fatto la sua ultima trasfusione il suo corpo avrebbe dovuto continuare a funzionare come sempre solamente che adesso per via delle analisi a cui è stata sottoposta hanno notato che la trasfusione non ha fatto del tutto il suo lavoro, arrivando a pensare che ormai quel sangue che mensilmente le veniva somministrato adesso non basta più. E questa scoperta mi spaventa da morire.

<<Ma io sto bene>> borbotta piano come una bambina mentre strofina il naso nell'incavo nel mio collo, provocandomi un brivido in tutto corpo.

<<Infondo hai sbattuto la testa amore, magari i dottori vogliono solo tenerti d'occhio>>

<<Non possiamo scappare?>> domanda speranzosa mentre solleva lo sguardo, incastrando i suoi occhi nei miei.

<<Direi proprio di no, la salute...>>

<<Oggi è il tuo compleanno e io, insomma...>> dice di rimandato, interrompendosi in seguito, mentre abbassa leggermente lo sguardo e non capisco se per vergogna o per la tristezza.

<<Non ha importanza Diana, quello che conta è che tu stia bene>> dico in modo tenero mentre con una mano accarezzo la sua guancia e con l'altra afferro la sua, stringendola forte.

<<Volevo farti una sorpresa, neanche gli auguri sono riuscita a farti>> dice desolata mentre solleva di poco lo sguardo ma non per puntarlo su di me, ma bensì sulla parete dove sta appeso un orologio, capendo che manca davvero poco affinché scatti la mezza notte, finendo così questo giorno, dando inizio ad uno nuovo.

<<Sei ancora in tempo>> dico solamente mentre le rivolgo un tenero sorriso e lei in cambio si avvicina alla mia bocca, unendo le nostre labbra in un dolce bacio che pian piano si trasforma in uno passionale mentre le nostre mani si cercano uno il corpo dell'altro, soprattutto quando lei mi sale a cavalcioni.

<<Diana>> ansimo il suo nome preso dall'eccitazione quando la sua parte intima si schiaccia con la mia e per quanto vorrei fare l'amore nuovamente con lei mi tocca fermarla, per questo le appoggio le mani sui fianchi ma lei presa dal momento proprio come me muove il bacino in avanti, provocandomi un gemito che difficilmente riesco a trattenere.

<<Siamo in ospedale>> sussurro sulle sue labbra, allontanandomi gradualmente da esse contro la mia volontà.

<<Buon compleanno amore mio>> dice con il sorriso sulle labbra per poi sistemarsi accanto a me, proprio prima che un equipe di medici facciano il loro ingresso, ed è allora che il mio respiro si blocca, provocandomi un nodo in gola.

<<Signorina Diana, dobbiamo parlare>> dice uno dei tanti, rivolgendo alla mia donna uno sguardo così serio che lei si pietrifica all'istante ma nonostante ciò trova la forza di parlare.

<<Quanto tempo ho a disposizione?>> domanda seria e la freddezza con cui pronuncia quella domanda mi fa capire quanto lei in realtà è cosciente di quello che sta succedendo prima ancora che i medici le abbiamo detto qualcosa.

<<Non stai morendo Diana ma la trasfusione non fa più il suo lavoro al centro per cento. Dovresti passare più tempo in ospedale, stando sotto la nostra osservazione ma la cosa migliore sarebbe...>>

<<Trovare un donatore>> dice in seguito, finendo la frase del dottore.

<<Io però non capisco, chi dona il sangue non può diventare anche il mio salvatore?>> domanda subito dopo, aspettando una risposta da parte dei medici che inizialmente si guardano tra di loro, forse confusi per la sua domanda.

<<Abbiamo spiegato a suor Cristina che l'età del signore Amedeo è molto avanzata e sarebbe un rischio sottoporlo a questo tipo di intervento soprattutto dopo il malessere che si è abbattuto su di lui la settimana scorsa>> dice uno dei tanti medici, sganciando una notizia che lascia perplesso me ma soprattutto Diana che strabuzza gli occhi.

