Sospiro incerta, evito il loro sguardo e raggiungo Lucrezia che singhiozza tra le sue braccia. Maledizione ragazzina... piangere con tuo fratello no, vero?!
«Luli, tesoro che succede?»
«Scusami, sono solo una delusione. Non avresti dovuto buttare via la tua vita per noi.» singhiozza in spagnolo.
«Cosa dici Lucrezia?» sibilo percependo la gola stringersi. «Non sei assolutamente una delusione.» mi concentro solo su di lei ignorando volontariamente l'uomo che la tiene stretta a se.
«Invece si. È tutta colpa nostra. Scusatemi.» quel plurale nell'ultima parola fa più male di quanto credevo... non sta coinvolgendo solo me. Ignazio per lei continua ad essere un punto di riferimento, ed io non so nemmeno come sentirmi a riguardo.
«No Lucrezia. Tu e i tuoi fratelli siete proprio gli ultimi ad avere la colpa. Eravate solo dei bambini senza nessuno al mondo. L'unica colpa che hai tu è quella di essere così buona. Sempre gentile con tutti.» e no, le parole appena pronunciate in spagnolo non sono uscite dalla mia bocca. So perfettamente che la colpa è solo la mia, e rifarei tutto ciò che ho fatto per i miei ragazzi, ma questo non diminuisce il dolore, dolore che non mi sento nemmeno in diritto di provare.
«Qualcuno potrebbe spiegarmi qualcosa, per favore?» la ragazza sconosciuta incrocia le braccia sul petto stizzita. Mi squadra da cima a fondo con sguardo di sfida, prima di continuare a parlare. «Che ci fai appiccicato a questa qui?!» si gira sprezzante verso mia nipote e la mia pazienza sta raggiungendo il limite. Capisco immediatamente che è la nuova scopata temporanea di Ignazio, ma non può minimamente permettersi di attaccare una ragazzina. «Potresti staccarti per cortesia?» continua inacidita. Mi volto e le getto un'occhiataccia, sperando di intimorirla il minimo indispensabile.
«Maddalena, non mi sembra il caso.» finalmente qualcuno ci mette bocca! Sia lodato il cielo, e Gianluca che ha parlato. Tutti gli altri sono troppo pietrificati per aprire bocca.
«Luli, vieni fuori con me e lo lasci andare?» le propongo.
«Io...» sibila e sento il suo respiro variare. Mi guarda con gli occhi terrorizzati, ha lo stesso sguardo che aveva quando l'ho trovata rintanata dentro ad un armadio, terrorizzata da sua madre e dall'uomo che c'era in casa. Forse è proprio quello sguardo che mi impedisce di reagire immediatamente.
«Ti ci porto io fuori!» Ignazio la sposta e la fa camminare. Mi guardo un attimo intorno e appena incontro lo sguardo terrorizzato di Mattia mi sveglio da questa specie di trans.
«Ci penso io Tia. Stai tranquillo.» ignoro tutti e raggiungo mia nipote.
«Scricciolo, non hai la colpa di niente.» Ignazio le parla con una calma invidiabile.
«Invece si, se zia non aveva noi, probabilmente starebbe ancora con te.»
«Adesso ti dico una cosa e voglio che tu mi ascolti attentamente.» le alza il viso. «Se io e zia ci siamo lasciati la colpa non è certo tua, di tuo fratello o di tua sorella. Toglitelo dalla testa.»
«Invece si! È anche colpa di quella stronza che c'ha messo al mondo, se non si drogasse non avrebbe rovinato la vita a tutti.»
«Trovare qualcuno a cui dare la colpa non ti serve a niente.» le accarezza ripetutamente le guance ed io decido di ignorare come mi fa sentire vederlo così vicino alla mia bambina. «Se la storia con zia è andata come sappiamo, gli unici responsabili siamo io e lei. Non tua mamma, non tua nonna e ovviamente non voi.» non si è ancora accorto di me, e se fossi più coraggiosa gli direi che la responsabilità è solo mia.
«Luli. Guardami bambina mia.» le alzo il viso rosso e sconvolto dal pianto. «Siete le uniche cose pulite della mia vita. Non c'è niente che ami più di voi, quindi non ti permettere di dire che la colpa è tua. Mai più Lucrezia. Voi siete la mia forza, io senza voi che faccio?» la abbraccio tenendola stretta. Inspiro profondamente per non cedere alle lacrime senza smettere di accarezzarle i capelli lunghi.
«Vorrei te come mamma!» singhiozza senza smettere di abbracciarmi.
«Piccola...» sospiro con gli occhi lucidi e non smetto di abbracciarla. «Basta piccola di zia. Va tutto bene.» continuo a stringerla e finalmente sento il suo pianto calmarsi sempre di più.
«Zia, vado un attimo al bagno.» mormora dopo qualche minuto.
«Vuoi che venga con te?»
«No tranquilla.»
«Stai meglio scricciolo?» le chiede Ignazio, me l'ero quasi scordato, se non fosse stato per il suo sguardo che mi bucava la schiena.
