Capitolo 21

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Dopo aver finto nuovamente la mia morte con il quadro ho cambiato paese sono andato in America dove sono ora e vivo a New York da anni, ho deciso di chiamarmi William/Billy Aleksander Russo. Nonostante questo non sono cambiato, uso i miei poteri per rimanere in forze e non invecchiare. Sono diventato un marine nell'esercito ma poi ho lasciato perché non c'è la facevo più. Ammettiamolo ho combattuto tante di quelle guerre da averne perso il conto.
Durante il mio servizio come marine ho sentito storie di tempeste d'acqua così potenti da distruggere quello che incontra davanti a se, inizialmente pensavo che si trattasse e speravo fosse Ulla ma non è stato così, mi sono dovuto ricredere. Durante le sparatorie in guerra io non usavo le pistole o i fucili no, ho approfittato di usare i miei poteri visto che eravamo al buio e ho fatto fuori tanti di quei soldati stranieri da averne perso il conto. Quando sono uscito dall'esercito ho fondato un agenzia la Anvil in cui sotto ho la società e sopra ho casa mia con i miei completi eleganti d'altronde ho sempre desiderato essere il leader di qualcosa, sono stato il generale dei Grisha in passato.
Ora mi trovo in una delle tante sedi dell'Anvil per delle esercitazioni per la polizia di New York.
"È vero. La verità è che è sempre un casino. Billy Russo"
"Dinah Madani. Sam Stein. Questa è la sua azienda?"
"Si esatto. Affittiamo ogni volta un ambiente diverso. Sono un po' grezzi, ma vi tengono sulle spine."
"Funziona alla grande."
"Sam, hai fatto tutto nel modo giusto. Non puoi negoziare per un ostaggio che non ascolta. Dopo il via, è tutta una questione di percentuali."
"Lo terrò a mente."
"La Anvil sarebbe lieta di addestrare ancora la vostra squadra. Siamo i migliori nel campo. Tutti i miei operatori e addestratori erano nelle Forze Speciali. Un cliente qui, sul suolo americano, sarebbe davvero prezioso."
"Dove operate al momento?"

"In Iraq e in Afghanistan, più che altro. Protezione ravvicinata, scorta convogli, lavoriamo bene. Stiamo crescendo in fretta."

"Io ero in Afghanistan. Ero il delegato della sicurezza interna."

"Madani. E' persiana?"

"Sono americana. Sono nata qui. Ma si, i miei arrivarono nel '79."

"Non dev'essere stato facile lavorare là."

"Le regole sono più semplici, per molti versi. Almeno sai quali sono."

"Certo. L'Afghanistan è il luogo più semplice del mondo, se non provi a cambiarlo. Il mio ultimo turno prima di ritirarmi."

"In quale unità?"

"Interroghi chi è al nostro servizio, Madani?"

"Non sapevo che fosse qui."

"Signor Russo, sono Carson Wolf. Un'organizzazione impressionante."

"Sono felice che approvi. Venga al dipartimento per discutere di possibile programma..."

"Parli col dipartimento appalti. Kandar è ormai alle tue spalle. Non dimenticarlo."

"Si, signore. Facevo solo conversazione."

"Immagino che possa parlare di quel che vuole, se non è in servizio. Magari davanti a un drink?"

"È qui che porti le ragazze per fare colpo?"

"Qui è dove le porto quando ormai l'hanno capito."

"È un complimento?"

"Ti offendi se te ne fanno?"

"Dipende da chi è a farmeli. L'ultima volta che ho visto bicchieri così sporchi, ero un ufficiale in quel casino di Bagram, e dicevo addio all'Afghanistan."

"Ti manca."

"Ho delle questioni in sospeso."

"Laggiù niente finisce davvero. Gli afghanistani combattono gli invasori da un migliaio di anni. Per noi è una missione. Per loro è la vita. Finito il mio ultimo turno, sapevo che non ci sarei tornato. Non in uniforme."

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