«Tesoro, svegliati che è tardi.» scuoto delicatamente Martina che apre gli occhi assonnata.
«Devo già alzarmi?» sbuffa strusciandosi gli occhietti con le mani.
«Si amore.» mi siedo sul letto di fianco a lei e le sbaciucchio ripetutamente le guance e il collo, facendola ridere forte.
«Zia facciamo il koala?»
«Vieni!» la prendo immediatamente in braccio e la faccio aggrappare come piace a lei. «Sei contenta ora Ciuciu?»
«Si zia!» la porto fino in bagno e la scendo sul pavimento. «Lavati. Vuoi metterti i jeans e la maglina rosa?»
«Si.» la lascio in bagno a sistemarsi e le prendo i pantaloncini e la maglietta che le porto in bagno.
«Zia io sono pronta!» entra Lucrezia.
«Buongiorno tesoro, tuo fratello?»
«Sta arrivando!» mi guarda fissa in faccia. «Sei strana zia...»
«Non sono strana... non dire scemenze.» mormoro nervosa. La notte appena passata è stato solo un maledetto incubo, o forse un sogno. No... un incubo, un incubo.
«Eccomi...» borbotta scocciato Mattia.
«Frena l'entusiasmo Tia...»
«Buongiorno zia...» mi scruta dalla testa ai piedi e poi si infila gli occhiali da sole.
«La nana?»
«Non mi chiamare nana!» si imbroncia la piccola quando esce dal bagno.
«Scusa Ciucciola! Hai ragione.» la prende in braccio e le sbaciucchia la guancia.
«Andiamo a fare colazione che poi devo lavorare!» usciamo tutti e quattro e scendiamo.
«Buongiorno!» Barbara ci accoglie sorridente e gentile come al solito. «Venite a fare colazione!» facciamo colazione noi cinque e poi partiamo con il van per andare a registrare.
«Ragazzi voi venite con me? Zia deve lavorare e noi possiamo andare a fare un giro per la città, se per lei va bene!» Caterina mi sorride speranzosa.
«Certo...» acconsento. «Non fatemi fare brutta figura e comportatevi bene. Martina mi raccomando. Non chiedere!»
«Asia... non succede niente se chiede tranquilla!» ridacchia. «E comunque ci rivediamo tutti a pranzo al ristorante.» annuisco.
«Mi raccomando eh!»
«Zietta... vita mia. Non so se ti ricordi che io e Lucrezia abbiamo fatto 16 anni... non 16 mesi.»
«Stai zitto e vai.» sospiro esausta.
«Non posso rimanere in camera? Non ho voglia di uscire.»
«Mattia, vai!» crescerà... è solo questione di tempo. O almeno spero.
«Ciao zia.»
«Ciao Marti.» le lascio un bacio sui capelli e saluto anche gli altri.
«Possiamo andare?» mi chiede Barbara ed io annuisco nonostante non mi senta per niente pronta a rivederlo dopo questa notte.
Ci incamminiamo verso il luogo dove registreremo del materiale.
«Asia... stai bene? Ti vedo strana.»
«Si...» semplicemente non riesco a togliermi dalla testa la nottata appena passata, ma questo è meglio che lei non lo sappia.
«Siamo arrivate...»
«Si, intanto stamani registriamo un po' di materiale, poi domani sera registreremo il concerto. Come da tabella di marcia.» veniamo raggiunte dagli altri.
«Andate a prepararvi ragazzi!»
«Sisi...» Ignazio mi rivolge un'occhiata veloce e sparisce per andare a prepararsi insieme ai due compari.
«Ignà. Ieri sera verso mezzanotte sono passato in camera da te ma non c'eri.» oh merda. Mi va di traverso il boccone di pasta ma per fortuna nessuno se ne rende conto.
«Gianlù... dormivo.»
«No perché segnalava che non eri in camera.»
«Ah già...» mormora con la bocca mezza piena. Mi guarda di sfuggita per un secondo e poi torna con gli occhi fissi in quelli di Gianluca. «Ero in camera da Piero!» mente con una credibilità assurda.
«Da me? Ah si! Da me.» annuisce. Pessimo bugiardo Barone, pessimo bugiardo.
«Mi serviva un consiglio su un brano che sto scrivendo.»
«Okay...» Gianluca lo guarda non convinto al cento per cento ma decide di lasciar correre, molto probabilmente lo metterà sotto torchio più tardi.
«Chi è?» chiede Mattia con finta noncuranza alla sorella.
«Nessuno Tia.» nasconde immediatamente il telefono.
«Allora perché nascondi il telefono?» si allunga per toglierle il telefono.
«Zia! Digli qualcosa!» si lamenta Luli.
«No zia! Dì qualcosa a lei!»
«Sembrate due bambini di 5 anni! Piantatela!»
«Lei si comporta come una bambina! Non si usa il telefono a tavola.» continua Mattia.
«Anche tu l'hai usato!» si imbroncia.
«Smettetela! Non siete a casa vostra!»
«Zia, sono più brava io di loro, vero?» Martina li guarda con un sorrisetto furbo.
«Ma stai zitta nana da giardino.»
«Non sono una nana da giardino!» lo guarda malissimo.
«Lo volete il dolce?» cambio discorso cercando di farli smettere.
«Io voglio il tortino al cioccolato.»
«Lucre, qua non lo fanno il tortino al cioccolato.»
«E non possiamo andare in un bar?»
«Luli no. Dobbiamo riprendere a registrare.»
«Nemmeno un dolcino veloce, zio?» gli fa gli occhioni.
«Ma certo scricciolo!» mi contraddice. Non avevo dubbi.
«I cameraman stanno aspettando.» lo guardo male.
«C'è tempo per un dolce, tranquilla.» mi sorride Barbara. Annuisco arresa e tutti ci prepariamo per lasciare il ristorante.
«Zia posso prendere anche io un dolcino?»
«Si Ciuciu.» tutti insieme ci incamminiamo verso un negozio pieno di dolciumi.
«Io voglio quella zia!» Martina indica un muffin al cioccolato ricoperto di glassa al cioccolato e ripieno di nutella con i chicchi colorati sopra.
«Mh... semplice Marti!»
«Voi che volete ragazzi?»
«Zio anch'io voglio quello che prende la bimba.»
«Okay scricciolo. Te Tia?»
«Io voglio il muffin alla vaniglia, ripieno di Nutella.»
«Babs?»
«Niente Igna.»
«Gian e Piero?» entrambi scuotono la testa. «Asia?»
«Nono grazie.» prende i dolcetti ai ragazzi, paga e torna.
«Ecco.» da ad ognuno il suo dolcetto.
«Grazie.»
«Prego Tia.» gli accarezza i capelli con una dolcezza impressionante.
«Sono buoni?» annuiscono contenti tutti e tre.
«Adesso però andiamo, che noi dobbiamo lavorare.» annuiscono e tutti torniamo indietro.
«Zia mi prendi in braccio?» Martina mi tira la mano.
«Marti cammina che sei grande. Non riesco a tenerti in braccio.» Marti si imbroncia e sbuffa continuando a camminare. Lucrezia si avvicina, le dice qualcosa all'orecchio e vedo Martina correre verso Ignazio.
«Posso chiederti una cosa?» gli fa gli occhioni dolci.
«Certo. Dimmi tutto.» le sorride.
«Mi prendi in braccio? Mi fanno male le gambe.» mi imbroncia per poi sorridere quando Ignazio la solleva e la tiene in braccio.
«Martina!» la guardo male.
«Ti do fastidio?» chiede preoccupata verso Ignazio.
«Certo che no Ciuciu.»
«Visto zia? Non gli do fastidio. Aveva ragione Luli.» si accovaccia sul suo collo. Sospiro ed evito di dire qualunque cosa. Non dovrebbe stargli in braccio. Nemmeno lo conosce, maledizione. «Anche tu mi chiami Ciuciu?» lo guarda curiosa.
«Ti da fastidio?»
«No, mi sei simpatico.» appoggia la testa sulla sua spalla.
«È stato lui a darti il soprannome di Ciucciola quando eri piccola!» dopo le parole di Lucrezia cala un silenzio tombale.
«Davvero?» Ignazio annuisce e basta. «E perché mi chiamavi Ciucciola?» chiede sorridendo furba, questa storia l'ha sentita infinite volte.
