Capitolo 8

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*POV Asia*

«Asia!» trasalisco. È la prima volta che mi chiama per nome da... da sette anni.
«Dimmi.» deglutisco, senza riuscire a guardarlo in faccia.
«Vieni con me. E stai attenta a chi ti metti nel letto.» mi prende per un polso e mi trascina.
Decido di ignorare le scosse che sento quando le sue dita toccano la mia pelle. «Ma che cazzo dici?!» mi fermo. Questo non mi ha parlato fino ad ora, se non per obbligo, e ora viene qui e mi dice così?! Ma anche no!
«Vieni con me e non farla lunga.» fa una leggera pressione sul mio polso e mi trascina, ancora.
«Oh! Mi lasci?! Mica sono un pacco postale eh.»
«Ti sto facendo male?»
«No, mi dai fastidio.»
«E stai zitta per una buona volta!» mi spinge dentro al suo camerino dove trovo Caterina, Nina e Lucrezia.
«Che hai fatto Luli?» sgrano gli occhi, ha il polso livido.
«No... niente di che. Cioè...» Caterina le accarezza i capelli.
«Luli, che è successo? Come te lo sei fatto quel polso nero?» le alzo il viso.
«È stato Matias!» tre parole, pronunciate da Ignazio, con una freddezza tale che rimango immobile.
«Cosa?» la voce mi esce a malapena, poco più che un sussurro strozzato.
«Gliel'ho levata dalle mani io.»
«Ti ha fatto altro?» scuote la testa. «Il polso ti fa molto male?»
«No, con il ghiaccio va meglio.»
«Ma perché Luli?»
«Ma niente di che...»
«Come niente di che Lucrezia! Hai un polso nero.» vado completamente nel pallone. «Che è successo?»
«Abbiamo semplicemente discusso.»
«Ma discusso di cosa? Oddio Lucrezia dimmelo! Non sto capendo niente.»
«Niente di che zia... lo sai che non mi è mai piaciuto.»
«Perchè non vai con Nina a prenderti qualcosa al bar?» interviene Caterina, e se non fossi così sconvolta mi sarei opposta.
«Stavano parlando di te.»
«Che intendi?!»
«Che stavano litigando per te!» urla.
«Questo l'ho capito, dimmi di più!» urlo anche io.
«Non ho sentito tutto, so solo che lui le ripeteva di non dirti niente.»
«Ma non dirmi cosa?! Cazzo!» sono frustrata, e preoccupata. Non sono nemmeno in grado di proteggerla.
«Non lo so! So solo che lei ribadiva il concetto che non è suo zio.»
«Se posso permettermi, a me ha detto che non vuole farti soffrire. Quindi si, qualcosa è successo.»
«Ma...» mi muoiono le parole in gola. Per la prima volta guardo Caterina negli occhi e non so se riesce a leggere il terrore che sta nei miei.
«Vi lasciamo sole. Così potrete parlare tranquillamente.» mi sorride quando Lucrezia e Nina rientrano.
Annuisco incapace di dire qualcosa.
«Lucrezia, dimmi cosa è successo.» ci sediamo sul divanetto.
«Non voglio farti soffrire.»
«Non mi stai facendo soffrire, ma devi dirmi cosa è successo per far si che io possa aiutarti.» prendo un respiro profondo. «È stato Matias?» annuisce ed io mi sento in colpa. «Perchè?»
«L'ho visto mentre si baciava con un'altra.» abbassa lo sguardo ed io ci rimango male, più per aver fatto pensare a Lucrezia che potesse farmi soffrire che per Matias. Mi rendo conto, improvvisamente, che di Matias mi interessa poco o niente. O forse l'ho sempre saputo ma non mi andava di ammetterlo.
«Non preoccuparti piccola, non è un problema tuo.» cerco di rincuorarla.
«Lui non voleva che te lo dicessi, e poi si è arrabbiato anche per un altro motivo.»
«Quale?»
«Io uno zio ce l'ho...» non mi guarda. «Non ne voglio altri. E lui ha insistito diverse volte.» mormora con voce flebile.
«Va bene tesoro.» le accarezzo i capelli. «Adesso io chiamo Anita e ti faccio venire a prendere così poi, andate a prendere Martina a danza e Mattia agli allenamenti di calcio e mi aspettate a casa. Io finisco le ultime cose qua a lavoro e vi raggiungo.»
«Non dirgli niente a Matias.» mi prega. Questo stronzo l'ha terrorizzata.
«Non ti preoccupare Luli, ci pensa la zia.» ci alziamo e usciamo. Il profumo che c'è in questa stanza mi stordisce...
