1 - Dreaming Is Not Wrong

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Ronnie

Quella mattina mi guardai allo specchio ma non mi riconobbi.

Avevo lo sguardo perso nel vuoto, le mie iridi cerulee oggi sembravano grigie, mi portai una mano alla guancia e mi accarezzai il volto, la mia pelle, che era già pallida, oggi sembrava quella di un cadavere.

Era la quarta notte di seguito che non dormivo bene e non ne capivo il motivo, detti la colpa al caldo e ai rumori della città notturna.

Mi affacciai dalla porta del bagno, sentendo un rumore insolito, ma era solo il cane; guardando oltre la soglia, vidi la camera da letto che avevo appena lasciato e sospirai, avrei preferito di gran lunga lanciarmi a peso morto di nuovo nel letto, ma non potevo.

Mi sciacquai il viso con dell'acqua gelida, nella speranza di riprendere un po' di colorito, presi la mia trousse e cercando di dare alla pelle un aspetto più sano mi truccai come tutte le mattine.


Aprii l'armadio e guardai le file di vestiti neri e grigi, sbuffai non vedendo nulla di mio gusto, ma alla fine optai per un pantalone formale e un tailleur grigio come il mio umore, mi raccolsi i folti capelli color miele in una coda alta e andai in cucina.

Mi misi a fissare l'aggeggio infernale che per le sei del mattino faceva già troppo rumore, far scorrere la linfa vitale di cui avevo un bisogno disperato e cercai un po' di forza motivazionale.

Mi dissi di smetterla con questo umore e che la giornata sarebbe migliorata.

Bevvi il caffè in un solo sorso come se fosse una shot di vodka e rabbrividii schifata, mi ero dimenticata di comprare lo zucchero; era da una settimana che lo bevevo amaro. Scrissi un messaggio veloce alla mia amica Erin, chiedendole di ricordarmelo più tardi e lei rispose con un emoji sconcertata; guardai il frigo, era pieno di post-it con scritto "comprare zucchero" ma ogni mattina puntualmente mi dimenticavo di passare a prenderlo.

Probabilmente è anche per questo motivo che ero un po' acida ultimamente...

Misi le mie solite scarpe da ufficio ormai consumate, ma comode, presi le chiavi e salutai la mia cagnolona Nala, un bellissimo Golden retriever di 3 anni.

Uscii dalla porta e trovai la mia vicina che stava rincasando. «Ciao Sara, buona giornata» riuscii ad articolare e lei mi rispose prontamente, con una voce fin troppo squillante:

«Ciao, Ronnie anche a te, ah! L'ascensore è rotto non prenderlo mi raccomando!»


Mi limitai a un grugnito come risposta per non dilungare ulteriormente la conversazione.

...

Mentre ero seduta nella carrozza della metro, le fermate passavano lentamente, mi misi le cuffie nelle orecchie e mi isolai, socchiusi gli occhi e premetti play sull'ultima canzone che stavo ascoltando ieri: "What's up" dei 4 Non Blondes.

Sospirai con sollievo non appena le prime note mi riempirono i timpani, ascoltare la musica era un mio rimedio personale al malumore, mi sembrava di sfuocare tutti i rumori che avevo intorno e ascoltarla con gli occhi chiusi mi faceva evadere con la mente, mi sembrava di sentirla meglio, così da percepirne tutte le vibrazioni.

Le parole mi si scolpivano, non più nelle orecchie ma nel cuore.

Stamattina avevo bisogno di qualcosa che mi svegliasse, ma non avevo sonno mi sentivo assente.

Ormai erano tre anni che la mia vita andava avanti senza intoppi, lavoro decente, appartamento decente e anche una parvenza di famiglia...ma non mi andava di pensarci...inoltre uscivo ogni sabato sera, quel tanto che bastava per non sentirmi una sfigata, non mi mancava nulla, ero felice no?

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