«Si zio, grazie.» si stacca da me e gli lascia un bacio sulla guancia. «Vado in bagno.» sussurra e sparisce lasciandomi con la persona che da 7 anni a questa parte ha popolato i miei sogni ed i miei incubi.
Inspiro profondamente e chiudo gli occhi, devo fingere che non ci sia. Devo fingere di essere sola, come in realtà sono da tutta la vita. Il bisogno impellente di piangere, di poter parlare liberamente con qualcuno senza sentirmi giudicata è sempre più forte, ma non posso permettere alle mie emozioni di prendere il sopravvento. Sto sbagliando tutto con i ragazzi, se Mattia salta la scuola ed è così rancoroso, se Lucrezia continua ad avere crisi di panico e se Martina odia sua madre, vuol dire che io sto sbagliando tutto. Sto sbagliando ogni maledetta cosa.
Appoggio la fronte al muro, devo ignorare lui e il suo sguardo che mi buca la schiena. Respiro profondamente, blocco le lacrime che tentano ancora di prendere il sopravvento. 'Va tutto bene Asia, va tutto bene.' mi ripeto queste parole come un mantra ma questo non fa che peggiorare tutto, e le lacrime mi scivolano inevitabilmente sulle guance.
«Asia.» sussurra.
«Lasciami sola, per favore.» dire queste parole fa male, ma la mia decisione l'ho presa e la devo mantenere. Glielo devo.
«Non nego che nella tua vita hai fatto scelte di merda, scelte solo tue che cambiavano la vita anche a chi ti stava intorno, ma con i ragazzi non hai niente da rimproverarti. Assolutamente niente.» sospiro e mantengo gli occhi chiusi mentre lo sento allontanarsi e lasciarmi sola. O forse sono io che mi ci sento anche in mezzo a miliardi di persone, perché quando ho bisogno non c'è nessuno.
«Asia...» mi stacco dal muro e davanti a me c'è Matias. «Cosa ti succede piccola?» lo abbraccio e scoppio di nuovo a piangere. «Asia... tutto bene amore mio?» mi stacca e mi stampa un bacio sulle labbra.
«Si. Luli ha avuto un altro attacco di panico.» gli confesso appoggiandomi a lui. Spero che prima o poi possa perdonarmi per questa mezza verità, ma non posso permettermi di dirgli altro.
«Proverei anche a parlarci ma la verità è che da quando stiamo insieme non sono la sua persona preferita. Non so perché... ma lei e Mattia proprio non mi sopportano.» fa un mezzo sorriso e mi asciuga le lacrime.
«Sono rimasti scottati dalla mia vecchia relazione...» sospiro e mi calmo leggermente.
«Parli dell'innominabile?»
«Smettila di chiamarlo così...» gli getto un'occhiataccia.
«Stiamo insieme da 8 mesi e ancora non mi hai nemmeno detto il nome...»
«È una storia morta e sepolta.» mi innervosisco. Figurati se ti dico come si chiama... a maggior ragione ora!
«Va bene Asia.» sospira e torna a baciarmi. Apre le labbra per un approfondimento che gli nego.
«Lo sai che non voglio sul posto di lavoro!»
«Ma non ci vede nessuno!»
«Ci vedo io, e mi basta!» scuote la testa con un mezzo sorriso. «Che ore sono?»
«Le 14.»
«Devo tornare dentro e preparare le cose di Martina. Tra poco viene la tata a prenderla.»
«Andiamo. Ti accompagno e poi vado in ufficio.» annuisco.
«Come sono in faccia?»
«Incazzata e bellissima, come sempre.» lascio andare una piccola risata amara, se mi conoscesse meglio saprebbe che non sono incazzata, sono solo tanto triste e preoccupata.
«Andiamo...» ritorniamo in quella maledetta sala. Che Dio me la mandi buona con Nina e Caterina.
Durante il tragitto incontro il ragazzo che consegna il pranzo, mi faccio lasciare tutto ed entro.
«Ti aiuto!» Piero mi toglie le scatole con il pranzo dalle mani.
«Non avevamo dubbi che ci avrebbe pensato qualcun altro e non chi dovrebbe!» comunica Mattia con un sorrisino stronzo in faccia rivolto a Matias.
«Tia, per favore. Non iniziare.» lo supplico. «Qui c'è il pranzo per tutti. Non fatevi ingannare dalle confezioni! È buonissimo.» dispongo le scatole su un tavolo. Menomale ho preso delle porzioni in più. «Martina! Andiamo che sta arrivando Anita!» evito gli sguardi gli Caterina, Nina ed Ignazio.
«Eccomi.» Marti arriva subito.
«Prendi lo zainetto.»
«Si. Mi dai il mio dou dou?» mi chiede.
«Si amore. Ragazzi, preparatevi e andate anche voi a casa con Anita.»
«No! Io non ti ci lascio sola con questo!» Mattia si alza e mi si mette di fianco.