«Non voglio che ci parli zia, ti prego.»
«Luli, stai tranquilla. Non succede niente.» prendo il telefono e chiamo Anita, la signora che mi aiuta con i ragazzi, per dirle di venire a prendere anche Lucrezia. «Tra dieci minuti è qua.» alzo lo sguardo e incrocio quello di Ignazio. Mi chiedo per quanto tempo ancora io possa fare finta di non morire dalla voglia di abbracciarlo e farmi abbracciare.
«Igny, ma perché stai sempre dove sta questa ragazzina?» che voce petulante che ha questa qua... e no, non c'entra niente il fatto che se la porti a letto, è che questa è proprio insopportabile.
«Ma parla di me?» mi chiede Lucrezia a bassa voce.
«Maddalena, ma la pianti un po'?!» si incazza Ignazio. Ops.
«Ma Igny...»
«Igny?!» mi chiede Lucrezia schifata.
«Zitta Luli!» sussurro tra i denti.
«Si, Igny! Qualche problema?» le risponde male.
«No, per un cane va benissimo...» le risponde a tono.
«Tale e quale a tua zia! L'attimo prima sei un angioletto e quello dopo sputi veleno. Vero scricciolo?» le sorride e Luli ricambia facendomi sospirare di sollievo. Sta meglio. «Maddalena, vai in hotel con mia madre e mia sorella. Io finisco di lavorare e ti raggiungo.»
«Ma non hai già finito di registrare?» chiede contrariata, e in realtà ha pure ragione.
«Si, ma ci sono dei dettagli da mettere in ordine. Vai.» quasi la caccia. Ignazio si scambio uno sguardo con sua madre che annuisce con un sorrisetto compiaciuto. Cosa hanno in mente?
«Ciao a tutti!» Caterina ci saluta e mi sorride. Sarà un modo per avvicinarmi e poi uccidermi?
Tutti salutano e le tre se ne vanno.
«Luli, c'è Anita fuori. Vai pure.» lei annuisce e mi da un bacio.
«Non ci parlare con Matias, mi fa paura.»
«Stai tranquilla scricciolo, che tua zia non parla, tua zia sbrana direttamente!»
«Ciao zio.» Lucrezia ridacchia e bacia anche lui. Quando torneranno in Italia sarà un problema.
«Ti accompagno. Sia mai che lo ritrovi per strada.»
«È in sala regia, altrimenti pensi che l'avrei lasciata andare da sola?!» lo guardo male. Mi ha preso per una cretina??
Annuisce titubante e la lascia andare.
«Asia.»
«Ignazio...» e ora che vuole? Ne ho già abbastanza di tutti per oggi.
«Che vuoi fare?»
«Lavorare?!»
«Non fare la finta scema con me. Ci vuoi parlare?»
«Ovviamente! Le ha messo le mani addosso!»
«Bene, ti accompagno.»
«Ma anche no. So badare a me stessa.»
«Lo so... è lui quello in pericolo, non tu.» mi guarda negli occhi. «Sei diventata ancora più stronza, sei cambiata tantissimo, e io anche, ma non ti lascio da sola a parlare con uno che non si è fatto il minimo scrupolo a fare un polso nero ad una ragazzina.»
«Me la so cavare da sola.»
«Non mi è piaciuto lo sguardo che aveva prima con Luli.»
«Che intendi?»
«Niente. Tu parlaci, io sto lì.»
«No! Non ho bisogno di te!»
«Questo lo so, l'ho capito benissimo 7 anni fa.» apro la bocca per replicare ma non so cosa dire... è la prima volta che fa un riferimento esplicito a quando ci siamo lasciati.
«Non fare lo stronzo! Non con me.»
«Perchè non dovrei? Non è quello che hai fatto tu con me?»
«Smettila di provocarmi! Non ho intenzione di mettermi a litigare con te. Non ora.» vado verso la sala regia, dove trovo Matias. Appena mi vede viene fuori con un sorriso sulla bocca. Mamma mia che voglia di prenderlo a schiaffi.
«Ciao.»
«Che è successo con mia nipote?»
«Niente, cosa vuoi che sia successo?» mi chiede con una risatina isterica.
«Non è quello che mi ha detto lei, e non è quello che ho visto sul suo polso.»
«È solo caduta!»
«Non mi prendere per il culo Matias che io non sono una ragazzina!»
«Hai ragione, sei solo una puttana che è convinta di poter comandare chiunque perché ha un bel culo!»
«Parla quello che veniva a letto con me sperando di poter far carriera più velocemente.» sgrana gli occhi. «Ma che credi davvero che non lo sapessi? Lo vuoi un consiglio? Stai alla larga dai miei nipoti, non ti avvicinare a loro nemmeno per sbaglio.»
