Capitolo 3

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Oddio. Oddio mio. Che cazzo ci fa qui? Ma soprattutto che cazzo ci fa vicino alle mie bimbe? Respira Asia. Respira. Okay, molto bene Asia, continua a respirare così, sorridi, fingi che vada tutto bene. Fingi che rivederlo non ti abbia minimamente toccata e che la canzone che hai appena cantato non sia stata un pensiero costante verso di lui.
«Asia!» la voce squillante di Isabel mi fa trasalire.
«Dimmi.» miracolosamente la mia voce esce sicura e per niente strozzata.
«Ti vuole vedere il grande capo.» annuisco e mi dileguo senza guardare nemmeno Lucrezia e Martina. Vorrei non ammetterlo, ma sono in buone mani ed in questi anni il nome di 'zio Ignazio' è sempre aleggiato nell'aria. Chi dice che i bambini si dimenticano le persone che non vedono per un certo lasso di tempo, beh, dice un mucchio di stronzate. Con passo deciso mi reco nell'ufficio del titolare della televisione. «Salve capo, mi hanno detto che mi cercava.»
«Si. Voglio un trattamento speciale per i cantanti italiani. Dovranno registrare un programma di 12 puntate con noi e siccome siete tutti e quattro italiani te ne occuperai tu.» mi sorride come se mi avesse detto che ho vinto alla lotteria.
«Cosa? No, assolutamente no.» ribatto d'istinto.
«E perché no?» mi guarda sconvolto. Nemmeno avessi detto di avergli ucciso il cane.
«Perchè non posso. Non sono io la persona indicata.»
«Sei tu la persona indicata. Fine della discussione. Vai e fatti valere Asia.» storpia il mio nome e alza i pugni all'altezza del viso mimando una forza che non ho e non troverò mai. Non posso ucciderlo, i miei nipoti rimarrebbero soli. Così mi limito a fulminarlo con lo sguardo e quando esco da quel maledetto ufficio mi accolgono le note del ritornello di 'Grande Amore'. Di bene in meglio.
«Mamma!» un piccolo uragano mi circonda le gambe.
«Martina.» addolcisco immediatamente il tono della voce.
«Mamma mamma.» strilla e mi stringe forte.
«Dimmi tesoro.» sospiro.
«Quel signore mi ha fatto passare la bua al ginocchio.» sorride sdentata scaldandomi il cuore.
«Davvero?» le chiedo.
«Si, mi ha fatto passare tutto con le sue salviette magiche.» si stacca da me e mi guarda. «Quelle che non pizzicano!»
«Zia.» mi volto e di fronte a me ci sono Lucrezia e Mattia.
«Dimmi Luli.»
«Io comunque sono contenta...» guarda qualche attimo Mattia che ha lo sguardo confuso. «Mi è mancato.»
«Di cosa stai parlando Lù?» Mattia le sorride e poi il sguardo cambia improvvisamente. Sono consapevole di chi ci sia dietro di me. Il suo sguardo che mi buca la schiena lo percepisco ancora dopo tutti questi anni. Abbiamo sempre avuto una grande chimica, e spesso i nostri corpi si cercavano come se non potessero stare lontani. Lui è estremamente fisico, e in realtà lo sono anche io.
«Che ci fa qui?» sibila arrabbiato Mattia. Gonfia il petto e lo sfida con lo sguardo.
«Mattia.» lo richiamo in un avvertimento.
«Mattia un cazzo.» mi risponde in italiano e poi fugge via.
«Lucrezia vai con tuo fratello!»
«Ma zia! Io...»
«Lucrezia!» alzo leggermente il tono di voce. «Vai!» comando senza ammettere repliche. Luli mi fulmina con lo sguardo ed obbedisce seguendo il fratello.
«Marti vai con Isabel a prendere un succo.»
«Okay.» sorride e prende per mano Isabel, non prima di aver salutato con la manina e un sorrisone Ignazio.
«Asia...!»
«Ignazio.» mormoro. Inspiro profondamente. «Che ci fai qua...?»
«Lavoro, dobbiamo registrare 12 puntate di un programma televisivo.» mi guarda leggermente imbarazzato.
«Giusto...» mi guardo un attimo intorno, sono infinitamente imbarazzata. E vorrei poter dire che rivederlo non mi ha fatto nessun effetto, ma non è così. È stato uno dei pochi, se non l'unico che mi ha fatto perdere la testa. Sicuramente è l'unico con cui ho un qualcosa di irrisolto, e questo non mi fa sentire bene per niente. «Sarò io ad occuparmi di voi per tutta la durata del programma, spero che non sia un problema per te.»
«Io non ho problemi.» fa il solito sorrisetto stronzo e spietato, tipico suo. «Io.» accusa con voce dura.
«Ne hanno sofferto tanto...»
«La colpa non è certamente la mia...» mi accusa. Trasalisco, non tanto per quello che ha detto ma per lo sguardo gelido che mi rivolge.
Improvvisamente ripiombo indietro negli anni, a quando Martina era piccolissima, i gemelli avevano appena 9 anni ed io avevo chi riusciva a sostenermi. Ma che cazzo avevo nel cervello quel maledetto giorno?!

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