E poi non ti chiederò niente più di quel che dai
Se le hai prese dalla vita, con me ti rifai
Perché ho stretto i denti anch'io sulla lama di un addio
E so quanto costa il rischio di vivere d'amore
Fammi il pieno d'amore per quando il gioco finirà
Amore, per questa notte basterà
Amore, per quando il gioco finirà«Sei pronto Mattia?» urlo mentre faccio indossare il vestito a Martina.
«Si zia, arrivo.»
«Okay, Lucrezia, sei pronta?» faccio indossare le scarpine a Martina.
«Si zia!» sbuffa.
«Vai ad aspettare di la con Mattia e Lucrezia, io finisco di truccarmi, mi metto le scarpe e arrivo.» le lascio un bacio sulla fronte e la lascio andare di là.
Mi metto di fronte allo specchio, spalmo un velo di fondotinta, coloro le guance con un po' di fard, metto l'ombretto e il mascara e rifinisco il tutto con un rossetto che ha la stessa tonalità di rosso del vestito. Sistemo i capelli lasciati mossi dietro la schiena e mi faccio coraggio. Andiamo! Indosso le scarpe alzandomi di circa 12 cm, acchiappo la mia borsa e raggiungo i miei ragazzi.
«Alla faccia zia! Se non fossi tuo nipote e avessi qualche anno in più ci proverei spudoratamente con te!»
«Mattia!» sgrano gli occhi. «Eppure sei scemo!» lo guardo male! Ma tu guarda questo ragazzino.
«Sei davvero bellissima zia.»
«Voi siete bellissimi!» li guardo tutti e tre orgogliosa. «Mettetevi in posa che vi faccio una foto.» annuiscono e si mettono in posa. Scatto una foto e poi scendiamo tutti nella hall.
«Eccovi! Manca solo Ignazio, ha dimenticato le sigarette in camera.» esclama Caterina scocciata. «Con i capelli così e il rossetto rosso sei ancora più bella di quando l'abbiamo comprato.» mi sorride amorevolmente. A volte mi chiedo perché mostri tutto questo affetto nei miei confronti, infondo io sono quella che ha spezzato il cuore a suo figlio.
«Grazie.» le sorrido. «Anche tu stai benissimo.»
«Si voi siete tutte bellissime! Sono io che sembro un pinguino!» sbuffa Mattia scocciato.
«Ancora con questa storia del pinguino...?» ridacchia Gianluca. «Ti sembriamo dei pinguini noi?»
«Sinceramente?» guarda un attimo Gianluca e Piero. «Si.»
«Ancora con questi pinguini Tia?» arriva Ignazio ed è bellissimo cazzo. Il completo blu scuro, gli sta proprio bene. «Siete bellissime bimbe!» guarda le mie nipoti. «Siamo quasi tutti... dov'è vostra zia?» si guarda intorno, io posso vederlo ma lui no, Caterina e Barbara, involontariamente, mi coprono. «In ritardo come al solito! Le vecchie abitudini sono dure a morire.» sbuffa scocciato.
«Guarda che sono qua eh!» sbuffo scocciata e mi faccio vedere. Ma tu guarda questo scemo.
«Ah...!» mi fissa da capo a piedi. Gli piaccio vestita così... lo conosco. E poi mica sono una ragazzina che non mi rendo conto se un uomo mi spoglia con gli occhi. Mi volto di spalle per evitare di squagliarmi di fronte al suo sguardo, non può finire come ogni maledetta volta che siamo soli! Non ho intenzione di fare sesso con lui! Assolutamente no.
«Possiamo andare quindi?» chiede Piero mentre si sistema la giacca. «Ci sono due auto che ci aspettano.»
«Si certo.» annuisco.
«Dividiamoci in due macchine.» comanda Barbara! «Gianluca e Piero vengono con me e Caterina! Noi passiamo dal davanti almeno vi fermate a fare le foto con i fotografi. Ignazio tu vai con loro e vi facciamo passare da dietro, non possiamo permettere che vengano fotografati i ragazzi.» sto per controbattere ma Barbara riprende a parlare. «Non vuoi lasciarli da soli in pasto a giornalisti e paparazzi, vero?»
«Tranquilla.» sbuffa.
«Se ti da così fastidio possiamo benissimo venire da soli!» ribatto frustata. Lo picchierei volentieri in questo momento.
«Non fare la stupida! Ci manca solo che vengano sbattuti in prima pagina di un giornale!» mi guarda male. «C'è l'autista?»
«No. Non l'ho richiesto perché so che ti piace guidare!» lui annuisce e Barbara gli porge un paio di chiavi.
«Andiamo!» inizia a camminare velocemente.
«Zio! Vai piano che io non sono abituata ai tacchi alti.»