«Perchè quando eri piccola piccola avevi sempre il ciuccio in bocca. Come te lo toglievano piangevi fortissimo. Ed eri una mangiona, ti piaceva un sacco il latte.» sorride evitando il mio sguardo, ed omettendo che quando è nata ci venne detto che sarebbe stato difficile farla mangiare per vari problemi che aveva avuto mia sorella in gravidanza.
«Ma te come facevi a conoscermi da piccola?» eccoci.
«Era fidanzato con la zia.» mio nipote Mattia ha il dono della sintesi.
«E ora vi siete lasciati?» chiede. Posso morire e resuscitare quando tutto questo sarà finito?
«Si...»
«E te sei fidanzato ora?» ma che cazzo chiede questa bambina? Così... di botto!
«No...» la guarda con un sorrisino ironico sulla bocca.
«Allora puoi fidanzarti con me?» occhioni dolci e sorriso sdentato. Ma guarda questa che faccia tosta...
«Con calma Ciucciola!» si intromette Lucrezia. «Ci sono prima io!» raggiunge Ignazio. «Vero zio?»
«Tranquille! C'è abbastanza Ignazio per tutte e due.» passa il braccio libero attorno alle spalle di Lucrezia.
«A questo punto credo che il problema sia nel DNA.» Mattia scuote la testa.
Assurdo, tutto questo è estremamente assurdo.«Si è addormentata.» Ignazio le accarezza dolcemente i capelli.
«Dammela pure...» allungo le braccia per prenderla. Si è addormentata in braccio ad Ignazio dopo che c'ha giocato e parlato per tutta la sera, un po' come a sbattermi in faccia quello che sarebbe potuto essere e non è stato.
«No tranquilla. Non mi da fastidio.» le accarezza una guancia, ripetutamente e con delicatezza.
«Noi andiamo a letto che siamo stanchi.» Barbara e Caterina vanno a letto, i gemelli sono andati in camera già da un po', così ci ritroviamo intorno a questo tavolo Piero, Gianluca, io ed Ignazio che tiene in braccio Martina che dorme.
«Adesso che non ci sono minorenni coscienti permettetemi di dire una cosa.» Piero ci guarda dritti in faccia. «Se devo essere complice di voi due e raccontare cazzate per farvi passare la notte insieme almeno abbiate la decenza di dirmelo prima! Non al tavolo davanti a tutti.» arrossisco e mi irrigidisco.
«Non c'era bisogno di essere complice di niente se lui non mi avesse chiesto dove fossi stato ieri sera!» Ignazio si difende puntando il dito contro Gianluca.
«Ora è colpa mia? Ci tieni nascoste le cose e la colpa è la mia?»
«Non è questione di colpe! Né tua, né tantomeno di Gianluca. Semplicemente se non sappiamo non possiamo fare.» Piero seda il battibecco che si sarebbe acceso tra Ignazio e Gianluca se non fosse intervenuto.
«Ragazzi, non c'è niente da sapere. È stato solo l'errore di una notte.» cerco di chiudere il discorso. Alla fine è ciò che pensa anche lui.
«Se lo dite voi...» Piero è dubbioso, non ci crede.
«Porto la bimba a letto. Buonanotte.» mi alzo, infilo il cellulare e la chiave della camera nella tasca posteriore dei pantaloni, e mi chino a prendere la bimba.
«Te la porto su io.» mi guarda ma no, stanotte no.
«Ce la faccio benissimo da sola.» prendo la bimba e vado in camera. La poso nel mio letto, le tolgo le scarpe, i pantaloni e la felpa e la copro, per stanotte può dormire anche senza pigiama. Vado a vedere i gemelli che dormono e poi mi faccio una doccia. Ho bisogno di tornare lucida._______________________________________________________________
Buonasera a tutti! Eccomi con un nuovo capitolo. Spero che vi sia piaciuto. Fatemelo sapere nei commenti! Baci.
P.s.: mancano meno di 10 capitoli alla fine.
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Fanfiction- Come si può scegliere tra famiglia e cuore? Non sono la stessa cosa? Di certo dovrebbero esserlo! Come è possibile sentirsi vittima e carnefice allo stesso tempo? Eppure è proprio così che mi sento. Vittima del mio dolore e della mia vita andata i...