«Oh povera piccola ragazza ferita. Hai paura che faccia del male ai tuoi nipotini?»
«E chi mi avrebbe ferita, tu?» mi viene da ridere ma evito. «Ti dico una cosa che non sai.» mi guardo intorno e quando sono certa che Ignazio non sia qua parlo. «Io ho spento il cuore anni fa, quando per loro tre ho mandato a puttane l'unica cosa bella che io avessi mai avuto quindi no, non mi hai ferita.» prendo un respiro. «Altre due cosette... ti conviene non dire a nessuno quello che è successo tra noi, se non vuoi che si sappia che sei stato niente di più di qualche scopata, per altro mediocre.» sorrido. «E non ti dimenticare di girare alla larga dai miei nipoti.»
«Sei una maledetta puttana!» alza il braccio ma viene bloccato da una mano che, nonostante gli anni passati, riconosco ancora in meno di un secondo. «Che c'è? Non ti basta più solo la ragazzina? Vuoi scoparti anche la zietta?» lo guarda sprezzante ed io prego che Ignazio se ne stia zitto.
«Se c'è qualcuno che mi sono scopato non è di certo Lucrezia, ma chi io mi sia portato a letto non è affar tuo.»
«Vattene Matias.» Ignazio gli molla il polso e lui se na va incazzato.
«Ti stava per mettere le mani addosso.» mi guarda negli occhi. Se avessi più coraggio lo ringrazierei. «Stai bene?» annuisco e basta. Cerco, inutilmente, di distogliere lo sguardo dalla sua bocca carnosa. Fortunatamente non mi sente nessuno e posso ammettere di aver voglia di sentire le sue labbra sulle mie. Il fatto che abbia appena chiuso una specie di storia con uno stronzo dovrebbe farmi stare almeno un minimo male e invece non riesco a smettere di pensare a lui, maledizione.
«È tardi.» deglutisco, devo andarmene da qui, prima di dire o fare qualcosa di cui poi mi potrei pentire. «Ti aspettano, sarà meglio che tu vada in hotel.» distolgo lo sguardo dal suo. Mi sento fin troppo capita.
Emette un risolino. «Meglio per me o meglio per te?»
«Meglio per tutti!»
«Asia!» Marcos ci interrompe, fortunatamente.
«Dimmi.»
«Potresti accompagnarlo tu in hotel?» si riferisce ad Ignazio.
«Lo aspetta il van fuori.»
«La moglie di Antonio è in sala parto.» sospiro.
«Stai scherzando?» sono disperata.
«No. Signor Boschetto, è un problema se l'accompagna Asia?»
«No, si figuri. Assolutamente nessun problema.» mi sorride compiaciuto. Maledetto!
«Grazie Asia! Sei un tesoro.» mi bacia la testa e se ne va.
«Ti ha appena baciato in testa...» mi guarda stranito. «Come fanno i nonni con i nipoti...»
«E smettila!» sbuffo innervosita dalla sua presenza. «Muoviti perché ti lascio a piedi!» raccolgo le mie cose e vado verso la macchina.
«Sai che è degradante?» apre lo sportello del passeggero e si siede comodamente.
«Cosa?»
«Mettere il culo su una macchina con te che guidi ed io come passeggero. Non è la prima volta che succede.»
«Che c'è? Sei abituato a guidare tu?»
«Si, di solito sono io che accompagno le belle donne a casa.»
«E sentiamo un po', qual è l'hotel in cui alloggi, bella donna?»
«Ridimmi bella donna e mi incazzo.»
«Più di quanto ti sei incazzato appena mi hai vista?» almeno un po' so ancora leggerti caro Boschetto.

«Siamo arrivati...» parcheggio di fronte.
«Vado...» mi guarda dritto negli occhi. «Mi piacerebbe non volere ciò che sto per fare...»
«Che stai dicendo?» lo guardo senza capire.
«Ne ho bisogno... purtroppo.» improvvisamente mi ritrovo la sua bocca sulla mia. Vorrei poter dire che non me ne frega niente, ma mi ritrovo a ricambiare questo bacio con il pensiero lampante che – forse – sono tornata a respirare, almeno un po'.

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Ciao a tutti! Eccomi con un nuovo capitolo, e scusatemi per l'immenso ritado.
Un bacio, e fatemi sapere che ne pensate.

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