«Hai ragione scricciolo, scusa.» rallenta e finalmente ci aspetta.
Che nervi!
Usciamo nel parcheggio dell'hotel e preme un tasto sul telecomando delle chiavi facendo illuminare i fanali di una Porsche. «E brava Barbara...» approva la macchina.
«Ragazzi montate in auto.» apro la porta posteriore per farli salire e noto un seggiolino per Martina, hanno pensato proprio a tutto. I ragazzi salgono, Lucrezia aiuta Martina ad allacciare la cintura e infine salgo anche io sul sedile di fianco all'autista.
«Zio.» al sentire la vocina della mia piccola bambina chiamarlo zio, nonostante non sia cresciuta con lui come i gemelli mi fa emozionare e infuriare al tempo stesso.
«Dimmi piccola.»
«Quando posso rifare il bagno in piscina con te? Mi sono divertita tanto!»
«Che ne dici di domani mattina?»
«Domani non si alzerà prima delle 11 come minimo. Le piace dormire la mattina. È una dormigliona la signorina!» esclamo mentre la guardo dallo specchietto retrovisore.
«Le piace dormire la mattina?! Chissà da chi ha preso...»
«Sento una punta di ironia in quello che dici...» lo guardo malissimo.
«Se ne senti solo una punta ne senti molta meno di quanta ce ne sia in realtà.»
«Quanto Dio ha distribuito la simpatia tu eri in fila per la gentilezza ma ti è andata male pure con quella!» esclamo scocciata. Non ne posso più di questa tensione tra di noi. È sfiancante.
«Tu lo sai perché eri in fila insieme a me?!» risponde a tono. Sia mai che tenga la bocca chiusa.
«Siete peggio di due bambini! E siete anche un'importante rottura di palle!»
«Mattia!» esclamiamo nello stesso istante io ed Ignazio.
«Precisiamo una cosa, batuffolino.» Ignazio lo richiama con l'evidente intenzione di infastidirlo. «È tua zia l'importante rottura di palle, non io.» precisa.
«Stai scherzando?» mi volto verso di lui e incrocio le braccia sotto al seno.
«Io non scherzo mai.» sbuffa infastidito.
«Io non scherzo mai.» gli faccio il verso.
«Quasi quasi ti scarico qua e mi porto dietro solo loro.»
«Per me va bene... ma già che ci sei potresti lasciare qua anche Lucrezia e Martina? Comincio ad averne fin sopra i capelli di tutte queste donne!»
«Mattia... sai che sto per rimanere senza fratello? Perché io ti uccido.» urla Lucrezia.
«Bravo, complimenti. Li fai litigare.»
«Non puoi farmi scendere Mattia! Io sono piccola!» la sento dare una manata sul braccio di Mattia. «Zio non scendi anche me, vero? Diglielo che non mi scendi. Io sono piccola.»
«No Ciucciola, non scendo né te, né tua sorella. Scendo solo la zia.»
«E smettila che poi ci crede!» accavallo le gambe, innervosita sempre di più.
«Merda.» sussurra e stringe le mani sul volante.
«Che c'è?» mi lecco le labbra. Sono consapevole di come mi stia guardando le gambe, anche se forse il termine divorando sarebbe più appropriato.
«Niente. Ti hanno mai detto che Satana in confronto a te è un angelo?»
«Si, tu. Diverse volte.» sospiro. «Ormai è vecchia! Aggiorna il repertorio.» lo liquido con un gesto della mano.
«Siamo arrivati, rompipalle!» si slaccia la cintura dopo aver spento l'auto. «Fermi.» guarda dallo specchietto. «Ci sono fotografi là in fondo. Tenete la faccia bassa voi due.» parla con i gemelli.
«E io?» chiede Martina.
«E tu vieni in braccio a me tesoro, e tieni la testina sulla mia spalla. Senza guardarli mai.» le sorrido cercando di infonderle tranquillità, quando in realtà non sono tranquilla nemmeno io.
«Posso prenderla io. Tu hai i tacchi alti e il vestito corto...» mi guarda negli occhi.
«Ma...»
«Posso prenderla io. Davvero.» non mi da modo di controbattere. Scende, fa scendere i gemelli e si rivolge alla piccola. «Vieni in braccio a me Ciucciola. E tieni la testina nella mia spalla. Okay?»
«Si.» Martina allunga le braccia e lui la prende. Se la sistema tra le braccia, aspetta noi tre, chiude la macchina e finalmente andiamo verso l'edificio.
«Ragazzi scusate ma non ho potuto tenerli più lontani di così.» Barbara ci viene incontro.
«Non preoccuparti.» le faccio un mezzo sorriso.
