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4.50-lunedì
mi alzai entusiasta ma allo stesso tempo stanca.
ieri, domenica, avevo già preparato le valigie, avevo provato a contattare degli hotel la vicino ed economici, ma non ne avevo trovato nessuno.
o erano tutti pieni, o costavano troppo o erano lontani, ecc..
quindi avevo anche richiamato l'hotel dove avrei lavorato, gli avevo spiegato la situazione e a quanto pare non ero l'unica e c'erano delle stanze per chi lavorava e soggiornava all'hotel.
iniziai a fare colazione e dopo, mentre mi scieglievo i vestiti, il mio telefono iniziò a squillare.
una forte sensazione di ansia e il pensiero che l'hotel mi chiamava per cancellare il tutto, mi fece venire i brividi.
ma no, appena arrivai allo schermo, sopra c'era scritto il nome della mia "migliore amica".

risposi.

"pronto?" (n/m)
"cosa vuoi?" (io)
"hey t/n tutto ok?" (n/m)
"sono occupata, sbrigati" (io)
"ma che ti prende?" (n/m)
"non so, dimmelo tu" (io)
"t/n non capisco" (n/m)
"com'è andata da jake? avete guardato neflix e avete fatto un pigiama party?" (io)
"t/n...." (n/m)
"non ho tempo, devo andare, ciao" (io)
"aspetta-" (n/n)

non avevo tempo e non avevo voglia di farmi rovinare la giornata.
mi feci una doccia, mi preparai e riuscii ad uscire verso le 5.40.
arrivai alla fermata alle 5.56 e verso le 6 arrivò l'autobus.
mi sedetti in fondo e mi ascoltai della musica.
scesi alle 7.34 e iniziai a cercare la persona che mi avrebbe dovuto portare all'hotel.
tecnicamente avrebbe dovuto avere il mio nome sopra un cartello, proprio in stile americano, ma non riuscivo a trovarlo e già si erano fatte le 7.40, non potevo fare tardi.
mi prese il panico, finché non sentii un tap tap, sulla spalla.
quel picchiettio mi fece rabbravidire.
mi girai e non potevo crederci

"O MIO DIO, ALL!!" (io)

Allen, detto All, era un amico di mio papà che ha fatto parte di gran parte della mia vita, soprattutto quando ero piccola, era come uno zio per me.
da quando era venuto a vivere e a lavorare qua, non avevo avuto più sue tante notizie ma non credevo di riincontrarlo addesso.

"wow t/n, sei fantastica" (all)
"grazie anche tu, sei cambiato tantissimo" (io)
"cosa ci fai qua??" (all)
"be avevo bisogno di un lavoro, tu invece?" (io)
"indovina, sarò io a portarti nell'hotel" (all)
"nooo" (io)
"lo so, lo so, appena ho saputo che avrei dovuto portare te non vedevo l'ora che arrivassi" (all)
"come mai questo lavoro?" (io)
"be ho provato altri lavoro ma questo mi piaceva particolarmente e, indovina, pagano anche bene" (all)
"non vedevo l'ora di sentirlo" (io)
"dai su andiamo" (all)

All era un uomo paffutello, non molto alto, era sempre allegro e io adoravo passare del tempo con lui.
avevo persino fatto da babysitter a sua figlia una volta.

partimmo alle 8 e il viaggo duró 30 minuti, sarebbe durato di meno ma c'era traffico.
vabbe tanto sarei dovuta essere la alle 9.

io e All parlammo del più e del meno e lui mi spiegò un po' l'hotel.
quando arrivammo, visto che eravamo in anticipo, di tanto, mi chiese se volevo fare due passi e parlare ancora, e io non rifiutai.
ero felicissima di averlo rincontrato e avrei potuto passare tutto il giorno con lui, ma alle 8.50 eravamo di nuovo davanti all'hotel.

"be allora io devo andare a prendere altre persone, ma tu entra pure, ci risentiremo tranquilla" (all)

gli diedi un grande abbraccio

"ah, sai per caso di chi mi dovrò occupare?" (io)
"no mi spiace, io mi occupo solo dei trasporti, se lo vengo a sapere però ti faccio un piccolo spoiler, buona fortuna" (all)
"grazie All, mi manchi già" (io)

le "guardie" mi portarono in un'entrata dello staff.
poi il capo, palesemente gay, mi accolse allegramente.
feci il colloquio che andò molto bene, mi diedero un paio di informazioni in più
e poi mi dissero che oggi non avrei lavorato ma avrei incominciato domani.

sei il mio business// tom kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora