Capitolo 5

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Kirigan
È il giorno della festa d'inverno e sono in camera a fare colazione, sto finendo di prepararmi e manca solo la mia kefta, sento dei passi.
"Ivan! La mia Kefta!"
lui me la porta o meglio penso che sia Ivan quando in realtà è Alina.
"Non sei Ivan" dico.
"Mi dispiace deluderti" dice lei.
"Percepisco del disprezzo per il mio Spaccacuore? Se lo conosci invece è molto simpatico."
"Allora trovi i Volcra spassosi. Posso?" dice riferendosi alla mia kefta.
"Grazie. So che sei riuscita a dividere la luce senza guanti"
"Grazie comunque del gesto."
"Erano solo un'ulteriore garanzia in caso di nervosismo. Immagino che a Keramzin ci siano vari eventi dove si inscena un tale spettacolo."
"In effetti, no. Ma non sono così nervosa. Forse un paio di volte ho pensato di evitarlo buttandomi dalle scale."
"Non funzionerebbe. Ho i guaritori."
"All'inizio ero nervosa. Ma parlando con Genya ho capito cosa significa questa dimostrazione. Mi sono sempre sentita un 'estranea. Specie quando sono arrivata qui. Ma ora finalmente mi sento a casa e sento di far parte di qualcosa di più grande. Possiamo dare una speranza per il futuro ai Grisha e alla gente di Ravka."
"È molto importante per me. Tu sei molto importante per tutti."
Lei si avvicina e mi bacia e ricambio. Ci stacchiamo e mi alzo dalla scrivania sul quale mi ero seduto.
"Mi stupiscono in pochi signorina Starkov."
Ma veniamo interrotti da un soldato al quale avrei voluto tanto staccare la testa, ma lasciamo stare. Alina va a via per finire di prepararsi.
Gli impegni come generale del secondo esercito, non mi lasciavano mai libero per troppo tempo, ma quella visita inaspettata mi aveva piacevolmente distratto.
Gli invitati iniziarono ad arrivare. Riempiendo ogni salone del Piccolo Palazzo. Era tutto adornato per la festa, con cibo e spettacoli diversi in ogni dove. C'erano nobili e diplomatici provenienti da tutto il continente, per verificare la veridicità delle voci sulla comparsa di un Evocaluce.
Aspettai che la festa giungesse all'apice per unirmi agli invitati. Andai subito a porgere gli omaggi allo Zar e alla Zarina. Ovviamente erano loro gli ospiti al Piccolo Palazzo, ma bisognava fargli credere che fossero sempre loro i padroni di casa. Erano seduti su dei troni, che decoravano un piccolo palco. Odiavo le faccende di corte, e soprattutto le sue finte facciate da mantenere.
Entro nella stanza dove ci sono il re e la regina.
"Generale" dice il re.
"Tsar, Moya tsaritsa. Spero che vi stiate godendo la festa" dico.
"Ammetto che non mi sto annoiando" dice il re, ma ovviamente stupido vecchio pervertito.
"Mi piace molto il Piccolo Palazzo è sempre stato molto pittoresco" dice la regina.
Ci prova ogni volta, ogni volta mi guarda, mi lancia frecciatine ma io sono troppo furbo e soprattutto lei si dovrebbe calmare ho capito che ho fascino ma che miseria ha una certa età.
Mi giro verso la porta della stanza e vedo entrare Alina. Rimango incantato indossa la kefta nera ed è stupenda.

 Rimango incantato indossa la kefta nera ed è stupenda

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Si avvicina a me. Io mi riprendo.
"Dovevi entrare scortata dalle guardie del palazzo. A proposito, sei splendida."
"Mi sembrava che ti servisse aiuto" dice lei.
Non immagini quanto.
Inizia lo spettacolo e gli inferni si lanciano il fuoco.
"Vieni. Mostriamo loro come si fa. Sei pronta?"
"Penso di sì."
"Tu sai chi sei."
"Si."
"È ora di mostrarlo al mondo."
Saliamo sulla pedana.
"Si chiama Alina Starvok. E libererà tutti noi."
Faccio cadere la stanza nell'oscurità e Alina mostra il suo dono, nel frattempo ci guardiamo,
alle persone dopo lo spettacolo chiamano Alina, Sankta. Io ricevo notizia di due soldati che dicono di aver trovato il Cervo, così vado nella stanza della guerra e i miei alloggi.
"Loro due affermano di aver trovato il cervo?"
"No, signore. L'ha trovato lui" dice il soldato indicando l'altro soldato accanto a lui.
"Chi sei?" gli chiedo.
"Malyen Oretsev. Tracciatore della 36 unità" risponde il ragazzo.
"Mal. Ci rincontriamo. Che sorpresa. Lasciateci soli. Stai bene?" gli chiedo guardandolo.
"Si, signore."
"Allora ci sono molti cervi allo stato brando. Come sai di aver trovato quello giusto?"
"Era questo." Mi mostra il disegno fatto da Alina qualche settimana fa.
"Ne sei certo?"
"Si. Grande il doppio degli altri. Bianco. Mi ha guardato e i suoi palchi hanno."
"Cosa?"
"Ho visto quello" dice guardando sul libro sul tavolo.
"Era solo. O con un branco?"
"Prima era con un piccolo branco ma quando l'ho visto era solo. Era al pascolo."
"Mostrami dove."
Dico prendendo la mappa.
"A nord di Chernast."
"No. Più precisamente. Segnalo sulla mappa."
"Prima voglio vedere Alina."

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