«Mammina mia che ansia.» sospiro quando finalmente siamo dentro, al riparo da occhi indiscreti.
Ignazio posa Martina a terra. «Ecco fatto bella bimba.»
«Zia! Mi sono divertita un sacco.» ride spensierata. Quanto è bella la mia bambina.
«Si? Ne sono felice.» le accarezzo i capelli.
«Zia però io ora ho fame.»
«Vieni con me. Ti porto io a mangiare.» Caterina si allontana con Martina per mano.
«Zia, anche noi andiamo a mangiare.» e anche i gemelli si allontanano.
«Vai a mangiare anche tu.» esclamo. Non posso assolutamente rimanere da sola con lui. Non voglio più sbagliare.
«Non ho fame ora!» mi guarda insistentemente.
«Allora vado a mangiare io.» mi allontano da lui. Io che mantengo sempre il controllo con lui non ci riesco, mi annebbia il cervello.
«Fermati!» mi blocca il polso.
«Cosa c'è?» sospiro.
«Certe abitudini sono dure a morire, vero?» mi guarda duramente, con molto scherno nella voce.
«Cosa intendi?!»
«Tu scappi! Sempre! Scappi ora così come sei scappata 7 anni fa.»
«Sai dove sta la differenza tra 7 anni fa?» mi guardo intorno, un po' per vedere se qualcuno presta attenzione a noi, un po' per non concentrarmi troppo su i suoi occhi. «Che allora me ne sono andata per non rovinare la tua vita e per non ferirti. Ad oggi me ne vado per non rovinare la mia di vita!»*POV Ignazio*
«Piero...» lo chiamo sottovoce.
«Arrivo, un attimo.» continua a parlare con questo qua.
«Piero...» lo richiamo. Ho proprio bisogno di lui.
«Mi scusi. Hanno bisogno di me.» afferma guardandomi male. Adesso però non me ne frega proprio niente. «Arrivederci.» finalmente saluta e mi presta attenzione.
«Finalmente! Era l'ora cazzo!»
«Che vuoi?! Che succede? Che diavolo hai combinato??» mi guarda male.
«Asia...»
«Asia cosa?»
«Io l'ho accusata di scappare dalle situazioni difficili.»
«Mh. E lei?»
«Lei mi ha detto che se 7 anni fa è scappata per proteggere me oggi scappa per proteggere se stessa.» ammetto. Non capisco molto di quello che mi ha detto, o forse non voglio capire.
«Ti stai comportando come un perfetto stronzo!»
«Ma che dici Piero?» lo guardo sconvolto. Io non mi sto comportando da stronzo.
«Te la scopi! Ogni volta che vuoi! Sai che lei non riesce a dirti di no ma lo fai comunque. Sei consapevole dell'ascendente che hai su di lei e lo sfrutti a tuo favore. Te ne freghi. Ce l'hai in pugno, lo sai e te ne approfitti.» apro la bocca per ribattere ma non faccio in tempo. «Se prima era lei ad avere te in pugno ora ce l'hai tu. E ti piace.» mi punta il dito contro. «Te ne stai approfittando. E so anche il motivo, ma non intendo dirtelo!»
«Dovresti farlo invece.»
«Smettila di giocare con lei!»
«Siamo due persone adulte e responsabili. Io non la obbligo di certo a venire a letto con me.»
«Sei assurdo Ignazio! Assurdo.» scuote la testa e richiama Gianluca con un cenno della mano.
«Che succede?»
«Pensaci tu a lui! Io sono settimane che gli ripeto sempre le stesse cose. Non può giocare con le persone solo per il terrore di rimanerci ancora scottato!» esclama tagliente.
«Non sto capendo granché...» Gian mi guarda, in attesa di spiegazioni.
«Succede che continua a scappare. Ed è frustrante.»
«Ah certo... è lei ad essere frustrante.» mi guarda con sufficienza. «Lei, ovvio.»
«Mi spiegate che cavolo avete voi due contro di me?»
«Non abbiamo niente contro di te.» Gian sospira. «Siamo tuoi amici, e credo che gli amici abbiano il dovere di dirti quando stai sbagliando.» mi guarda dritto negli occhi. «E tu stai sbagliando!» afferma duro._____________________________________________________________________________
Ciao a tutti! Come state? Che ne dite di questo nuovo capitolo? Ma soprattutto, cosa vi aspettate da questa storia che è quasi giunta al termine?
Un bacio e buona serata!
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Fanfiction- Come si può scegliere tra famiglia e cuore? Non sono la stessa cosa? Di certo dovrebbero esserlo! Come è possibile sentirsi vittima e carnefice allo stesso tempo? Eppure è proprio così che mi sento. Vittima del mio dolore e della mia vita andata i...