Capitolo 13

71 7 4
                                    

*POV Ignazio*

«Che stai combinando Ignazio?» Gianluca mi guarda fisso negli occhi e noto una certa preoccupazione sul suo volto.
«Niente Gian, tranquillo.» mi esce un sorriso di circostanza.
«Venite in camera mia. Non mi piace parlare di queste cose qua.» entrambi annuiamo a Piero e lo seguiamo in camera sua.
«Ti sono mancati i suoi nipoti?»
«Si Piero, lo sai.»
«Ecco, allora sappi che se lo scopre Mattia tutti i passi avanti fino ad ora risulteranno vani.»
«Ne state facendo una questione di Stato... è stata solo una notte. La nostalgia ha preso il sopravvento. Lei era lì, ed io pure.» fingo una tranquillità che non ho.
«E il bagno del ristorante?» come cavolo fanno a saperlo...?
«Ti sembriamo due cretini?» Gianluca mi guarda ovvio.
«Le vuoi ancora bene.» afferma Piero dopo qualche secondo.
«No... non posso dirti che la odio ma ci si avvicina molto.»
«Si arriva ad odiare solo chi abbiamo amato molto e ci ha ferito.»
«La state facendo lunga per una scopata di una notte...! Non succederà più.»
«Non è la scopata in se per se, e non è nemmeno il fatto che possa risuccedere. Semplicemente sappi che esiste la possibilità, magari remota, ma esiste, che se 7 anni fa ne siete usciti a pezzi a questo giro ne usciate devastati. Non puoi fingere che non ci siano 3 ragazzini di mezzo.»
«Non mettere in mezzo i ragazzi!» fulmino Piero con lo sguardo, Lucrezia, Mattia e Martina non c'entrano niente.
«Fai attenzione! La possibilità di farsi male è alta, per tutti!»
«Non sono un bambino, so badare a me stesso!» mi volto per andarmene.
«Di questo non ne sono così sicuro.» continua.
«Vaffanculo Piero.» esclamo chiudendomi la porta alle spalle.

«Siete tutti pronti?»
«Manca solo Gianluca, come al solito in ritardo!» tiro fuori il telefono e faccio per chiamarlo.
«Eccomi, eccomi.» arriva trafelato trascinandosi dietro le valigie. «Scusate il ritardo.»
«Non è una novità Ginoble!»
«Dormito male Ignà?» mi guarda sconcertato. Sono leggermente nervoso questa mattina.
«Fatti i ca...» guardo Martina che mi ascolta curiosa e raddrizzo il tiro. «...voli tuoi!» sbuffo e mi avvio verso una delle auto che ci stanno aspettando fuori.
«Zia, io vado in macchina con lui.»
«No Lucre, vieni con noi.» non fa in tempo a finire le parole che la sento raggiungermi.
«Zio.»
«Dimmi.»
«Posso venire con te?» guardo un attimo Asia, come al solito sul viso ha un'espressione indecifrabile, come se niente potesse scalfirla. È maledettamente frustante. «Zio...» mi richiama Lucrezia quando vede che non ottiene risposta.
«Certo scricciolo. Monta che metto le valigie dietro.» annuisce dubbiosa e sale, io sistemo le valigie nel bagagliaio e mi siedo di fianco a lei.
Lucrezia posa la testa sulla mia spalla senza proferire parola. «Tutto bene Luli?» annuisce ma continua a non dire niente. Le porto un braccio intorno alle spalle e sto per chiederle se è sicura di stare bene ma entrano Piero e Gianluca e quindi mi limito a stringerla e a sentirmi fortunato che il destino abbia rimesso lei e i suoi fratelli sulla mia strada. Mi sono mancati tantissimo, so che può sembrare assurdo ma i primi tempi mi sembrava mi avesse privato di un pezzo di me, di quanto mi sia mancata Asia non voglio nemmeno un minimo ricordo. La verità è che mi ha distrutto come non pensavo una persona ne potesse distruggere un'altra. Mi ha tolto tutto, persino ciò che non sapevo di avere. Non riesco a fingere che non sia successo niente, che tutto vada bene, proprio non posso farlo!
«Pronto per l'intervista?» annuisco a Piero senza soffermarmi più di tanto su di lui. Sono fin troppo nervoso, non mi va di rispondere perché poi finirei per trattarlo male ingiustamente come ho già fatto prima con Gian.
Lucrezia tira fuori il cellulare, guarda lo schermo e le spunta un sorriso ebete sulla bocca.
«Chi è?» non posso fare a meno di impicciarmi. È più forte di me.
«Nessuno!» mette via il cellulare in fretta e si rifugia con la testa nella mia spalla per non farmi vedere le guance rosse.
«Se non è nessuno perché ti nascondi?» mi scappa un sorriso. Sarà l'amichetto che le piace, magari le ha chiesto come sta. Che belle queste cose innocenti, quando si è ancora dei bambini. Quando le stronzate del mondo adulto non rovinano la cosa più importante della tua vita, ma soprattutto quando non te la rovinano persone esterne. La invidio... ovviamente nel senso buono, ma non posso fare a meno di pensare che è fortunata a non dover combattere con le stronzate con cui ho a che fare da vari anni.
«Ignazio...» Gianluca mi scuote leggermente la spalla. «Siamo arrivati.» annuisco con un mezzo sorriso e scendo dall'auto. Merda. Sorrido ai fotografi e infilo la testa in auto.
«È pieno di fotografi.» guardo Lucrezia. «Avvertite Barbara. Gli altri fateli arrivare di dietro con le macchine. Tu mettiti gli occhiali, i capelli che ti coprano parte del viso, e tieni la testa bassa senza staccarti da me. Sei minorenne, se finisci su un giornale scateno un putiferio!» annuisce titubante ma fa come le ho detto, rivolgendomi uno sguardo fiducioso.
«Andiamo tutti insieme!» annuisco a Piero. Scendono, faccio scendere Lucrezia e la accompagno verso l'edificio.
«Mi sento una che scappa dalla polizia.» esclama Lucrezia facendoci ridere tutti e tre. Ignoriamo i fotografi e finalmente siamo dentro.
«Tutto bene fuggitiva?» Piero la guarda e lei annuisce con un sorriso.
«Tutto sommato è stato divertente.»
«Sai cosa sarà divertente Lucrezia? Vedere tua zia che farà il culo a lui. Sarà così tanto divertente.» Piero mi sbatte una mano sulla spalla.
«Simpatico... veramente tanto simpatico.» lo guardo male.
«Tu!» esclama Asia entrando e puntandomi il dito contro.
«L'hai chiamata?!» mi volto verso Piero.
«È minorenne!» mi fulmina con lo sguardo.
«Non potevo sapere che fuori ci sarebbe stato pieno di giornalisti e fotografi! Non sono un indovino.»
«Si vede che è una bimba... le oscureranno sicuramente il viso. L'unica cosa che potrebbero chiedere è se avete una relazione Ignazio...!» Barbara cerca di tranquillizzare Asia invano.
«Una relazione?» sgrano gli occhi. «Con lei?!» la guardo.
«Si...»
«Ma se a momenti potrebbe essere mia figlia!»
«Ora figlia non esagerare... 13 anni mi sembrano un po' pochi!» esclama Tia.
«Ci penseremo dopo, il pericolo è per la conferenza stampa, non per le interviste con le domande concordate! Andate a prepararvi che è tardi.» Barbara riporta l'ordine. Annuiamo e andiamo tutti e tre a prepararci.
«Di solito scopare ti toglie il nervosismo. Com'è che voi due state messi peggio di prima?!»
«Non dire cazzate Gianluca.»
«È da quando ti sei alzato che rispondi di merda a tutti! Si salvano i gemelli e Martina...» esclama Gian. Ecco la cosa che mi piace del nostro rapporto. Ci diciamo le cose in faccia, non abbiamo paura di dirci le cose come stanno tra noi tre, e devo ammettere che se non ci fossero stati loro quando mio padre è morto io non so cosa avrei fatto... non mi hanno permesso di perdermi.

