17 - I 'm Not A Fool

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Qualche giorno dopo...

Guardai oltre lo schermo del mio pc con aria annoiata, era giovedì e non avevo ancora dato un volto al nome che mi riempiva i pensieri: "Harper".

Ero stufa di lottare contro i miei istinti, alla fine lo desideravo, era inutile mentire, ma quella stupida vocina nella testa, continuava a comparire ogni volta che il mio sguardo si posava su di lui.

Ero sicura al 100% che lui da me volesse solo un paio di notti di passione, reagiva solo quando lo provocavo, altrimenti era un fantasma. In effetti era da qualche giorno che non lo vedevo né sentivo, magari aveva cambiato lui idea su Miami?

Jenner mi riscosse dai miei pensieri, facendo capolino fuori dal suo ufficio.

«Ronnie, c'è l'hai il passaporto americano vero?» Mi chiese con aria preoccupata.

Ultimamente mi trattava quasi come sua figlia di tre anni e per quanto potesse essere dolce, un po' mi infastidiva, perché mi faceva sentire dentro in una campana di vetro.


«No, non credevo servisse...» iniziò ad agitarsi, forse era la botta di culo che mi serviva per evitare il viaggio, ero sicuramente sollevata dall'imprevisto.

«Ok, non c'è problema, tranquilla, te ne faremo fare uno d'emergenza, tieni, vai su al decimo piano, vicino all'ufficio di Julien ci sono i suoi assistenti e l'amministratrice delle risorse umane, Harper Devison, chiedi di lei ti aiuterà» disse passandomi un foglio con l'autorizzazione alla trasferta lavorativa.

Non ci potevo credere, l'imprevisto/botta di culo si era appena trasformato nella risposta alle mie domande? Era lei la ragazza del mistero?

«Ronnie! Ora! Non c'è tempo per tergiversare!»

Mi alzai di scatto e raggiunsi il corridoio sbigottita. Mentre l'ascensore saliva verso il decimo piano mi resi conto di essere molto nervosa, avevo il cuore che batteva all'impazzata, volevo sapere il motivo di tutto quel mistero, ma allo stesso tempo avevo timore di aver ragione ...

Arrivai al piano, ed entrai nella hall, vidi Pablo, era venuto a prenderci all'aeroporto quando eravamo arrivate dall'Italia...

Sembrava passato un secolo e invece erano solo poche settimane, senza accorgermene l'estate era già quasi finita.

«Ronnie? Sei tu? Tesoro vieni qui!» Corse ad abbracciarmi, io ero un pezzo di ghiaccio.

«Sono qui, per Harper» gli porsi il foglio, ma mi accorsi che stavo tremando, ritrassi di scatto la mano per non farmi vedere.


«Vieni tesoro, vedrai risolveremo» disse leggendo il foglio e intuendo il problema. Ci fermammo davanti ad una porta di vetro oscurata e Pablo bussò.

«Prego.»

Una voce femminile, dal tono profondo ci invitò ed entrammo...

«Harper, questa è Ronnie» ci accolse una ragazza sui trent'anni, era bionda e formosa, praticamente una dea. Non ne so il motivo ma mi sentii intimidita all'istante.

«Si, ma certo, so bene chi è, grazie Pablo ci penso io» mi lasciò lì da sola, quindi mi accomodai di fronte a lei.

«Dunque, risolviamo questo problemino con il tuo passaporto.»

Lavorava in silenzio, si sentiva solo il suono delle sue dita veloci sulla tastiera del pc; non sapevo bene cosa dire, se invitarla a prendere un caffè per entrare in confidenza, oppure se mi stavo sbagliando ed era un'omonima, ma qualcosa mi diceva che era lei.

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