XV

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Arrivammo davanti ad un edificio, e subito Felix mi prese la mano... gliela stavo per staccare ma lui la strinse così forte da farmi male.

<<Vedi di fare il bravo ragazzo, o sai come finisce>> mi portò davanti ad una receptionist che lo riconobbe sorridente <<salve io avrei l'alloggio sessantasei>> la ragazza gli porse un mazzo di chiavi e mi trascinò con lui sorridente.
Mi faceva schifo tutto ciò... non avrei voluto seriamente più aver a che fare con lui. Ma ormai ero in trappola... di nuovo... non potevo correre via, lui mi avrebbe raggiunto, e poi la mia caviglia non avrebbe retto. Passammo case, case su case... eravamo arrivati al numero 80 senza neanche rendercene conto... ma del 66 non vi era nessuna traccia.

Entrammo in un bosco... non ero per niente a mio agio, la caviglia iniziava a dare fastidio... significato che non fosse ancora guarita del tutto. Ma che cosa avrebbe fatto se io mi fossi fermato... o peggio ancora caduto?
Arrivammo al centro, davanti ad una casa, dalla sfumatura di rosso più elegante che conoscessi... il borgogna.
Lui aprii la prima porta con una semplice chiave, fornitagli dalla ragazza, e poi digitò un codice all'interno che fece aprire un'altra porta. Entrammo all'interno, lui chiuse solamente la porta esterna... mentre quella interna si chiuse e si blindò da sola, facendo risuonare per tutta la sala un rumore assordante di ingranaggi.
Mi guardai intorno... vedendo una casa totalmente sul bianco... ma venni trascinato ancora prima di analizzarne i dettagli, entrò in una porta e dall'armadio uscii una luce che gli analizzò l'occhio, portandolo a spostarsi e a far spazio a delle scale... provai a porre resistenza ma la sua mano andò dritta sulla mia intimità stringendola e farmi scappare un gemito... ero fin troppo sensibile. Venni portato di sotto, con la sua mano che continuava a spingere sulla mia intimità, fregandosi del fatto che si fosse già indurita. Avevo perso tutta la mia resistenza, tutto il mio autocontrollo.

<<Benvenuto in camera nostra>> mi lanciò sul materasso del letto, con dei vestiti su esso, tutta la camera era colma di luci gialle, ma da una parete rossa. C'era un mobile pieno di oggetti neri di cui neanche conoscevo l'esistenza fino ad ora, e una parete, con delle corde che penzolavano dal muro, assieme ad una sedia, situata al centro della stanza.
<<Cambiati>> si tolse la giacca appoggiandola allo schienale della sedia e rimanendo con una camicia ed un gilet, tutti sempre bianchi. Persino i vestiti che mi aveva dato erano bianchi.
Alzai i pantaloni mentre lui si sedeva sulla sedia davanti a me con le gambe aperte.

Iniziai a spogliarmi, trovando una specie di camicia dalle forme strane e leggins, assieme a dei boxer, tutti dello stesso colore. Mi cambiai, trovando purtroppo il mio membro ancora retto.
Mi girai di schiena e subito sentii una mano inglobarlo e iniziare a fare su e giù su di esso.

<<Non dovresti girarti... succede quello che non vuoi>> ansimai non riuscendo a trattenermi... quella gabbia mi aveva fatto diventare sensibile... enormemente sensibile <<mh, sì gemi per me>> appoggiò la sua testa sul mio collo e trattenni dei gemiti mentre lo guardavo schifato <<se fai così non mi trattengo>> gli tirai una gomitata sul petto, non volevo più saperne. <<Ah... finalmente>> recuperò il fiato dalla botta portandomi sul letto e sovrastandomi ancora completamente nudo.
Iniziai a dimenarmi e lui ridacchiò. Come se fosse seriamente un pazzo.
<<Mi piace così tanto manipolarti, mentirti, amo la tua faccia che si contorce per me schifata... e poi... come faccio a lasciarti andare? Sei davvero troppo buono>> passò un dito sulla punta del mio membro leccandolo davanti ai miei occhi <<ti ho già assaggiato quando eravamo in ospedale... sei davvero molto buono Hyunjin>> mi legò entrambe le braccia saldamente al letto con delle catene lunghe abbastanza da tenerle fisse al letto. Prima di passare ai piedi gli tirai una ginocchiata sull'intimità... dura.
<<Se fai così mi fai solo che eccitare... ma ti sei visto?>> gli tirai un'altro calcio guardandolo con tutto il disprezzo che potessi provare. <<Mh... continua, dammi tutti i calci che mi merito>> usai tutta la mia forza tirandogliene un'altro e vedendolo inarcare la testa sospirando. Prese l'asse del letto con al suo interno due buchi, in cui inserì i miei piedi stringendoli all'interno... le mie gambe erano divaricate... legate, non potevo muovere nulla se non il busto o il collo.
<<Ho pensato anche a questo non preoccuparti>> prese un collare con delle catene da dietro la testiera mettendomelo al collo <<quanto sei eccitante cagnolino>> si morse il labbro toccandosi. Si spogliò davanti a me, aumentando quella mia attrazione che avevo io per lui, liberando la sua schiena limpida e il suo corpo era praticamente bianco, senza segni di graffi o cicatrici.
<<Mh quanto mi vuoi eh? Sbaglio o sei diventato più duro?>> usò quel tono orripilante e terrificante che mi fece venire la pelle d'oca. Si sedette completamente nudo sul mio ventre iniziando a muovere i fianchi. 

the feel of HIMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora