Capitolo 9

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«Asia.»
«Buongiorno Marcos!» mi siedo sulla sedia di fronte alla sua scrivania.
«Buongiorno. Come stai?» mi sorride gentilmente, fin troppo.
«Bene...» lo guardo titubante.
«E i ragazzi? Stanno bene?»
«Si...»
«E hanno finito la scuola tutti e tre, giusto?»
«Si... dove vuoi andare a parare Marcos?»
«Non credi che i ragazzi abbiano voglia di una vacanza?» picchietta la punta di una penna sulla sua scrivania.
«Mi stai obbligando a prendermi una pausa?»
«Diamine, no!» mi guarda contrariato.
«Allora mi stai licenziando?»
«Mai nella vita!»
«E allora cosa diamine vuoi? Ti conosco!»
«Voglio che tu te ne vada a fare una vacanza con i tuoi nipoti!» sorride. «Pagata dall'azienda!»
«Dov'è la fregatura?»
«Non c'è nessuna fregatura!»
«Si che c'è... dove dovrei andare, perché, e soprattutto con chi?»
«Una specie di tour, in giro per America del Sud e del Nord.»
«Non mi stai dicendo con chi...» ho decisamente un brutto presentimento. Molto brutto.
«Abbiamo firmato un contratto con il management de Il Volo...»
«Con loro...?» annuisce. «È una pessima idea. Pessima!»
«Mi serve qualcuno che sappia gestire quelle poche persone che li seguiranno per fare le riprese!»
«E perché proprio io?»
«Abbiamo l'esclusiva di registrare una serie, quindi ci servono anche i video dei loro concerti.» cambia discorso.
«Non stai rispondendo alla mia domanda!»
«Perchè mi fido di te. È anche un'opportunità per la tua carriera.»
«Ne devo parlare con i ragazzi... non credo che accetteranno.»
«Perchè?»
«È una storia lunga.»
«Io ho tempo...»
«Marcos...»
«Io e te siamo amici?»
«Certo... perché?»
«Allora perché non ti fidi? Tu non parli mai.»
«Ma che dici...?»
«Credi che non mi sia accorto che non vuoi lavorare con quei tre...?» mi guarda. «Che hai contro di loro?» prosegue.
«Non ho problemi con loro...» inspiro profondamente. «Non con tutti almeno.»
«Che intendi?»
«Intendo che non posso partire con loro! Finché si tratta di lavorare qua, va bene, non posso fare altrimenti, ma non posso assolutamente partire con loro!»
«Ma perché no?! È tutto pagato! Hotel, viaggi, assolutamente tutto, per te e per i ragazzi.»
«Marcos, ti prego. Non posso.»
«Ma perché non puoi?! Sei incinta e non puoi viaggiare?»
«Oddio no!» lo guardo terrorizzata. Mi ci mancherebbe solo un bambino ora! Ho appena insegnato a Martina ad allacciarsi le scarpe...
«E allora dammi un buon motivo!» sbuffa. «L'ha richiesto il direttore, espressamente.»
«Quale direttore? Sei tu il direttore!»
«Il capo dell'azienda! Quello che ci paga gli stipendi...»
«Ah...»
«Già...»
«Eh va beh! Tu digli che ti ho detto di no!»
«Quello non lo accetta un no, lo vuoi capire?!»
«Io non ci vado via con quelli! Mi vuoi morta?!»
«Ma dimmi perché! Siete tutti italiani, vi capite anche.»
«Appunto... siamo tutti italiani!»
«E quindi? Non ci sto capendo niente!»
«Che palle Marcos!» sbuffo.
«Ma che palle cosa! Parli come un rebus! Dimmi perché non vuoi lavorare con quei tre!» mi fissa. «Che tra l'altro sono pure fighi!»
«Sono etero... tutti e tre!»
«Dici...?»
«Dico dico!»
«Ma a me non interessano tutti e tre! A me basterebbe farmi un giretto con quello più alto con il pizzetto!»
«Sei un amico di merda, sappilo!» non riesco a tenere a freno la lingua.
