Capitolo 5

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*POV Asia*

«Mattia.» appena quei tre sono a registrare questo benedetto primo episodio, raggiungo mio nipote in un camerino rimasto libero.
«Zia.» mormora colpevole.
«Perchè hai saltato scuola?» decido di non accusarlo, con il carattere che ha lui non otterrei niente.
«Io...» abbassa lo sguardo ma decido di non parlare, voglio lasciargli tutto il tempo di cui ha bisogno.
«Mi sono sentito sopraffatto. Era il compleanno della bimba e non se lo è minimamente ricordato...» mi guarda con il dolore negli occhi ed io vorrei fare di più per lui, ma non posso. «Stanotte mentre ero a letto e avevo Lucrezia che dormiva accanto a me ripensavo a quando eravamo piccoli.» si sfila l'orologio dal polso ed inizia a giocarci. «Mi ricordo tutti gli uomini che portava a casa, mi ricordo lo schifo di sentirli, lo schifo di vedere come alcuni di loro guardassero me e soprattutto Lucrezia, come non si dovrebbero guardare due bambini.» gli accarezzo i capelli e lo lascio piangere. «Ricordo anche quando venivi tu, l'odore di pulito che avevamo addosso dopo che ci facevi fare la doccia e ci davi vestiti puliti.»
«Tesoro...» me lo stringo addosso.
«Sai che ricordo persino il primo compleanno che abbiamo festeggiato davvero?»
«Si?» faccio un piccolo sorriso cercando di trattenere le lacrime.
«Si. Compivamo 6 anni e tu ti eri appena trovata lavoro come cameriera.» annuisco ricordando benissimo quel giorno. «Siete venuti in macchina, tu e...» sospira un attimo. «Tu e lo sai chi... ci avete portato via una giornata intera. Non abbiamo fatto chissà cosa, siamo stati in un prato a fare un pic nic e abbiamo spento le candeline.» struscia il viso sulla mia spalla come faceva da piccolo. «Ma è stato il primo compleanno che non è stato rovinato da niente e da nessuno.» si stacca da me. «Quando vi siete lasciati è stata l'ennesima persona che mi ha deluso. L'ennesima che ha promesso di esserci e poi improvvisamente è sparita.»
«Mattia... non è stato lui.» ammetto, per lui, per alleggerirlo del rancore che nutre nei suoi confronti, e un po' anche per me.
«A fare che?»
«A lasciarmi. Sono io che ho lasciato lui.»
«Ma...»
«Era successa una cosa con la mamma e la nonna. Era tutto così in bilico che ho avuto paura di rovinargli la vita, così ho fatto quello che fai quando ami davvero qualcuno, l'ho lasciato andare prima di trascinarlo giù con me. Poi fortunatamente le cose sono andate diversamente. Adesso siete con me, e stiamo tutti e quattro bene. Siamo una famiglia noi.»
«Non avrebbe dovuto permetterti di lasciarlo.»
«Mattia, io l'ho ferito. È stata la cosa più giusta per tutti. Non mi potevo permettere di trovare voi tre così piccoli su una testata giornalistica. E non volevo nemmeno che venisse toccato lui.» sospiro. La verità è che ho sacrificato tutto per loro, e per quanto abbia fatto, e faccia male, lo rifarei.
«Hai sacrificato la tua vita per mettere al sicuro la nostra.»
«No.» mento, non voglio assolutamente che si senta in colpa. «Non portargli rancore, perché sono sicura che nonostante tutto, gli siate mancati tantissimo, tutti e tre.» gli bacio una guancia.
«Sai che ieri ho invidiato Lucrezia?»
«Perchè?»
«Perchè ha avuto il coraggio di abbracciarlo.»
«Se lo facessi, non ti rifiuterebbe mai.» utilizzo tutto il coraggio che ho a disposizione per formulare questa frase.
«Chi davvero vuole esserci il modo lo trova, nonostante tutto.» sentenzia duramente.
«Il mio piccolino!» gli strapazzo le guance.
«Zia, sono 4 anni che sono più alto di te...»
«E quindi? Rimani il mio batuffolino.»
«Chiamami batuffolino di fronte a qualcuno che non siano le bimbe e scappo di casa.»
«Il fatto che tu chiami bimba anche la tua gemella è piuttosto divertente, batuffolino.»
«È mia sorella, la devo proteggere.»
«La proteggo io tua sorella. È il mio compito. Il tuo invece, è fare il ragazzino di 16 anni. Specie andare a scuola, senza raccontarmi cazzate, non fumare, ed usare il preservativo.»
«Zia!» grida con il viso rosso.
«Mattia... prevenire è meglio che curare!» lo guardo. «Mi hai portato a casa due fidanzate diverse nel giro di un anno...»
«Erano mie amiche...»
«Io non infilo la lingua in bocca ai miei amici, però forse sono io che sono vecchia.»
«Tu non sei vecchia zia.» mi sorride. «Sei la zia più figa di tutte. Anche troppo. I miei amici parlano sempre di te.»