«Mattia, per favore. Vai a casa con le tue sorelle.» lo prego a bassa voce cercando di farlo desistere dallo sguardo di sfida che rivolge a Matias.
«Se volete andare più tardi tu e Lucrezia posso accompagnarvi io.» si offre gentilmente.
«Piuttosto che in macchina con questo vado con quell'altro. Almeno sa guidare!» afferma tagliente in italiano per non farsi capire.
«Mattia!» spalanco gli occhi. Ma che cazzo dice?! «Andate a casa! Tutti e tre!» ordino.
«Zia io vorrei rimanere qui.» ci si mette anche Lucrezia e se non avessi spettatori avrei già perso la pazienza. «Non mi va di stare a casa da sola.» sibila con la testa bassa ed io acconsento.
«Mattia, vai a casa con la bimba.» ripeto e mi ritrovo di fronte Ignazio con le braccia incrociate e un'espressione a metà tra lo scherno e la sfida. Mi devo calmare o picchio qualcuno.
«Io a casa non ci vado.» continua Mattia e mi posa un braccio sulle spalle, allontanandomi sempre di più da Matias. Io proprio questo odio non lo capisco.
«Mattia, vieni con me ad accompagnare Martina.» prendo la bimba per mano, il pupazzetto che ho in borsa e il suo zainetto.
«Ma...» Caterina punta il dito sul pupazzino.
«Ti piace il mio pupazzo? Ce l'ho da quando sono nata!» Marti si stacca dalla mia mano e glielo mostra fiera ed io vorrei morire. Mi sembra di essere la protagonista di una pessima soap opera.
«È bellissimo piccolina!» le accarezza i capelli e la guarda con estrema dolcezza e un pizzico di nostalgia.
«Tesoro è tardi, saluta tutti e andiamo.» indosso una maschera che mi faccia apparire tranquilla e serena ed esco da quella stanza e finalmente riprendo a respirare. «Mattia!»
«Zia.»
«Tu adesso prendi le tue cose e vai a casa.»
«Io non ti ci lascio da sola con quello lì! Non mi piace. È un cretino!»
«Tia, io non capisco cosa abbiate tu e tua sorella contro questo ragazzo che vuole solo entrare nelle vostre grazie!»
«L'unico posto in cui vuole entrare ti assicuro che non sono le nostre grazie!»
«Mattia!» rimango stupefatta. «Io non ti ho educato così.»
«Hai ragione! Ci hai educato con i sorrisi e l'amore. Ci hai insegnato che non bisogna accontentarsi mai! Ci hai cresciuti inculcandoci nel cervello il coraggio.» alza il tono di voce. «Io avevo una persona su cui sapevo di poter contare, non ne voglio altre.» guarda Martina che ci scruta dubbiosa. «E comunque quello non ti ama, spera solo di fare carriera portandoti a letto!»
«Mattia! Ora basta!» indurisco lo sguardo. «Vai a casa.»
«Vado, ma tu pensa a quello che dici sempre a noi tre.»
«Che la fiducia è alla base di tutto?» chiedo ovvia.
«No, che l'amore vale la pena, sempre.» mi toglie lo zaino della bimba dalle mani e le fa indossare il giubbottino. «Vado a casa con lei. Ti voglio bene zia.» mi da un bacio sulla guancia e se ne va con la piccola, lasciandomi lì come una cretina. Quand'è che è diventato così grande?
Sospiro e decido di non rientrare, almeno per il momento, in quella maledetta stanza, voglio scappare per un po' dalla realtà. Comportamento infantile? Probabilmente si. Mi frega qualcosa? Al momento assolutamente no.
«Asia!» Alejo, un addetto ai lavori, mi chiama con cautela.
«Dimmi.»
«Dobbiamo iniziare di nuovo le riprese.»
«E allora iniziate queste benedette riprese!» urlo anche con lui. Non ne posso più. Questa giornata sfocia sempre di più nella follia.«Asia...» finalmente una voce gentile.
«Dimmi.» sospiro, mi passo le mani sul volto e guardo Barbara.
«Stai bene?»
«Sei la prima che me lo chiede...» ridacchio, ma mi esce solo una risatina amara. «Comunque no, ma questo non è importante. Starò bene domani.» la liquido e me ne vado via.
«Asia...» mi volto e la guardo. «Niente, lascia stare.» annuisco stranita e vado a controllare che tutto proceda per il meglio.________________________________________________________________________________
Ciao a tutti! Eccomi con il sesto capitolo! Come al solito attendo le vostre opinioni, sperando che vi piaccia!
Volevo inoltre dirvi di passare, se avete piacere, a leggere una nuova storia che a me sta piacendo veramente un sacco. Il titolo della storia è "Mille giorni di te e di me" e l'autrice si chiama "Boskylove23"
Un bacio e buona serata!
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Fanfiction- Come si può scegliere tra famiglia e cuore? Non sono la stessa cosa? Di certo dovrebbero esserlo! Come è possibile sentirsi vittima e carnefice allo stesso tempo? Eppure è proprio così che mi sento. Vittima del mio dolore e della mia vita andata i...