«Mattia, potresti aspettarmi un attimo in sala? Metto a letto la bimba e ti raggiungo.» emette un mugugno che decido di prendere come un 'si'.
«Mi sono già lavata e ho messo il pigiamino.»
«Brava piccola. Hai lavato i denti?» annuisce sorridente.
«Posso dormire con te? È il mio compleanno!» mi fa gli occhioni dolci. Come faccio a dirle di no?
«Va bene, tu vai nel lettone, io sto un po' con Tia e ti raggiungo.»
«Okay.» si fa dare il bacio della buonanotte dai fratelli e con l'orsetto sottobraccio, e un sorrisone sulle labbra, sparisce in camera mia.
«Vado anch'io a letto zia. Buonanotte.»
«Notte Luli.» e anche lei se ne va in camera sua.
«Matti...» mi siedo sul divano di fianco a lui.
«Dimmi.» sbuffa scocciato.
«Non mi è piaciuto il comportamento di stasera. Per me era una cena di lavoro, e non voglio, lo pretendo, un comportamento totalmente diverso da quello di stasera.»
«Con tutte le persone con cui lavorare proprio lui?!» si altera.
«Non l'ho scelto io. E ribadisco, il lavoro è lavoro. Io sono abituata ad essere professionale, e lo sono anche loro. Il tuo comportamento di stasera è stato inopportuno.»
«Non me ne frega niente del mio comportamento. Se ne sta lì, come se non ci conoscesse nemmeno, a fare il coglione con i suoi amichetti.» la rabbia che ha sul volto mi spezza sempre di più il cuore.
«Mattia...» non so bene cosa dirgli. «Non avercela con lui. Era una situazione particolare, voi eravate piccoli, e Martina prendeva ancora il latte.»
«E quindi? Questo è un motivo buono per fare promesse e poi infrangerle?»
«Mattia eravamo due ragazzini anche noi.»
«Si però tu sei rimasta con noi, e ci hai cresciuto, lui è scappato.»
«Non è scappato Mattia.» mi limito a dirgli. Non sono ancora pronta a parlare di quella ferita, brucia ancora troppo.
«Il modo o il motivo non cambiano i fatti. Ha fatto una promessa e l'ha infranta.»
«Non ha mai promesso niente.»
«Non è vero!» alza il tono della voce.
«Cosa intendi?» abbasso la mia voce, così che la abbassi anche lui di conseguenza e non insospettisca le sorelle.
«Mi ha promesso che non se ne sarebbe andato, invece una mattina mi alzo e lui non c'era più, proprio quando avevamo più bisogno di lui.» io di questa promessa non ne sapevo niente...
«Matti, la vita a volte ti fa fare scelte sofferte. Non sta a noi giudicare. Non sappiamo quanto possa aver sofferto una persona per una scelta presa con la testa, magari mettendo da parte il cuore.»
«Cazzate! Se uno vuole rimanere il modo lo trova.»
«Non sempre è così facile.»
«È una stronzata colossale. La verità è che l'unica persona che ci ha sempre voluto bene sei stata sempre e solo tu.»
«Tia, non è vero.»
«Si, nessuno si è mai degnato di preoccuparci un minimo di noi, solo tu. Pure quella che c'ha messo al mondo se ne è sempre fregata.»
«Tia, sai che la mamma non è...»
«... cattiva, ma intanto non si ricorda nemmeno quando è il nostro compleanno. E Martina fa bene a chiamarti mamma.»
«Tesoro... non avercela con lei. È fragile, e odiarla fa soffrire lei, ma soprattutto fa soffrire te.» gli accarezzo i capelli scuri. Sospira, mi guarda un attimo e poi poggia la testa sulle mie gambe per farsi coccolare come faceva da bambino. Passo ripetutamente la mano tra i ricci, lo ha sempre rilassato. Per qualche minuto torna il mio bambino che amava sedersi sulle mie gambe e farsi coccolare prima della scuola. «Siete cresciuti così tanto...» gli accarezzo il naso come quando era nel passeggino.
«Zia mi fai il solletico.»
«Come sei noioso.» gli solletico il collo. «Il mio bambino!» lo abbraccio quando si mette seduto.
«Zia... sono più alto di te.» lo sento trattenere una risata. «Non che ci voglia tanto...»
«Ei.» gli do una pacca sulla spalla, sorridendo. «E comunque rimarrai sempre il mio bambino, anche se sei più alto di me e fai stragi di cuori.»
«Zia.» borbotta e sono sicura che sia arrossito.
«Dai, vai a letto che domani mattina alle 8 devo essere agli studi e voi dovete tornare a scuola.»
«Non ho voglia di andare a scuola. Sono stanco.»
«Fattela venire la voglia Mattia! Tra due mesi nemmeno è finita.» sbuffa e si stacca.
«Vado a letto. Notte zia.»
«Notte tesoro.» sparisce in camera sua e lo sento lamentarsi, sicuramente anche stasera Lucrezia si è infilata nel suo letto. Sorrido, grata a questa assurda routine e, dopo essermi fatta una doccia dove solo in teoria ho scacciato il pensiero di Ignazio, mi infilo nel letto di fianco a Martina che dorme beata, con il pupazzetto che le ha regalato lui quando è nata. Dopo svariato tempo passato a rigirarmi tra le lenzuola prendo finalmente sonno.
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Fanfiction- Come si può scegliere tra famiglia e cuore? Non sono la stessa cosa? Di certo dovrebbero esserlo! Come è possibile sentirsi vittima e carnefice allo stesso tempo? Eppure è proprio così che mi sento. Vittima del mio dolore e della mia vita andata i...