<<Il signore Amedeo?>> domanda confusa e io lo sono tanto quanto lei. Ricordo che mi è stato detto che qui in paese nessuno può donare per lei, a parte quel coglione di Marco che si è venuto a sapere che in realtà abbia solo mentito.

<<Sono anni che il signore Amedeo dona per lei signorina, pensavo che ormai ne era a conoscenza>> risponde uno dei medici, continuando poi a parlare a vanvera, spiegando sicuramente qualcosa ma ne io e tantomeno Diana gli stiamo dando ascolto dato che la mia attenzione è rivolta a lei e alla sua reazione sconvolta.

<<Mi ha mentito>> dice sussurrando per poi scendere all'improvviso dal letto e nonostante cerco di fermarla lei inizia a dare di matto, uscendo nel corridoio e urlare il nome di quella suora che non tarda ad avvicinarsi a lei, fermandosi su i suoi passi quando Diana apre la bocca per parlare.

<<Perché mi hai mentito?>> domanda solamente e per quanto questa può sembrare una semplice domanda in realtà è piena di significato, soprattutto quando capto nello sguardo di Diana i pensieri che frullano nella sua mente. Lei l'ha capito, o perlomeno qualcosa si sta immaginando e quel qualcosa le fa così paura che il suo corpo inizia a tremare.

<<Calmati>> sussurro piano mentre mi piazzo alle sue spalle, avvolgendo il suo corpo con le mie braccia, fregandomi che chiunque ha lo sguardo su di noi.

<<Quante altre cose mi hai nascosto, Cristina?>> domanda la ragazza, usando un timbro di voce così freddo che la suora sussulta e forse lo farei anche io visto che non l'ho mai sentita parlare con tanta freddezza, ma in questo momento la devo solo sostenere ma soprattutto cercare di farla calmare.

<<Diana>> chiamo il suo nome mentre la stringo leggermente, cercando di farli sentire il mio supporto ma soprattutto la forza della quale in questo momento ha bisogno.

<<Tesoro io...>>

<<Se decidi di sprecare fiato almeno fallo dicendomi la verità. Perché non mi hai mai detto che il signore Amedeo era colui che mi ha aiutato in questo tempo eh? Perché dirmi una bugia?>> domanda la ragazza urlando facendo gridare a sua volta la suora.

<<Perché non volevo che scoprissi che lui è tuo nonno!>> grida la suora dicendo la verità, facendo sussultare mia madre, Irina ma soprattutto Diana che strabuzza gli occhi sconvolta più che mai.

<<Io, io, in che senso?>> domanda balbettando mentre inizia a guardarsi intorno, allontanandosi anche da me, cercando forse nei miei occhi la conferma di quello che la suora ha appena detto, o forse vuole che io smentisca questa notizia che la fa tremare ancora più forte di prima.

<<Amore, calmati>> dico nuovamente a bassa voce, cercando di avvicinarmi a lei ma Diana indietreggia solamente come spaventata mentre mi guarda attentamente negli occhi.

<<Tu, voi, lo sapevate>> dice sussurrando mentre si porta una davanti alla bocca, sconvolta.

<<Sapevate che c'era un legame tra me e quel signore. Oddio, se lui è mio nonno allora mia madre, lei, lei chi è?>> continuo a parare a vanvera con la voce rotta.

<<Diana io...>> dico solamente fermandomi all'istante quando la vedo perdere l'equilibrio e senza pensare due volte corro da lei, riuscendo ad afferrarla fra le mie braccia prima che lei cada per terra, priva di sensi.

>> dico solamente fermandomi all'istante quando la vedo perdere l'equilibrio e senza pensare due volte corro da lei, riuscendo ad afferrarla fra le mie braccia prima che lei cada per terra, priva di sensi

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