«Non sono Luli io, non fare il geloso che mi so guardare da sola.» sorrido.
«Questo lo so... al massimo chiedo ad Ignazio.» ridacchia.
«Ragazzino insolente.» mi alzo. «Andiamo.» incrocio il mio braccio al suo con il cuore più leggero a vederlo sorridere ancora. «Devo assicurarmi che tutto sia come si deve.»
«Sei l'incubo della maggior parte delle persone che lavorano qui.»
«Non è vero!» inarco le sopracciglia. «Sono l'incubo della truccatrice perché non ha voglia di lavorare!»
«Sisi, come no...» si guarda intorno.
«Mattia! Io mi fido di te. Non farmi più una cosa come quella di stamani. Sarebbe potuto succederti di tutto.»
«Si, scusa...» abbassa la testa colpevole.
«Tutto bene i vestiti?» cambio discorso chiedendo a Barbara quando la vedo.
«Sisi, sono perfetti.» sorride a Mattia.
«Tia vai al bar a prenderti qualcosa.» gli do i soldi e si allontana. Sospiro e chiudo gli occhi per un attimo.
«Tutto bene?»
«Si.» mento.
«Non prendere male quello che sto per dirti. Non voglio assolutamente intromettermi in qualcosa che non mi riguarda, ma hai sempre fatto schifo a raccontare bugie, e a quanto vedo non è cambiato granché.»
«Ha solo 16 anni... e l'adolescenza è molto complicata.»
«Posso dirti solo due cose... la prima è che hai fatto un ottimo lavoro, e la seconda...» si guarda intorno e poi riporta gli occhi su di me. «Gli uomini di solito escono dall'adolescenza a 75 anni, se tutto va bene.» fa spallucce.
«Benissimo...!»
«Io ne so qualcosa di eterni adolescenti...» mormora. Effettivamente non ha tutti i torti... anche se l'immagine che mi rimbalza nella mente non è certa quella di un ragazzino che non sa usare le mani e tutto il resto, anzi... «Asia!»
«Si...» deglutisco e torno alla realtà. Dio mio.
«Tutto bene?»
«Sisi.» deglutisco, sono sicura che non vuole sapere a cosa ho nella testa. Non le farebbe piacere, e non deve piacere nemmeno a me, cazzo!
«Zia!»
«Dimmi Tia.» sospiro, delle fitte alla testa mi colpiscono immediatamente.
«Escono Lucrezia e Martina da scuola tra 10 minuti.»
«Adesso vado, tranquillo. Aspettami in sala 5. Barbara vado a prendere le bimbe e ritiro il pranzo. Sarò di ritorno prima della fine della registrazione, ho calcolato tutto.»
«Non avevamo dubbi.» la voce di Ignazio mi colpisce gelida alle spalle.
«Come mai sei qui?» gli chiede Barbara e le sono grata per non doverlo fare io.
«Pausa pipì. Non si può?!» risponde scazzato persino a lei. Altro e che eterno adolescente... questo è un eterno stronzo!
«Ignazio!» lo fulmina con lo sguardo.
«Torno tra poco. Mattia aspettami di là e fai vedere a Barbara dov'è la sala 5. Se avete bisogno cercate di Florencia.» esco da questo posto e finalmente respiro. Sistemo il seggiolino di Martina e vado a prenderle a scuola. Parcheggio e vado a recuperare la piccola. Mentre torno indietro trovo Lucrezia ferma in piedi che si mordicchia le unghie e si guarda intorno preoccupata.
«Luli!» la chiama Martina.
«Marti! Zia...!» si guarda intorno. «Sei già qua? Mattia sta arrivando, si è dimenticato un libro.» ma guarda tu come mente questa qua...
«Andiamo in macchina!» inizio a camminare. «Non pensavo di dover fare i conti pure con te Lucrezia!» la rimprovero.
«Zia... che intendi?»
«Intendo che tuo fratello è con me.» mi assicuro che Martina si allacci per bene la cintura e salgo in auto. «Non voglio essere presa in giro!» guido verso lo studio. «Mi spieghi se io non lo avessi visto e gli fosse successo qualcosa? Da lui potevo anche aspettarmelo, ma cavolo Lucrezia! Da te proprio no. Tu sei sempre stata responsabile.» parcheggio, metto il dou dou in borsa e faccio scendere Martina.
«Zia scusa... ma Tia non stava per niente bene stamani!»
«Non devi chiedermi scusa! Voglio che non lo facciate più.» entro negli studi. «Devono portare il pranzo a nome mio, se per favore me lo fate portare in sala 5 ve ne sarei grata.»
«Certo. Tra quanto dovrebbe arrivare più o meno?»
«Ora.» annuisce. «Andiamo. Luli c'è Tia in sala 5, vai da lui o vieni con me? Devo fare un giro dai cameraman per informarmi sul registrato.»
«Vado da Tia. Mimì, vieni con me?»
«No, vado con la zia.» va pazza per le telecamere questa bimba.
«Okay...» continua a stare con la testa bassa.
«Luli!» la richiamo. «Io muoio se vi succede qualcosa.» le accarezzo una guancia e poi la lascio andare.

