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t/n's pov

cazzo che mal di schiena.
mi strofinai piano piano gli occhi ed iniziai a guardarmi intorno.
tom mi abbracciava da dietro, come sempre, ma non so perché sta volta mi faceva male la schiena.
spostai il braccio di tom e mi alzai.
lui stranamente non si svegliò.
andai in bagno, mi sistemai un'attimo, quel poco che potevo, e mi scrocchiai la schiena che fece un casino di rumori.

"cazzo" (io)

mi sentivo meglio ma avevo ancora quel fastidioso dolore che è impossibile da togliere.
sbadigliai e poi uscii.
mi diressi in cucina, presi qualcosa di veloce da mangiare e appena finii, con la massima attenzione di non incontrare nessuno nel corridoio, andai nella mia camera a mettermi l'uniforme.

Giorgia

-ei
-sei sveglia?


aspettai un po'.
e ancora.
e ancora.
e ancora.
ma niente.
chiusi il telefono e scesi alla reception.
non c'era nessuno al bancone.
che strano.
anzi, mi guardai intorno e mi accorsi che, in tutta la grande sala, l'unica persona ero io.

"strano" (io)

di solito c'è almeno qualcuno alla reception.

qualcuno mi arrivò addosso, spostandomi la spalla.

"cazzo, t/n scusa" (x)

mi girai, era un'altra ragazza che lavorava qua.

"tranquilla" (io)

aveva degli scatoloni in mano ma uno gliene cadde quindi lo presi e gli diedi una mano a metterli via.

"grazie" (lei)
"tranquilla, ah, ma dove sono tutti gli altri?" (io)
"non lo sai? c'è una manifestazione per i lavoratori, dato che oggi sarebbe un giorno di festa che a molti non viene concesso, quindi le persone si sono ritrovate per protestare e anche molti che lavorano qua" (lei)
"qua??" (io)
"sì lo so, l'ho pensato anch'io. qui non sono rigidi e non abbiamo mai lavorato troppo, o almeno io" (lei)
"sì, neanch'io, ma poi il capo è stra libero su queste cose" (io)
"lo so, ma certa gente farebbe di tutto per non lavorare" (lei)

in effetti

"vabbe, hai bisogno di una mano con qualcos'altro?" (io)
"oh no, questa era l'ultima cosa, grazie" (lei)
"tranquilla" (io)

la salutai e poi tornai dalla band.
entrai in stanza ed iniziai a pulire un po'.
finita la cucina e il salotto, mi diressi su da tom.
lui non era più a letto e solo adesso mi resi conto che c'era il rumore dell'acqua della doccia.
chissà da quanto.

la stanza di tom era un casino!
vestiti ovunque, tabacco, sigarette lasciate in giro, una chitarra sopra una pila di vestiti, ecc...
cazzo, come faceva a dormire tranquillamente?
iniziai a pulire e mentre piegavo le ultime magliette, l'acqua della doccia si spense e poco dopo arrivò tom.

"buon giorno" (tom)

cazzoooo!!!!
aveva una voce mattutina stupenda!
ancora più bassa delle altre volte.

"buon giorno" (io)

mi lasciò un bacio veloce sulla guancia e poi iniziò a vestirsi.

"dormito bene?" (io)
"no, un cazzo" (tom)
"perché?" (io)
"non lo so, non riuscivo a dormire sta notte. sarò rimasto sveglio fino alle 4" (tom)
"a fare che?" (io)
"bo, a provare a dormire" (tom)
"mi dispiace, oggi avete qualcosa di importante da fare?" (io)
"abbiamo il set fotografico" (tom)
"cazzo e vero" (io)

sei il mio business// tom kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora