Capitolo 3

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Sono il Generale del Secondo Esercito di Ravka, i Grisha, sono temuto e anche molto scaltro

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Sono il Generale del Secondo Esercito di Ravka, i Grisha, sono temuto e anche molto scaltro. Sono anni ormai che sono il Generale del secondo esercito di questa nazione e ho creato un rifugio sicuro per i Grisha.
Ho diviso i Grisha in tre ordini con kefte di diversi colori a secondo del loro dono e soprattutto antiproiettili.
Gli ordini sono i seguenti:
- CORPORALKI
Ordine dei Vivi e dei Morti
Spaccacuore
Guaritori
Plasmaforme
- ETHEREALKI
Ordine degli Evocatori
Chiamatempeste
Inferni
Scuotiacque
- MATERIALKI
Ordine dei Fabrikator
Tempratori
Alchemi
Io sono l'unico che ha la kefta nera.
Sono nel tendone dove ci sono accampati il primo e il secondo esercito di Ravka difronte la Faglia d'ombra.
Negli anni hanno fatto girare la voce che L'eretico nero dopo la creazione della faglia sia stato ucciso nell'intento di crearla.
Un Grisha mi dice che nella traversata c'è stata un esplosione di luce, sono anni che cerco di trovare un modo per distruggerla ma niente di niente e ora appare questa luce da un persona a bordo della nave mi ha detto il soldato.
"Portatela qui, la voglio vedere" dico continuando a guardare i fogli.
Nella tenda entrano tutti coloro che erano sulla barca. Io sono girato di spalle e studio ancora i fogli che ho davanti, poi mi giro verso la ragazza e la osservo.

«Chi ha davvero visto che cosa è successo?» chiedo

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«Chi ha davvero visto che cosa è successo?» chiedo.
"È un evocaluce" dice un soldato spaventato dall'attacco.
«Tracciatore» dico con voce pacata, «che cosa hai visto?»
Come un sol uomo, la folla si volse verso il ragazzo che guarda nervosamente prima la ragazza al centro della stanza e poi me.
«Niente. Non ho visto niente.»
«La ragazza era lì accanto a te.»
Mal annuì.
Questo ragazzo mi incuriosisce molto.
«Devi aver visto qualcosa.»
«Ero sul ponte, giacevo sulla schiena. Alina era accanto a me. Ho visto il volcra scendere in picchiata e ho capito che puntava su di noi. Ho detto qualcosa e...»
«Che cos'hai detto?» dico con voce fredda interrompendolo.
«Non ricordo» rispose Mal.
Riconosco la tensione ostinata della sua mascella e capisco che sta mentendo. Ricorda. Stupindo ragazzino.
«Ho sentito l'odore del volcra, l'ho visto lanciarsi su di noi. Alina ha gridato e poi non sono riuscito più a vedere niente. Il mondo brillava tutto.»
«E così, non hai visto da dove proveniva la luce?» chiedo ancora.
«Alina non è... non avrebbe potuto...» Mal scuote la testa. «Veniamo dallo stesso... villaggio.» Notai la minuscola pausa, la pausa dell'orfano. «Se fosse in grado di fare una cosa del genere lo saprei.»
Lo fisso per un lungo momento, poi torno a guardare Alina.
«Abbiamo tutti i nostri segreti» dico.
Mal apre la bocca come per aggiungere qualcosa, ma sollevo una mano per zittirlo. Un lampo di rabbia balena sul suo viso. Mal richiuse la bocca, le labbra premute in una linea dura.
Mi alzo dal tavolo dove erano appoggiato. Faccio un gesto e i soldati indietreggiano, lasciandomi da solo a faccia a faccia con lei. Nella tenda cala un silenzio surreale. Lentamente scendo i gradini.
«Ebbene, che cosa dici tu, Alina Starkov?» chiedo in tono gentile.
«C'è stato un equivoco» dice con voce roca. «Io non ho fatto niente. Non so come siamo potuti sopravvivere.»
"Dove sei cresciuta?"
"A Keramzin."
"Quando ti hanno esaminata? Non lo ricordi? Beh lo scopriremo noi. Solleva la manica."
"Che succede?"
"La manica. Per favore."
Le alzo la manica e la graffio con l'anello che porto al dito e da quel piccolo graffio esce luce solare. L'espressione del tracciatore è unica. Scioccato, sconvolto. Io sorrido a vedere la sua espressione.
La mando in carrozza con Ivan e il suo compagno. Fortunatamente li raggiungo vedendo che un soldato di drüskelle stanno taccando la ragazza, uccido il soldato con il Taglio. Mi avvicino ad Alina.
"Sei ferita?"
"No non credo."
"Gli altri sono fuggiti adesso che ci sono io qui. Tu vieni con me."
Cavalchiamo per parecchio tempo.
"Possiamo fermarci? Per favore."
"Perché?"
"L'osso sacro mi sta uccidendo."
Ci fermiamo e io le porgo un fazzoletto nero per pulirsi il viso dal sangue.
"Cos'è successo laggiù?"
"Drüskelle. L'élite dell'esercito di Fjerda, addestrati per infiltrarsi tra di noi e uccidere o rapire i Grisha."
"Mi riferivo a come ne hai tagliato uno a metà a 12 passi da te."
"Volevi che usassi una spada?"
"Non lo so. Scusa."
"Non fa niente. Tutto è fatto di materia. Anche l'aria o l'ombra. Minuscola, invisibile. Un Evocatore può eseguire un Taglio, ma servono enormi abilità. Lo uso solo come ultima risorsa. Come quell'imboscata."
"Per i Santi. La mia vita è questa? Essere inseguita ovunque vada?"
"Ti ci abituerai."
"Come sapevano di me?"
"Il tuo spettacolo nella Faglia era visibile da chilometri. Qualsiasi fosse la loro missione avranno deviato per cercarti. Per questo viaggio con te."
"Ti temono così tanto?"
"Credo che temano più te."
"Perché?"
"Per il valore del tuo potere. Sarai anche la prima del tuo genere ma avevamo già un nome per te per ciò che speriamo che tu faccia. Entrare nella faglia distruggerla da dentro.  Con addestramento e amplificazione, potresti..."
"No!"
"No? No, cosa?"
"Non voglio tutto questo. Perché non la distruggi tu?"
"Non credi che ci abbia provato signorina Starkov? Se entrassi nella faglia sarei un faro per i Volcra. Peggiorerei le cose."
"E allora usa la scienza dei Grisha per trasferirlo a qualcuno che lo usi."
"Vuoi rinunciare al tuo dono?"
"Dono? Mi hai strappato ai miei unici amici e ora secondo te sarò un bersaglio per tutta la vita. Perché non hanno trovato nessuno col mio potere? Forse perché non vogliono farsi trovare."
"Te lo richiedo. Ti hanno esaminata?"
"Ci nascondevamo. Eravamo già abbastanza diversi. Non volevo essere ancora più sola."
"Sei una Grisha. Non sei sola."
Ripartiamo e arriviamo a Piccolo Palazzo.
"Qui sarai al sicuro. Il palazzo è l'edificio più sicuro del paese. Me ne sono assicurato."
"Tu dove vai?"
"Portatela alla suite vezda."
"Sono prigioniera?"
"Tutta Ravka lo è. Finché non avremo distrutto la Faglia" dico per poi andarmene.
Il mattino dopo incontro Alina all'ingresso del piccolo palazzo per dirigerci al Gran Palazzo per avere l'approvazione del re che per il re è un bambino.
"Pianifichi una fuga?"
"Non volevo. Oh per tutti i Santi!"
"Il Gran Palazzo è l'edificio più brutto che abbia visto. Ti sei riposata?"
"No. Nonostante la magia di Genya..."
"Non è magia è scienza. O almeno Piccola Scienza . Le cose non appaiono dal nulla. Manipoliamo ciò che già esiste intorno a noi."
"Lo fai sembrare facile."
"L'uccello fa sembrare facile volare ma è nato per farlo."
"Quando è pronto."
"Allora sii pronta."
"Dovrei fare una cosa che tre giorni fa non sapevo di poter fare."
"Credi che ti abbia portata qui per renderti ridicola? Per renderci ridicoli? Tu concentrati su di me e andrà tutto bene. Quando vedrà cosa sai fare e ci darà il suo benestare, starai qui a esercitarti."
"Il benestare? Non comandi tu i Grisha?"
"Guido il Secondo Esercito ma il Re è pur sempre il Re."
Andiamo nella sala del trono e io e Alina ci fermiamo davanti al re e alla regina mentre il resto dei Grisha rimane alle nostre spalle.
"Me l'aspettavo più alta" dice il re.
"E io credevo fosse una Shu. Beh è abbastanza Shu. Dille non so buongiorno" dice la regina alla domestica affianco a lei.
"In realtà non parlo Shu, Altezza" dice Alina.
"E allora cosa sei?" chiede la regina ad Alina.
"Lei è Alina Starkov, moya tsaritsa. Cambierà il futuro. A partire da adesso" rispondo e faccio calare la stanza nell'oscurità.

"Ora evoca la luce" dico ad Alina, le prendo il polso e da lei esce la luce, dopo un po' glielo lascio e la stanza torna alla sua luce normale

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"Ora evoca la luce" dico ad Alina, le prendo il polso e da lei esce la luce, dopo un po' glielo lascio e la stanza torna alla sua luce normale.
"Quanto tempo le servirà?" chiede il re.
"Distruggere la Faglia non sarà semplice. Forse da sola non ci riuscirà. Resterà con me per l'addestramento al Piccolo Palazzo in tranquillità" rispondo al re.
"Allora addestrala in fretta. Le nostre guerre sono una nobile causa ma queste voci secondo cui Ravka Ovest vorrebbe diventare una nazione sovrana devono cessare. Prima saremo di nuovo un paese unito meglio sarà."
"D'accordo moi tsar" rispondo quando in realtà ogni volta che lo vedo e lo sento parlare mi viene voglia di usare il Taglio per farlo fuori e diventare re. Ma io ho molta pazienza e mi trattengo.
Mi giro verso Alina e ci allontaniamo dalla famiglia reale.
"Sei stata perfetta" le dico.
"Non so da dov'è arrivata" risponde lei.
"Da ogni dove. Perché l'hai evocata tu. Benvenuta a casa signorina Starkov."

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