*POV Asia*

I ragazzi dormono, tutti e tre nella stanza che sta di fianco alla mia collegata da una porta interna, ed io sto per infilarmi sotto le coperte quando sento bussare. So già chi è, e so anche che non dovrei aprire, che ci facciamo del male a vicenda, ma la verità è che non riesco a rinunciarci, anche se la sensazione che mi lascia addosso dopo non è delle migliori.
Apro la porta e come pensavo dietro c'è Ignazio.
«Dormono?» chiede sottovoce. Annuisco senza dire altro. Questo è un errore che continuiamo a ripetere. Sant'Agostino nei suoi sermoni affermava che sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico. Ha ragione... ma in certi contesti perseverare è bellissimo.
Uniamo le nostre labbra in un bacio umido e frettoloso. Abbiamo entrambi la necessità di assorbire quanto più possiamo l'una dall'altro. In fretta e furia ci togliamo i vestiti fino a rimanere nudi. Ci consumiamo sul letto di quest'albergo lussuoso, ci svuotiamo a vicenda, degli orgasmi dettati dalla rabbia, dal dolore e da altre varie emozioni che non riesco a definire, o forse è solamente più comodo.
Affonda i denti nella mia clavicola ed io accarezzo la sua schiena ampia mentre spinge ripetutamente nel mio corpo. I nostri occhi si incrociano e per la frazione di un secondo, torno a leggerci l'amore che c'era anni fa, prima che io fossi costretta a mandare tutto a puttane.
Grugnisce sulla mia bocca, labbra contro labbra, senza baciarci davvero. Stringe i fianco destro in una morsa quasi dolorosa, se non fosse che sentire le sue dita sulla mia pelle è una delle cose migliori al mondo. Mi sono mancate tantissimo, le sue mani, la sensazione che riuscivano a darmi. Sentire la mia pelle incendiarsi per un solo e semplice tocco, non ha prezzo. O forse il prezzo ce l'ha, ma nessuno di noi due è disposto a pagarlo.

«Sarà meglio che vada... non vorrei si svegliassero i ragazzi.» abbassa lo sguardo, non ha il coraggio di dirmi che non vuole rimanere qua dopo che abbiamo finito di scopare. Perché di questo si tratta, niente di più, niente di meno.
Annuisco appena con un cenno del capo e lo guardo chiudersi la porta alle spalle. Sospiro, indosso una maglietta e gli slip, spengo la luce da notte e, con una lacrima solitaria che mi riga il volto, mi lascio cogliere dal sonno.

______________________________________________________________

Ciao a tutti! Che mi dite del nuovo capitolo? Vi piace?
Tra l'altro mancano sei capitoli alla fine di questa storia!
Buona serata a tutti!

Como estrellasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora