24 - Without Mask

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Andai a casa in taxi, mi feci la doccia in stato catatonico e mi vestii con il miglior vestito che avevo. Era blu come i miei occhi, attillato che mi accompagnava le forme in modo divino, mi truccai e mi feci la piega, come se dovessi andare ad una festa.

Una volta pronta, chiamai Sky, rispose al terzo squillo.

«Ehi Ronnie! Dimmi tutto» non mi resi conto fino a quel momento di quanto fossi scossa, cercai le parole, mi morirono in bocca.

«Ciao Sky...ho bisogno un favore, ho già parlato con Erin ed è d'accordo, per favore puoi venirmi a prendere?» Feci un singhiozzo che non passò inosservato.

«Ronnie...ehi...che succede, stai piangendo?»

Ricacciai tutto indietro, non volevo esplodere, non ancora.

«Per favore, mi potresti portare da Ares, intendo, a casa sua...ho davvero bisogno di parlargli urgentemente» dall'altro capo della linea si sentì un sospiro.

«Si, arrivo subito.»

Non tardò, dieci minuti d'orologio e vidi comparire la sua auto.

«Ciao Sky, grazie del passaggio» mi fece un sorriso timido.


Evidentemente dovevo avere una faccia da funerale, perché si pettinò nervosamente la chioma corta.

«L'ha fatta grossa sta volta, vero?»

Mi limitai ad annuire, sentendo ogni volta pizzicare gli occhi inesorabilmente.

«Si...non mi va molto di parlarne...» partì senza dire una parola.

Sky era veramente un ragazzo d'oro, era amico di Ares, ma non lo reputava perfetto come il resto della popolazione, sapeva che aveva dei difetti ed era l'unico suo amico che conoscevo a tenergli testa.

In una ventina di minuti arrivammo davanti ad una villa molto lussuosa, era sul mare e ovviamente era la più bella di tutta la costa. Non mi sorpresi più di tanto, non mi facevo condizionare dai suoi soldi.

«Non è ancora rientrato Ronnie...che vuoi fare?»

«Lo aspetterò, tranquillo vai pure, per dopo chiamo un Uber oppure Erin» si guardò intorno con disapprovazione.

«Non mi piace lasciarti qui da sola Ronnie...»

«Se arriva e ti vede qui, se la prenderà anche con te, forza vai, se succede qualcosa ti chiamo» scesi dall'auto e mi avviai all'ingresso.

Lo vidi parcheggiare lontano, ma in modo da potermi vedere per controllare che nessuno mi importunasse, Erin era davvero fortunata ad averlo trovato.

Aspettai con pazienza e iniziò a fare buio, Sky era ancora lì, non si era mosso.


Vidi entrare un Suv nero nel vialetto, mi alzai in piedi per farmi riconoscere.

Parcheggiò e Ares scese dal sedile di guida, mi vide e la sua faccia assunse un tono interrogativo.

«Ronnie? Che ci fai qui?»

Nella sua voce c'era una parvenza di inquietudine, non si aspettava di trovarmi qui.

«Ares, dobbiamo parlare...» riuscii a dire solo questo.

Lui in silenzio mi fece cenno di entrare in casa ed io lo seguii. Entrammo in salone, era ampio con un caminetto; con dei divani esageratamente enormi e lussuosi, un open space con cucina a vista, tutta di marmo bianco con venature d'oro. Posò la giacca e la cartelletta da lavoro e andò verso il frigo, prese due calici di vino, poi si tolse la cravatta e si sbottonò due bottoni della camicia.

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