7 - What's Happening?

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Ronnie

Qualche settimana dopo...

Ormai questa era diventata la mia routine: mi svegliavo, andavo a correre facevo colazione con Erin da Joe's, poi tornavo a casa e inviavo curriculum che nessuno avrebbe letto...nessuno mi avrebbe assunto ad inizio luglio, con le ferie alle porte, ma ci provavo lo stesso.

Mi sentivo uno straccio, avevo pianto tutte le lacrime che avevo in corpo e avevo corso più di quanto avessi mai fatto in vita mia, ero riuscita anche a perdere i cinque chili di troppo che avevo da natale.

Ero senza stimoli, tutto quello che stavo affrontando ora, era semplicemente il lutto della perdita dei miei genitori, che lavorando continuamente e tenendo la testa impegnata ero riuscita ad evitare, ma ora che avevo subito una battuta di arresto, ero stata investita da un treno di emozioni che non volevo.

Mi sentivo vuota, spezzata.

Ero seduta sul divano, con un fazzoletto in mano, mentre scorrevo sulle foto della scorsa vacanza estiva, mi soffermai su una in particolare: c'ero io con mia madre che mi cingeva da dietro sorridente e mio padre che cingeva lei subito dietro, da un lato appariva mio fratello Eric che ci lanciava della sabbia addosso.


Mi ricordo esattamente cosa provavo in quel momento, ero felice, non ricordavo nemmeno più come si faceva provare quella sensazione, mi scese una lacrima.

Eric...

Io e mio fratello, una volta eravamo molto uniti ma ora, qualcosa si era rotto, non lo sentivo da molto tempo ormai...Feci scorrere il dito sullo schermo e temporeggiai un po' indecisa se chiamarlo o meno, ci rinunciai non sapendo bene cosa dirgli.

Ad un tratto il cellulare cominciò a vibrarmi in mano e lessi sul display, numero sconosciuto, mi schiarii la voce e risposi. «Pronto?»

«Signorina Lockard?»

«Si sono io, chi parla?»

«Attenda in linea per favore...» partì la classica melodia dell'attesa telefonica.

Boh...poi qualcuno cominciò a parlare in inglese.

«Oh! Ronnie giusto? Sono Julien De La Ville» questa mi è nuova pensai, cosa potrebbe volere da me?

«La chiamavo in merito ad un'offerta di lavoro...» non ci potevo credere, speravo non fosse uno scherzo telefonico.

«Buongiorno Signor De La Ville, la ringrazio per avermi preso in considerazione, per quale posizione mi state valutando?»

Avevo di nuovo quella sensazione alla pancia...


«Guardi...nonostante siano tutti rimasti molto impressionati dalla sua performance come modella, so che non ha mai lavorato per tale posizione ma ho anche visto che invece ha molta esperienza come marketing design per Grayson giusto?»

«Si è corretto...»

«Facciamo così, so che lei è disoccupata e libera, la sua collega Erin mi ha raccontato come sono andate le cose e putroppo miss Lockard io non accetto di buon grado le ingiustizie, quindi ho pensato di farle una proposta: un posto di lavoro come Marketing Specialist a patto che lei si dia una possibilità come modella di intimo per le pagine più sexy del marchio. Abbiamo bisogno di una modella per la nostra nuova linea di lingerie e guardando il suo profilo Redtentation, pensiamo che sia la persona giusta, ovviamente sarà lautamente pagata sia per il corso sia per il lavoro nei media.»

Rimasi senza fiato, avevo improvvisamente perso l'uso della parola.

Erin maledetta, ma che cosa aveva fatto? Ora Redtentation era pubblico e chissà d'ora in avanti cosa succederà, forse sarà meglio chiuderlo...

«Miss? È ancora lì?» Mi schiarii la voce «Si ecco, in caso valutassi l'opzione è possibile mantenere il nome d'arte?»

«D'accordo, sul nome d'arte mi piace, dà un pizzico di mistero, ma faccia in fretta, ah miss Lockard, ovviamente abbiamo già provveduto a trovarle una casa in affitto qui a L.A.» La conversazione finì.


Rimasi catatonica per almeno dieci minuti fino a che mi ricordai di Erin, se volevo anche solo considerare la proposta lei doveva farne parte oppure non ci avrei pensato due volte a rifiutare.

Composi il suo numero e aspettai...niente.

Decisi di non darmi per vinta, mi vestii e uscii di casa per aspettarla davanti all'ormai mio ex ufficio.

Quando arrivai mi resi conto di essere a disagio, non mi piaceva l'idea che qualche collega potesse uscire, vedermi e fermarsi a fare mille domande, quindi mi nascosi dietro a una colonna e aspettai pazientemente.

La vidi uscire mezz'ora dopo da lontano, portava gli occhiali da sole ed era testa bassa, non mi dire che è così...

«Erin!!»

Urlai e lei alzò lo sguardo, quando mi vide si tolse gli occhiali e si mise a correre verso di me, quando mi raggiunse mi abbracciò.

«Ce l'ho fatta Ronnie!!» Stava piangendo dalla gioia. «Mi ha presa! De la Ville mi ha presa come designer! Parto, vado a Los Angeles baby!» Non l'avevo mai vista così felice.

Poi si bloccò di scatto. «No...Ronnie, io come farò senza di te, non posso...» le sorrisi «in realtà ci sarebbe una cosa che ti devo dire, per questo sono venuta fin qui.» Si illuminò in volto. «Infatti, non mi aspettavo di vederti, ma pensavo l'avessi saputo, da qualcuno, magari conosciuto ad una certa festa...» disse ammiccando.

«Che scema no! E poi già te l'ho detto, non ho più visto né sentito...»


Le raccontai tutto quello che mi aveva detto De La Ville e poi rimasi in silenzio ad aspettare una sua risposta.

«Cosa ne pensi Erin?» La mia amica si sedette ed io mi preoccupai, l'attesa mi stava uccidendo «penso che andremo ad L.A. insieme amica mia, ti voglio un sacco di bene!!» Saltò in aria e mi si buttò addosso.

«Erin, ci devo pensare, davvero, dovrei cambiare totalmente la mia vita, poi i soldi, non lo so...» mi guardò con gli occhi da cucciolo che era solita fare per convincermi «se non ci vieni, non ci andrò neanche io e poi dove la trovano un'altra bomba sexy come te per la loro lingerie?» Non capii come faceva ad essere così ottimista e non aver nemmeno un briciolo di paura.

Però alla fine cosa avevo da perdere?

Ci pensai molto nel tragitto verso casa, avevo veramente il bisogno di un cambiamento, ma in un altro continente?

Una volta arrivata entrai e mi buttai sul divano a faccia in giù.

Passai il resto del pomeriggio ad arrovellarmi e fare tabelle di pro e contro, avevo ottime e valide ragioni per andare via, ma dubbi e paure mi attanagliavano.

Mi vibrò il cellulare, era Erin:

E: "Deciso???" sbuffai per l'insistenza della mia amica.

R: "Non ancora! E non mi stai aiutando così!"

E: "So io cosa ti serve, stasera usciamo e festeggiamo quantomeno la proposta ok?


Non avevo proprio voglia di festeggiare quando stavo prendendo la decisione più importante della mia vita, ma la assecondai, almeno per qualche ora non ci avrei pensato costantemente.

R. "Va bene ma nulla di eccessivo Erin..."

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