XII

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I giorni passavano in fretta... e quei baci mi stavano mandando alla testa, ogni volta erano sempre più accesi, mentre le mie labbra erano spente.
Ero riuscito a fare una ventina di passi per rimediare alla mia caviglia, e gli caddi addosso due volte, in cui mi baciò di nuovo... non è che non ne potevo più... ma che tutto questo mi stava mandando in tilt. Perché sì... mi piaceva. Adoravo eccome il sapore delle sue labbra che rimaneva acceso sulle mie per quei millesimi di secondo. Era come una specie di dipendenza. Non riuscivo seriamente a farne a meno. Era tutto così stranamente bello. Solo che avevo notato una cosa... non mi aveva mai chiesto un bacio. Non me li chiedeva, dovevo agire di conseguenza. Perché anche uno stupido si accorgerebbe che io quei baci non li ho mai ricambiati.

Iniziai la mia solita scia di passi, come allenamento facevamo il giro del salotto ad angoli retti oppure provando delle pericolose curve. In quel momento stavamo facendo una curva insieme... lui restava vicino a me, nel caso cadessi... mi avrebbe preso. Stavo riflettendo... come sarebbero state le sue labbra se gliele avessi toccate io per primo? Sapevo che il loro gusto non sarebbe mai cambiato... ma comunque avevo questo dubbio... e penso che sia normale, perché più una persona ti bacia, più inizi a chiederti il perché di questo. Io lo so già, ma la cosa è come se si stia evolvendo drasticamente. I miei pensieri mi stanno mangiando vivo... e adesso vorrei una cosa in particolare, che si trova a 40 centimetri da me.
Presi un respiro afferrandogli con forza il fianco, lui si preoccupò subito per una mia possibile caduta... ma l'unica cosa che cadde fu il mio sguardo su di lui.

<<Fa male?>> io non risposi, lo guardai semplicemente negli occhi per poi mettergli una mano sotto al mento... lo stavo per fare... non devo pensare a niente, perché io lo voglio fare.
Mi avvicinai a lui allungando l'attesa il più possibile fino a quando non ci fu l'incontro dei nostri respiri. Lo sfioramento delle nostre labbra. E il mio scontro per baciargli le sue. Lui mi strinse il braccio, penso per via della sorpresa, attaccai a me il suo busto sentendo il suo respiro accelerare, il suo cuore aumentare drasticamente il battito e la sua pelle, accaldarsi sotto al mio tocco. Era una sensazione che prima d'ora avevo già provato. Non con lui... ma anche con lui. Solo non così forte. Era come se fossimo una cosa sola... per la prima volta.

Lui non era Minho... lui era Felix.

Le nostre lingue si incontrarono, iniziando a giocare tra di loro, come in un parco giochi che non avevamo mai deciso di tornare a visitare. Il suo corpo fece indietreggiare il mio fino al letto, non usava la forza... stavo comunque facendo un percorso per la guarigione di un arto. Lo guardai a sottecchi notando di come fosse concentrato in quello che faceva. Era come se non vedesse l'ora di ricevere questo semplice bacio. Mi sedetti sul letto e senza mai staccarsi lui si sedette su di me. Era leggero, non pesava chissà cosa. Era anche molto magro, ma se è per questo anche io lo sono, e parecchio. Le sue labbra schioccavano sulle mie, creando una ambientazione al quanto inappropriata per la nostra situazione.
Il suo cuore batteva, batteva così forte che a momenti potevo intonarci una canzone usandolo come percussione.
Si posizionò meglio su di me, e con il ventre sentii una cosa che non mi aspettavo di sentire... era duro... a causa mia... non volevo crederci. Il mio problema iniziò ad evolversi nella gabbia... anche se non mi sentivo eccitato, tutto questo faceva davvero male.

<<Ah>> mi staccai per il forte dolore lasciando cadere i soliti fili di saliva che uscivano dalle nostre bocche.

<<Cos'hai? La caviglia? Sto facendo troppa pressione?>> usò un tono molto preoccupato, anche se sistemando i fianchi per potersi alzare sentii la gabbia più dura del solito. <<Oh...>> io negai con la testa guardandolo negli occhi.

<<Sono praticamente appena guarito... non facciamo casini>> lui si avvicinò al mio volto.

<<Sei stato tu a baciarmi Hyunjin>> i nostri occhi si guardarono intensamente prima di riattaccarci in quel bacio passionale e malato. Le sue mani andarono ad esplorare il mio busto e la mia schiena, mentre le mie erano ancora sui suoi fianchi e anche sulla sua testa. I suoi capelli corti mi rilassavano, più li toccavo più mi sembrava che tutto questo schifo di destino fosse giusto... anche se quello che stava succedendo non era per niente intendibile come la parola schifo.
Mi piaceva... e diamine se mi piaceva. Stavo facendo tutto questo senza pensare, e mi sentivo libero, libero da tutto, libero da questo mondo...  era tutto molto piacevole.
La mano sul mio petto andò a posarsi su quella sul suo fianco appropriandosene e facendola entrare all'interno dei suoi pantaloni... lui non aveva l'intimo, e questo lo sapevo benissimo.

the feel of HIMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora