10 - Him

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Quando la sveglia suonò ero già vestita e pronta per uscire, faticavo ad abituarmi al jet leg e al letto, non so come facesse Erin, ieri era tornata alle due e oggi doveva affrontare il primo giorno.

Miracolosamente si svegliò in tempo. Quando uscimmo di casa aveva indosso degli occhiali scuri per nascondere il dopo-sbronza, un abitino che le arrivava al ginocchio fucsia e un paio di tacchi gialli.

Io invece dopo averci pensato almeno un'ora avevo optato per una gonna nera aderente, con uno spacco e una camicia rossa fuoco, quantomeno potevo richiamare il mio soprannome.

«Sei in ansia?» Mi scosse dalla paranoia.

«No, figurati sono prontissima, gasata, spaccherò tutto!» Mi sorrise e mi sussurrò all'orecchio: «non esagerare sennò poi fa l'effetto opposto e sembra che ti cachi sotto.»

La strada non era lunga ma Erin volle fare tappa da Starbucks, un giusto compromesso, anche se io volevo solo arrivare in tempo. Parcheggiammo l'auto nei posti adibiti ai dipendenti.

Il posto di lavoro era un palazzo altissimo tutto vetrato con le iniziali JDV sul dorso, entrammo e la guardia ci consegnò i cartellini, moda e marketing, infine prendemmo l'ascensore.


«Stai tranquilla e vedrai che andrà bene, ci vediamo a pranzo e poi a pomeriggio nel settore moda.»

«Okkei, buona giornata.»

Arrivai al mio piano ed entrai in ufficio, era uno stanzone enorme, un corridoio molto lungo con alcuni uffici singoli vetrati, camminai come un passerotto indifeso fino all'ufficio con scritto Jenner, la mia nuova responsabile, speravo davvero che con una donna sarei stata più fortunata.

Bussai timidamente e la persona dietro alla scrivania, mi fece cenno di entrare, non riuscivo a vederla da dietro il pc, fino a quando si alzò.

Era una ragazza! Sarà stata sui 35 mora e boccolosa, mi sorrise.

«Tu devi essere Margaret giusto? O meglio, Ronnie?» Sapeva il mio soprannome... «Si esatto, Ronnie» mi squadrò per bene dalla testa ai piedi.

«Ora capisco il perché del doppio lavoro, sei uno schianto bellezza!» Diventai del colore della mia camicetta. «Oh grazie, è gentile»

«Ronnie, ti prego dammi del tu o mi fari sentire vecchia, ti prego» già mi piaceva, speriamo bene.

«Quando Julien mi ha proposto te ero entusiasta, il tuo curriculum è splendido, ma quando mi ha detto del doppio lavoro non ero molto d'accordo, io richiedo molto impegno e con il discorso del part time...ma possiamo provare no? Evidentemente hai fatto innamorare qualcuno o non ti avrebbero richiesta così al piano di sotto...»


Ero sollevata del suo pensiero ma altrettanto preoccupata di riuscire a gestire le due cose e di non finire con un piede in due scarpe.

Jenner mi diede il compito di pensare alle nuove copertine per una gonna che doveva uscire il mese dopo. Avevo già mille idee che mi riempirono la mente.

Mi misi subito all'opera, la mia scrivania era vicino al suo ufficio in modo che potesse controllarmi e aiutarmi con comodità, sentii vibrare il telefono, era Erin.

E: "Come va?" Gli risposi in un nanosecondo e tornai al lavoro.

R: "benissimo".

...

Era orario di pranzo, ma non avevo molta fame, quindi decisi di dare buca ad Erin, per fortuna non se la prese e disse che usciva con i nuovi colleghi per fare team work.

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