«Perchè piace anche a te?» mi guarda malizioso.
«Se mi faceva schifo non ci sarei stata fidanzata quattro anni!» ammetto.
«Che?» sgrana gli occhi e mi punta la penna addosso. Quanto è pettegolo...
«È il mio ex.»
«Mi prendi in giro?»
«No...» sbuffo. «È una storia chiusa e archiviata! Eravamo solo due ragazzini.»
«Ragazzini? Quanto ragazzini?»
«Avevamo 18 anni.»
«Quando vi siete lasciati?»
«No... quando ci siamo messi insieme. Ci siamo lasciati che avevamo 22 anni.»
«Non eravate proprio due ragazzini! Perché vi siete lasciati?»
«Cose della vita...»
«Mi dispiace tanto Asia!» sbatte gli occhi e fa un sorrisetto angelico.
«Per cosa?»
«Perchè dovrai stare tre mesi con i tuoi nipoti e il tuo ex in giro per mezza America.»
«Ti ho detto di no!»
«E io ti ho detto che ci andrai! Non ho intenzione di dire al grande grande capo che tu non vuoi andare con loro perché hai paura di perdere le mutande per la strada!»
«Marcos!» lo guardo incredula. «Io non ho paura di perdere le... sei assurdo!»
«Asia! Accetta quel maledetto lavoro! Non so perché, ma la mia e la tua carriera sono appese a quei tre.» mi guarda arreso.
«Non sto capendo...»
«Rischiamo il licenziamento, entrambi.»
«Non possono farlo.»
«Ho parlato direttamente con il grande grande capo, ha detto che o accetti o dobbiamo trovarci un altro lavoro.»
«È uno stronzo! Non può farlo!»
«Lo so... ma l'ha comunque fatto!»
«Dice che qualcuno ha insistito perché questo lavoro sia tuo e solo tuo.»
«Qualcuno ha insistito?»
«Si...»
«E chi?»
«Non lo so. Non me l'ha voluto dire. Ti giuro che ho provato a dissuaderlo ma ha minacciato i nostri posti di lavoro.»
«Non posso fare altrimenti?»
«No Asia... prenditi la giornata libera e avverti i ragazzi. Tra una settimana sarete a Miami.»
«Se domani mattina non mi presento a lavoro sappi che è probabile che Mattia mi abbia uccisa.»
«Perchè...?»
«Lui non dimostra molto amore per Ignazio.»
«Lo trova antipatico?»
«No, lui lo odia.»
«Perchè?»
«Non hanno mai avuto nessuno nella loro vita, a parte me. E Ignazio gli ha fatto vedere come sarebbe dovuta essere la vita di due bambini. Gli ha comprato il gelato, e i lecca lecca. Li ha portati a mangiare la pizza e al cinema. Li ha coccolati.»
«Gli ha fatto da padre...»
«No! Non gliel'ho permesso. Gli ha fatto da zio. Nel momento in cui ho iniziato la battaglia per avere l'affidamento, io l'ho lasciato. Appena l'ho ottenuto, ho preso i bambini e sono venuta qua.»
«Quindi tu sei scappata da lui.»
«No! Non volevo farlo finire in un ciclone mediatico, e non volevo che ci finissero nemmeno i bambini.»
«Quindi sei scappata! Hai avuto paura e sei scappata.»
«Io l'ho fatto per loro.»
«Se lo dici tu...»
«Si lo dico io! E adesso vado a dirlo ai ragazzi. Augurami buona fortuna!»
«Per i bambini o per finire di nuovo nel letto del bel tenore?» mi fa un sorriso malizioso.
«Sei un coglione!» mi alzo dalla sedia.
«È bravo a letto?»
«Non lo saprai mai.» mi tiro dietro la porta. Tutto questo è sempre più assurdo! Maledizione!

Quando rientro trovo i gemelli stravaccati sul divano che smanettano ai cellulari.
«Zia! Che ci fai a casa?» borbotta Mattia senza nemmeno alzare lo sguardo.
«Vi devo parlare. Martina è in giro con la tata?» speriamo che tutta vada bene...!
«Si.»
