Capitolo 27 - Promessa

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Gli occhi di Dimitri non hanno smesso di fissarmi, proprio come gli occhi di tutti i presenti in questa stanza e non capisco il motivo. Quando ho aperto gli occhi inizialmente chiamai madre Cristina, solo perché udii la sua voce, anche se subito dopo chiamai Dimitri, l'unica persona che avrei voluto vedere. Forse però ho sbagliato a chiamarlo in seguito amore mio dato che tutti mi guardano in un modo strano, soprattutto la signora Petrov. I suoi occhi dal colore così simile ai miei mi osservano tristemente, desolati ma anche in modo tenero e non capisco il motivo. Magari starà provando pena per me, penso mentalmente mentre sposto lo sguardo, cercando quello di Dimitri, sperando che lui non c'è l'abbi con me per non averli raccontato questa verità su di me.

<<Come hai fatto a dimenticare una cosa così importante?>> la voce di Alessia mi distrae dai miei pensieri, spostando in seguito lo sguardo su di lei. I suoi occhi azzurri sono diventati rossi, sicuramente per le lacrime che avrà versato. Lei più di tutti mi preoccupa maggiormente, perché Alessia da sempre va in sintonia con me, stando male tanto quanto me ogni qualvolta mi succede qualcosa, e ci sono stati momenti quando ha avuto un crollo emotivo, incapace di gestire le sue emozioni, e questo perché mi vuole bene, fin troppo bene.

<<Hai innaffiato i fiori?>> domando, cercando di sdrammatizzare solo per strapparle anche un piccolo sorriso ma lo sguardo acido che mi riserva mi fa sbuffare in seguito.

<<Sono anni che vieni in questa maledetta clinica due volte al mese! Mi spieghi come diamine hai fatto a dimenticare?>> domanda nuovamente urlando, ed io a questa sua domanda guardo di sfuggita Dimitri, sorridendo al ricordo di questa notte. Dimitri mi fa stare così bene che dimentico tutte le cose brutte della mia vita.

<<Oh>> sussurra Alessia, incapace di dire altro quando capisce, perché lei lo ha sempre fatto. A lei gli è sempre bastato guardarmi negli occhi per capirmi.

<<E dimmi un po', c'è l'ha, insomma...>>

<<Alessia!>> la chiamo con fare di rimprovero, fermandola all'istante quando capisco la sua allusione.

<<Come ti senti tesoro?>> domanda madre Cristina mentre afferra la mia mano.

<<Sto bene>> dico solamente mentre punto nuovamente lo sguardo su Dimitri. Da quando mi sono ripresa non ha fatto altro che guardarmi, senza dire neanche una parola e questo suo silenzio mi preoccupa abbastanza.

<<Sei arrabbiato con me?>> domando l'attimo dopo, timorosa della risposta che potrebbe darmi. Sono sicura che lui ormai sa quello che ho, e ho paura del suo giudizio.

<<Non proprio>> risponde a bassa voce, distogliendo lo sguardo da me, facendomi perdere un battito.

<<Io, ecco, vorrei riposare>> sussurro piano, guardando di sottocchio Alessia che non tarda a capire il reale senso della mia frase, per questo senza esitare sbatte tutti fuori dalla mia stanza, o quasi tutti.

<<Ho detto vai fuori!>>

<<Sta zitta, sei snervante. Da quando sei arrivata non hai fatto che urlare come un oca e sei irritante>> dice Dimitri in modo serio, facendo strabuzzare gli occhi alla mia amica Alessia.

<<Ma come ti permetti?>>

<<Hai sentito Diana, vero? Vuole riposare. Adesso vai fuori>> dice lui, usando nuovamente un timbro serio mentre la incita con la sguardo di andarsene, cosa che fa solo dopo aver ricevuto il consenso da parte mia.

<<Quando Robert mi ha telefonato, informandomi che la donna che più amo al modo fosse finita all'ospedale ho pensato di morire per via del respiro che mi mancava, per questo sono corso fin qui, cercando di arrivare da te il prima possibile, per poi scoprire che stai male. Perché non me l'hai detto?>> domanda con la voce tremolante mentre resta fermo davanti alla porta, senza spostarsi minimamente, e questa distanza che si ostina a lasciare tra me e lui mi fa inghiottire amareggiata.

<<Non volevo che mi guardassi così>> rispondo mentre cerco di far passare l'aria attraverso i polmoni, però mi è difficile farlo visto che lui mi guarda come se fossi una moribonda.

<<Guardarti come, con amore? Non so che idea ti sei fatta di me, Diana, ma io non ti guardo con compassione ma con amore seppur sono preoccupato, ma infondo chi non si preoccuperebbe per la persona che ama?>> domanda mentre finalmente diminuisce quella distanza che aveva messo tra di noi, avvicinandosi al letto, a me.

<<Accanto a te ho trovato la felicità Dimitri e magari avrò sbagliato a non parlartene ma con te mi sono sempre sentita normale, e non volevo che questo cambiasse. Inizialmente avevo paura a dirtelo ma poi sono arrivata al punto di dimenticare della mia malattia, proprio come è successo oggi. Tu mi fai stare bene Dimitri>> confesso a bassa voce, cercando di non piangere. Accanto a lui mi sento così viva, così normale che dimentico di tutto il resto che mi circonda.

<<Non piangere amore mio>> dice in seguito mentre si siede accanto a me, stringendomi al suo petto.

<<Non sono arrabbiato con te Diana, ero solo un po' preoccupato, ma adesso che tu sei sveglia va tutto bene>> mormora piano mentre continua ad abbracciarmi e nonostante nel timbro della sua voce capto una preoccupazione maggiore di quella che vuole far vedere per il momento lascio perdere, beandomi del calore del suo abbraccio.

🧚‍♀️

Dopo l'ennesima visita da parte dei dottori nel pomeriggio sono stata dimessa conto la volontà di tutti praticamente. Se fossi stato per il loro volere io sarei dovuta restare lì, sotto la sorveglianza dei medici, ma dato che il mio corpo sta bene, così come sto bene anche io quindi era inutile restarci, per questo sono tornata a casa e con me tutti quelli che erano in ospedale, Irina compressa, e forse è proprio la sua presenza che più mi ha meravigliata.

<<Ti ricordi quando Irina ti feci cadere in agenzia? Cambiando subito dopo atteggiamento?>> domanda Dimitri mentre si siede accanto a me sul piccolo dondolo che c'è nel balcone.

<<E come dimenticare. Quel giorno si presentò a casa mia con il suo adorato succo alla pesca>> rispondo mentre appoggio la testa sul suo petto, lasciando che lui mi riscaldi con le sue braccia.

<<Mi era sembrato strano il suo comportamento ma adesso capisco che lei ti capisce più di chiunque altro>> dice in seguito, confondendo le mie idee, almeno inizialmente perché l'attimo dopo mi parla di sua sorella e di come anche lei proprio come me è stata affetta da questa malattia, guarendo, a differenza mia.

<<Almeno lei è stata fortunata>> dico a bassa voce mentre chiudo gli occhi, cacciando indietro le lacrime che minacciano di uscire. Sono felice nel sapere che una persona nelle mie stesse condizioni ha avuto il dono di guarire, però è difficile accettare che io non potrò avere mai questa possibilità. I medici hanno provato per troppo tempo, senza però ottenere alcun risultato.

<<Ti prometto che anche tu guarirai amore mio. Costi quel che costi>> senato la sua voce sussurrare mentre la sonnolenza si impossessa del mio corpo.

 Costi quel che costi>> senato la sua voce sussurrare mentre la sonnolenza si impossessa del mio corpo

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