*POV Lucrezia*

Zia ha ragione... non avrei dovuto coprire Mattia. Sbuffo innervosita e lo raggiungo infuriata.
«Mattia!» lo richiamo. «Almeno avvertimi che la zia sa tutto! Ti ho aspettato come una cretina davanti a scuola e ho persino provato a coprirti quando me la sono ritrovata davanti.»
«Scusa Lucre, mi è passato di mente...» mormora a disagio. Sbuffo infastidita e mi siedo in fondo alla stanza imbronciata. Lo so, è un comportamento da bambina ma mi sono stufata di fare l'adulta.
«Tieni.» alzo leggermente gli occhi e noto che Barbara va da Mattia con un biscotto in mano. «Lo vuoi anche tu?» mi sorride dolcemente ma nego con la testa. Se parlo scoppio in lacrime e non mi va di piangere ed essere la solita frignona.
«Ciao!» entrano anche zio e Piero. Mattia risponde con la voce bassa e Barbara ricambia. «Che succede?» guarda un po' me e un po' Tia. Scoppio a piangere nonostante abbia tentato con tutta me stessa di non farlo.
«Luli.» Mattia mi raggiunge.
«Che succede scricciolo?» zio si abbassa davanti alla sedia su cui sono seduta e mi alza il viso.
«Mi dispiace.» singhiozzo e li abbraccio entrambi.
«Non c'entri niente Luli.»
«Che è successo ragazzi? Non sto capendo.» ci chiede zio.
«Niente zi... Ignazio.» si corregge subito Tia ma noto immediatamente zio sorridere e abbracciarlo. Mattia sbuffa un po' ma rimane a farsi abbracciare. «Ora basta però.» si stacca dopo un po'.
«Mi dici che succede Lucre?» mi accarezza le guance ma io non voglio parlare. Voglio solo che mi abbracci e che mi dia l'illusione di esserci ancora. «Va bene scricciolo, non parliamo. Ma almeno alziamoci in piedi che sono scomodo così.» si alza e continua ad abbracciarmi.
«Ignazio!» una voce sconvolta lo richiama.
«Ei...» lo sento irrigidirsi.
«Ma che fai Ignà?!» un'altra voce piuttosto incavolata lo richiama ma mi arriva ovattata a causa del pianto.
«Come siete passate...?» chiede zio con un tono strano che mi porta ad alzare gli occhi dal suo petto. Noto sua mamma, sua sorella e una ragazza, tutte tre mi fulminano con lo sguardo.
«Ti hanno fatto una sorpresa... hanno chiamato me.» Gianluca entra nella stanza e guarda me e Mattia che ancora non è stato notato, poi salta con gli occhi alla sconosciuta e infine scoppia a ridere insieme a Piero.
«Poi rido io...» li minaccia zio.
«Abbi almeno la decenza di non farlo davanti a me.» lo accusa avvelenata la sconosciuta.
«Non sto facendo niente...» sbuffa. «E non è nemmeno il momento.» mi accarezza i capelli senza lasciarmi ed io evito di guardarle. Non voglio che mi riconoscano e mi chiedano spiegazioni, o peggio ancora che non mi riconoscano... io gli volevo bene, ad entrambe. La famiglia di zio è stata l'unica famiglia normale che io abbia mai visto in vita mia. A casa loro si stava così bene, profumava sempre di detersivo e cibo. Era calda, pulita e si respirava l'amore. Ricordo che quando è nata Martina abbiamo dormito a casa loro ed è stata una delle notti più belle della mia vita, escludendo quelle che passiamo da quando abitiamo con la zia. La stessa zia che io ho deluso, e inevitabilmente scoppio di nuovo a piangere forte. Che palle. Non voglio piangere. «Basta tesoro. Va tutto bene.» mi sussurra.
«Non mi interessa il motivo! Facciamo dei controlli ogni mattina proprio per evitare inconvenienti di questo tipo!» la voce autoritaria della zia fa saltare qualche battito di zio. Alzo leggermente gli occhi e la noto di spalle, tiene la porta aperta con una mano e con l'altra gesticola mentre Martina scappa da Mattia e gli si siede in braccio.
«Tia, perché Luli piange?» chiede Martina e Caterina e Nina spalancano la bocca alternando lo sguardo tra noi tre, zia e zio.
«Niente di che piccola.» zio gli risponde e poi mi scosta i capelli dal viso.
«Eccomi. Tutto bene la registrazione?» zia si gira e spalanca gli occhi quando si trova Caterina, Nina e la sconosciuta di fronte.

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Ciao a tutti! Che ne pensate di questo capitolo? Un bacio e buon weekend!

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