«Che devi dirci zia?» Luli posa il cellulare e mi presta tutta la sua attenzione.
«Passeremo i mesi di vacanza fuori da Buenos Aires.»
«Torniamo in Italia?» Tia parla, ma continua a scrivere al telefono.
«No...» sospiro.
«E allora dove andiamo?»
«Devo andare via per lavoro, e stare fuori vari mesi, quindi verrete con me.»
«E perché?»
«Perchè è lavoro Mattia!»
«Con chi andremo via?» mi guarda dritto negli occhi.
Deglutisco e prendo coraggio. «Con Il Volo.»
«Che cosa?»
«Si Mattia!»
«Andremo via con lo zio?» annuisco e basta. «Io sono felice!» Lucrezia sorride facendo le spallucce.
«Figurati se tu non sei felice...!» Mattia la guarda male.
«Avete chiarito, non capisco perché non vuoi vederlo.»
«Lascia perdere.» sbuffa e torna a guardare quel maledetto cellulare.
«Tia...»
«Cosa zia?» sbuffa e indurisce il tono della voce.
«È il mio lavoro.»
«Si lo so. Infatti non ti sto dicendo niente.» chiude gli occhi. «Quando dobbiamo partire?»
«Tra pochi giorni.»
«Pochi, quanti?»
«La prossima settimana saremo a Miami.»
«Miami?» Mattia improvvisamente fa un sorrisino malizioso.
«Ragazzino! Vedi di non farmi dannare perché ti uccido.»
«Visto che ci porti via, almeno facci godere la vita!» si gira verso sua sorella guardandola dubbioso. «Mh no... facciamo che la vita me la godo io... lei va bene così.»
«Iniziate a preparare la valigia! Poi controllo quello che ci mettete dentro! Altrimenti va a finire che vi portate solo felpe e tute.» mi alzo dal divano e vado in cucina a prepararmi un tea.
«Zia...»
«Dimmi Luli.»
«Io sono felice di partire...»
«Perchè sento che c'è un ma?»
«Mi dispiace non vedere Andreas per un'estate...» arrossisce.
«E chi è Andreas?» faccio un sorriso malizioso.
«Noi siamo usciti insieme due volte.»
«Aspetta un attimo Luli.» la guardo. «Ma Andreas il migliore amico di Mattia?» sussurro.
«Si.» mormora sottovoce.
«E lui ti piace?» annuisce e basta con le guance rosse. «E cosa è successo tra di voi?»
«Niente...» evita il mio sguardo...
«Questa mi sa di bugia, piccola...»
«Ci siamo baciati.»
«Si?» annuisce. «E poi?»
«E poi basta.» fa un sorriso dolce e imbarazzato. Mamma mia che bello vederla così grande. «Zia...»
«Si?»
«Non dire niente a Tia.»
«Si tesoro, tranquilla.» le accarezzo i capelli. Che belli i primi amori, sono così innocenti e puri.
«Sono contenta di essere con te.» si getta tra le mie braccia ed io ricambio sorridendo.
«E io sono contenta che siate con me, tesoro.» le do un bacio in fronte. «Senti, siccome andremo via tra pochi giorni, perché non ti vedi con Andreas? Almeno lo saluti.»
«Io non l'ho mai chiamato...»
«Che intendi?»
«Tutte le volte che ci siamo visti è perché ero con Tia...»
«E come avete fatto a baciarvi se stavi con tuo fratello e lui non sa niente?»
«La prima volta che ci siamo baciati io stavo tornando a casa a piedi e lui doveva raggiungere sua madre. Mi ha baciata davanti alla porta.»
«Intraprendente Andreas...! Comunque secondo me dovresti scrivergli uguale. Staremo fuori 3 mesi.»
«Sei la zia migliore del mondo!» mi abbraccia di nuovo.
«Sono l'unica zia che hai Lucrezia...» la guardo scettica ottenendo in risposta una risatina.

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Eccomi con un nuovo capitolo, anche se un po' di passaggio, spero che sia comunque di vostro gradimento!
Un bacio, aspetto le vostre opinioni!

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